Difesa
La Space Force USA sta cercando nuove modalità creative per monitorare lo spazio
La Space Force vuole migliorare le prorpie capacità di osservazione con dei programmi innovativi e che coinvolgono parti che non sono le forze armate USA; cioè partner commerciali o stranieri. Ecco un breve elenco
L’U.S. Space Force sta esplorando partnership commerciali e collaborazioni internazionali per migliorare la propria capacità di monitorare le attività spaziali a fronte della crescente congestione orbitale e delle potenziali minacce, ha dichiarato un alto funzionario il 18 settembre.
Parlando alla conferenza Advanced Maui Optical and Space Surveillance Technologies (AMOS) a Maui, nelle Hawaii, il tenente generale Philip Garrant, comandante del Comando dei sistemi spaziali, ha detto che la Forza spaziale sta affrontando pressioni per migliorare la “consapevolezza del dominio spaziale”, ovvero la capacità di tracciare e comprendere ciò che accade con i satelliti e altri oggetti nello spazio.
Il servizio sta esplorando opzioni commerciali non tradizionali e partnership internazionali per colmare le lacune critiche nella sorveglianza spaziale, ha detto Garrant. Una priorità assoluta è la consapevolezza del dominio spaziale nell’orbita geosincrona, una regione dello spazio fondamentale per le operazioni civili e militari.
“Avremo bisogno del contributo di tutta la comunità spaziale”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di ridurre al minimo la dipendenza dai programmi tradizionali su larga scala.
Un esempio di collaborazione tra governo e industria è il programma TacRS (Tactically Responsive Space), che ha dimostrato il potenziale di un rapido dispiegamento di satelliti in risposta alle minacce avversarie. La missione Victus Nox del programma, eseguita alla fine dello scorso anno, ha dimostrato la capacità di integrare e lanciare rapidamente un satellite in tempi record. Questa capacità, ha spiegato Garrant, consente agli Stati Uniti di rispondere rapidamente a comportamenti minacciosi in orbita.
Una missione successiva, denominata Victus Haze, è ora in fase di preparazione e si concentrerà sulla caratterizzazione delle azioni avversarie nello spazio. Due aziende sono state selezionate per partecipare a uno scenario reale di risposta alle minacce per questa missione, migliorando ulteriormente le capacità SDA della Forza Spaziale.
Garrant ha anche sottolineato il ruolo dello Space Domain Awareness Tactical Applications Proving Lab (SDA Tap Lab) nell’avanzamento di tecnologie all’avanguardia. Il Tap Lab, attraverso iniziative come l’Apollo Accelerator, ha riunito personale militare, esperti del settore e ricercatori accademici per sviluppare nuovi algoritmi di intelligenza artificiale. Questi algoritmi sono in grado di rilevare segni di mimetizzazione e comportamenti insoliti da parte di oggetti spaziali, offrendo agli operatori avvisi in tempo reale di potenziali minacce.
Collaborazione internazionale
Le partnership internazionali sono un altro punto chiave. Garrant ha lamentato la tradizionale esclusione delle nazioni alleate a causa della mancanza di infrastrutture efficaci per la condivisione dei dati, ma ha annunciato gli sforzi per cambiare questa situazione. L’SSC sta sviluppando un “Allied Exchange Environment” (AXE) per facilitare lo scambio di dati in tempo reale e bidirezionale tra gli Stati Uniti e i suoi alleati, con l’obiettivo di eliminare i colli di bottiglia nella condivisione dei dati.
“La condivisione di dati e informazioni con i nostri partner alleati è estremamente importante”, ha dichiarato Garrant.
Nell’ambito di questa collaborazione internazionale, l’SSC ha stretto una partnership con il Giappone per il lancio di due payload ospitati sul sistema satellitare giapponese Quasi-Zenith (QZSS). Questa partnership, nata da un memorandum d’intesa del 2020 tra le due nazioni, aiuterà gli Stati Uniti a mantenere una sorveglianza persistente in orbita geosincrona.
Sperimentare con i dati commerciali
Inoltre, Garrant ha evidenziato un programma pilota in corso per aumentare l’uso dei dati commerciali SDA attraverso la Space Operations Command’s Space Delta 2. Questa unità, incentrata sulla consapevolezza del dominio spaziale, è stata creata per aiutare gli Stati Uniti a mantenere una sorveglianza persistente in orbita geosincrona. Questa unità, focalizzata sulla consapevolezza del dominio spaziale, sta sperimentando il Consolidated Operational Data Archive (CODA), un sistema automatizzato progettato per integrare fonti di dati commerciali e non tradizionali con i sistemi militari statunitensi.
CODA affronta l’annosa questione dei formati di dati incompatibili, combinando le informazioni provenienti da varie fonti in un quadro coeso per gli operatori militari.
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