Attualità
La sifilide fu importata dalle Americhe o no?
Quando l’esploratore italiano Cristoforo Colombo e le sue ciurme pagnole tornarono in Europa dalle Americhe alla fine del XV secolo, notoriamente portarono con sé l’agente patogeno mortale responsabile della sifilide, anche se vi portarono i molto più pericolosi vaiolo, rosolia e morbillo. O almeno così raccontava la storia tradizionale.
La verità potrebbe non essere così netta. Studi passati su ossa e denti medievali hanno lasciato intendere che il batterio Treponema pallidum, o ceppi strettamente correlati, poteva circolare in Europa molto prima che Colombo tornasse dal suo primo viaggio nel 1493.
Lungi dal giustificare Colombo per aver seminato un flagello che ha travolto l’Europa (né per le malattie che le flotte spagnole hanno portato nelle Americhe, uccidendo decine di milioni di indigeni), un quadro più complesso della diffusione del T. pallidum nei secoli precedenti sta emergendo grazie a nuove prove.
Un nuovo studio condotto da un team di paleomicrobiologi aggiunge peso a questa contro-ipotesi, trovando segni di un’infezione da T. pallidum in un osso della coscia proveniente dalla Francia del VII o VIII secolo. Oltre a recuperare il DNA frammentato di un possibile ceppo ancestrale di T. pallidum, i ricercatori hanno anche rilevato anticorpi specifici del T. pallidum nel femore malato.
“Questi dati infrangono un dogma secolare della microbiologia medica”, scrivono Hamadou Oumarou Hama, ricercatore di malattie infettive presso l’Università di Aix-Marseille in Francia, e i colleghi nell’articolo pubblicato.
Gli scavi archeologici del 1987 hanno portato alla luce il femore malato tra un mucchio di altre ossa sepolte nella Chapelle Saint-Vincent a Roquevaire, in Francia, anche se la sua importanza è stata compresa solo anni dopo.
Esaminando l’osso con la macchia, Hama e colleghi si sono impegnati a fondo per garantire che l’osso e i campioni estratti non fossero contaminati da altre fonti di DNA, lavorando in un laboratorio che non aveva mai trattato il DNA di T. pallidum.
Il DNA estratto assomigliava a una piccola porzione del genoma di riferimento del T. pallidum e sono stati trovati anticorpi in un campione polverizzato del femore malato, ma non sono stati rilevati in un altro osso intatto dello stesso sito di sepoltura usato come controllo.
Se accurati, i risultati fanno retrocedere di otto secoli la presenza di infezioni da T. pallidum in Europa, affermano i ricercatori.
“Per quanto ne so”, ha dichiarato il microbiologo e coautore Michel Drancourt dell’Università di Aix-Marseille alla giornalista Maryn McKenna per Wired, “questa è la prima, comprovata e solida prova che i Treponema della sifilide circolavano nella popolazione europea prima di Colombo”.
Non tutti però sono convinti. Secondo McKenna, gli storici non riescono a trovare prove di epidemie di sifilide precedenti a quelle che hanno attraversato l’Europa nel 1492.
Inoltre, diverse sottospecie del batterio Treponema a forma di spirale causano malattie diverse. Una sottospecie chiamata T. pallidum pertenue può causare una malattia distinta chiamata “yaws” o “framboesia”, mentre un’altra sottospecie, chiamata endemicum, può causare il cosiddetto “bejel”, altra malattia tropicale. Entrambe sono infezioni della pelle, anche se nessuna delle due si trasmette per via sessuale come la sifilide.
Sebbene Hama e colleghi possano aver individuato un’infezione da Treponema di qualche tipo, non possono concludere definitivamente che abbia causato la sifilide; potrebbe essere stata una sottospecie a causare lo yaws, per esempio.
Il DNA danneggiato dell’osso di 1.400 anni fa copriva solo il 2,4% del genoma della sottospecie pallidum, ma era quasi identico a quelle sezioni, lasciando spazio al dibattito.
Il suggerimento di alcuni esperti medici – e anche di Hama e colleghi – è che le prove crescenti indicano che pertenue o endemicum erano probabilmente in Europa prima del ritorno di Colombo, forse con un ceppo sconosciuto e più infettivo, il pallidum, proveniente dalle Americhe.
Col tempo potrebbero venire alla luce altre prove, che aggiungeranno ulteriori dettagli a questa storia complessa delle origini della sifilide e completeranno la storia di questa malattia ancora stigmatizzata.
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