Energia

La Spagna volta le spalle agli USA: l’Algeria torna re del gas in penisola iberica. Che farà Trump ?

Un crollo del 60% nelle importazioni di gas dagli Stati Uniti in pochi mesi ha scatenato un drammatico riassetto energetico in Spagna. Scopri come l’Algeria e i Paesi africani stanno riaffermando il loro ruolo, sfidando l’egemonia statunitense e mettendo in discussione le strategie energetiche europee.

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La Spagna si trova al centro di un drammatico riassetto delle sue forniture energetiche. Dopo aver raggiunto vette storiche nelle importazioni di gas dagli Stati Uniti all’inizio del 2025, il flusso è crollato in modo vertiginoso. Un calo del 60% in soli cinque mesi, tra aprile e giugno, ha aperto la strada a un cambio di guardia nel ruolo di principale fornitore.

L’Algeria, storico partner energetico, è tornata in gioco con prepotenza, mentre la quota statunitense si è ridotta a un quarto dei livelli precedenti. Questa svolta non è solo una questione di numeri, ma un vero e proprio “dramma energetico” che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, con implicazioni geopolitiche ed economiche.

La caduta degli USA e l’ascesa dell’Algeria

All’inizio del 2025, la Spagna si era gettata a capofitto sul gas statunitense. Le importazioni avevano toccato il record di 14.000 GWh ad aprile, spingendo la quota degli Stati Uniti a quasi un terzo del totale. La motivazione? Il disperato tentativo di diversificare le fonti dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Ma la luna di miele è finita rapidamente. A giugno, il volume è crollato a 4.134 GWh, per poi risalire leggermente a luglio, ma rimanendo ben al di sotto dei picchi iniziali. Questo calo brusco arriva in un momento di crescente tensione commerciale tra Washington e l’Europa.

Il vuoto lasciato dagli Stati Uniti è stato riempito dall’Algeria, che ha riaffermato il suo ruolo di pilastro della sicurezza energetica spagnola. A giugno, l’Algeria ha fornito 12.038 GWh di gas, un impressionante aumento del 48% rispetto al mese precedente. Questo gesto non solo ha rafforzato il suo ruolo chiave, ma ha anche dimostrato la sua affidabilità in un momento di grande incertezza.

Spagna: importazioni di gas per origine(da El Ecponomista)

Notiamo che nell’arco di tre mesi le importazioni di gas dagli USA si sono praticamente dimezzate, a causa del subentro di un concorrente che, sino ad ora, molti, se non tutti, hanno sottovalutato.

La Russia rimane ai margini e l’Africa si fa avanti

Le importazioni di gas russo, sebbene non sottoposte a sanzioni complete, continuano a rimanere a livelli bassi. La quota russa, che tra il 2023 e il 2024 superava il 25%, è scesa a poco più del 5%. A luglio 2025, le importazioni dalla Russia erano di soli 2.150 GWh, in calo del 67% rispetto a gennaio. Questo indica una chiara volontà di allinearsi con l’obiettivo di isolare Mosca, pur mantenendo un flusso minimo necessario.

Nel frattempo, altri attori africani si stanno facendo strada. L’Angola, che fino a poco tempo fa era quasi assente dal mercato spagnolo, è emersa come un fornitore significativo, con picchi di oltre 4.000 GWh a luglio 2025. Anche la Nigeria ha rafforzato la sua posizione, con importazioni quasi raddoppiate a maggio 2025 rispetto all’anno precedente. Insieme, Angola e Nigeria rappresentano circa il 20% delle importazioni totali di gas in Spagna, un aumento drammatico rispetto alla loro quota inferiore al 10% nel 2024.

Ovviamente questa avanzata del gas africano a scapito di quello USA non piacerà per niente a Trump, che vuole spingere l’Europa ad importare un’enorme quantità di energia americana. Invece la Spagna sta andando diametralmente in direzione opposta. Nello stesso tempo la UE non può  obbligare Madrid ad importare più gas americano: qujeste operazioni avvengono secondo le indicazioni del mercato e il gas nigeriano, evidentemente, costa meno. Tutto questo mostra la superficialità e la caducità degli accordi europei presi collettivamente. Che farà Trump ora?

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