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La Slovacchia sceglie la sovranità: la legge nazionale prevale sull’UE su famiglia e identità

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Con una mossa destinata a far discutere parecchio a Bruxelles, e forse a essere ignorata con un certo imbarazzo in Italia, il parlamento slovacco ha compiuto un passo deciso verso la riaffermazione della propria sovranità nazionale. Venerdì scorso, il Consiglio Nazionale ha approvato, con una maggioranza schiacciante di 90 voti a favore e solo 7 contrari, un emendamento costituzionale di portata storica.

A partire dal 1° novembre, in Slovacchia, la legge nazionale avrà la precedenza sul diritto dell’Unione Europea per tutte le questioni che riguardano l'”identità nazionale”. Un concetto non astratto, ma ben definito dalla stessa modifica costituzionale.

Cosa cambia in concreto a Bratislava?

La riforma non si limita a enunciare un principio generale, ma interviene su punti specifici, mettendo nero su bianco paletti che le corti europee o le direttive comunitarie non potranno più scavalcare con leggerezza. Vediamo i punti salienti:

  • Primato della legge nazionale: Su materie cruciali come l’identità nazionale, la struttura familiare, il genere, l’educazione, la lingua e le questioni etico-culturali, la Costituzione e le leggi slovacche saranno lo standard di riferimento per i giudici.
  • Definizione di sesso: La Costituzione ora specificherà che “la Slovacchia riconosce solo due sessi, biologicamente determinati: maschile e femminile”.
  • Adozioni: Saranno consentite esclusivamente alle coppie sposate, secondo la definizione tradizionale di matrimonio.
  • Maternità surrogata: Viene introdotto il divieto esplicito di questa pratica.
  • Cambio di genere: La modifica dell’identità di genere sarà possibile solo per “gravi motivi” e seguendo procedure rigorosamente definite dalla legge nazionale.

Anche il primo ministro Fico ha festeggiato la decisione:

Una lezione giuridica per l’Italia

Al di là delle singole norme, che riflettono una sensibilità culturale e politica specifica, l’aspetto più interessante è l’implicazione giuridica. La Slovacchia stabilisce un principio che in Italia, nonostante qualche timido tentativo della Corte Costituzionale con la teoria dei “controlimiti”, facciamo fatica ad affermare: la gerarchia delle fonti.

I giudici slovacchi, d’ora in poi, avranno un’indicazione chiara: di fronte a un conflitto tra una norma nazionale di rango costituzionale su questi temi e una norma o una sentenza europea, dovranno far prevalere la prima. Non potranno più, come accade fin troppo spesso in Italia, “disapplicare” una legge votata dal Parlamento democraticamente eletto in nome di un diritto esterno o di decisioni di corti composte da giudici che nessun cittadino ha mai votato o scelto.

La Slovacchia, dunque, compie una scelta di campo netta: riafferma che la Costituzione è l’atto fondante della sovranità di uno Stato e che tale sovranità non può essere ceduta a cuor leggero, specialmente su materie che toccano nel profondo l’identità di un popolo. È una scelta coraggiosa che, al di là del merito delle singole disposizioni, pone una domanda fondamentale sul futuro dell’architettura europea e sul ruolo degli Stati membri. Una domanda che in Italia, per ora, preferiamo eludere.

Palazzo del Presidente della Slovacchia Bratislava

Domande e Risposte per i Lettori

1. Questa mossa della Slovacchia non viola i trattati dell’Unione Europea?

Potenzialmente sì. Uno dei pilastri giuridici dell’UE è il principio del primato del diritto europeo su quello nazionale. La decisione slovacca sfida direttamente questo principio, anche se lo limita ad aree specifiche come l’identità nazionale. È molto probabile che la Commissione Europea avvii una procedura d’infrazione contro la Slovacchia, aprendo un contenzioso legale davanti alla Corte di Giustizia dell’UE. Tuttavia, la Slovacchia si è “armata” con una modifica costituzionale, rendendo la sua posizione politicamente e giuridicamente più forte a livello interno. Si profila uno scontro istituzionale significativo.

2. Quali sono le conseguenze pratiche immediate per i cittadini slovacchi?

Le conseguenze più dirette riguardano il diritto di famiglia e i diritti civili. Per esempio, le coppie non sposate o dello stesso sesso non potranno adottare bambini. La maternità surrogata diventa illegale. Le procedure per il cambiamento di genere diventeranno probabilmente più complesse e soggette a requisiti legali stringenti. Sul piano educativo e culturale, il governo avrà una base costituzionale più solida per promuovere politiche in linea con le definizioni introdotte, limitando l’influenza di standard o direttive europee considerate non conformi all’identità nazionale.

3. Perché l’Italia non fa una scelta simile per difendere la propria legislazione?

In Italia la questione è più complessa. La nostra Corte Costituzionale ha sviluppato la “teoria dei controlimiti”, secondo cui il diritto UE non può violare i principi fondamentali della nostra Costituzione e i diritti inalienabili della persona. Tuttavia, nella pratica, i giudici ordinari tendono spesso a disapplicare direttamente la legge interna in favore di quella europea, senza attendere un pronunciamento della Corte. Manca soprattutto la volontà politica per un atto così forte come una revisione costituzionale esplicita, data la profonda divisione politica sull’argomento e il timore di uno scontro diretto con Bruxelles.

E tu cosa ne pensi?

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