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La “sfida militare” CINO-RUSSA: Pechino rischia di togliere grosse fette di mercato a Mosca
Può la Cina superare la Russia fra i fornitori mondiali di armi, il tutto dopo molti anni di collaborazione?
Dal 1992 al 2007, la Cina ha importato l’84% delle sue armi dalla Russia, con il PLA (Popular Libertion Army, l’esercito cinese) che si acquistava un po’ di tutto, dagli aerei da combattimento ai sistemi di difesa aerea ai caccia torpedinieri ai sottomarini da Mosca.
Però i cinesi non sono rimasti con le mani in mano e progressivamente hanno iniziato ad effettuare operazioni di reverse engineering sulle armi russe, ricostruendole su base nazionale.
Alcune delle armi più recenti della Cina, in particolare i caccia J-11 e i missili terra-aria HQ-9, sembrano essere quasi identici alle varianti precedenti acquistate dalla Russia. Nel dicembre 2019, Rostec ha accusato pubblicamente la Cina di aver copiato illegalmente diverse armi russe nel corso degli ultimi due decenni.
Nonostante queste preoccupazioni, il commercio di armi tra i due paesi ha continuato a prosperare. Dal 2014 al 2015, Mosca ha accettato di fornire a Pechino sei battaglioni del sistema di difesa aerea S-400 e 24 caccia Su-35, alcune delle armi più avanzate della Russia.
Ora, non è chiaro per quanto tempo ancora la Cina avrà bisogno di armi russe. Nell’arco di soli 20 anni, il settore delle armi cinese è passato da industria alle prime armi ad uno dei settori leader nel mondo. Non solo Pechino può soddisfare la maggior parte delle proprie esigenze militari, ma esporta anche a clienti che vanno dal Pakistan alla Serbia.
L’ascesa della Cina come produttore di armi è stata sostenuta da un rapido aumento delle spese militari. Secondo il SIPRI, il bilancio della difesa cinese è aumentato dell’85% negli ultimi dieci anni, raggiungendo i 261 miliardi di dollari nel 2019. Sebbene la Russia abbia aumentato le sue spese militari sotto il presidente Vladimir Putin in passato, l’aumento è stato molto più modesto e le spese per la difesa sono state gradualmente in calo dal 2015.
Nonostante i recenti sforzi del Cremlino per stimolare il settore tecnologico interno, la Russia non ha avuto un successo simile. Gli esperti avvertono che la Russia è in ritardo nelle tecnologie emergenti chiave come l’intelligenza artificiale e che, a meno che ciò non cambi, la sua industria della difesa avrà difficoltà a tenere il passo con la Cina e gli Stati Uniti.
“La Russia non ha giganti come Microsoft o Huawei che producono tecnologie che possono essere utilizzate per scopi civili e militari”, ha detto Kozyulin del Centro PIR. “Invece, il governo stesso deve creare tutto da zero, il che è molto costoso e richiede tempi lunghi”.
Poiché la Cina è diventata più avanzata, la Russia ha iniziato a esplorare le opportunità di co-sviluppo di armi con Pechino. Nel 2016, i due paesi hanno collaborato per sviluppare e produrre oltre 200 elicotteri pesanti di nuova generazione per il PLA entro il 2040. Un’altra importante collaborazione è stata annunciata ad agosto, con un programma comune di costruzione di sottomarini a motore convenzionale.
Però il rapporto sta cambiando: attualmente mentre la superiorità progettuale russa permette ancora di mantenere il controllo in questa fase, poi la produzione viene fatta in Cina utilizzando subcontraenti locali, con la perdita del controllo del processo produttivo d parte di Mosca.
Ma altri esperti sono scettici sul fatto che un simile accordo sia sostenibile a lungo termine. Siemon Wezeman, ricercatore senior presso il Programma SIPRI per le armi e le spese militari, ha affermato che Mosca potrebbe restare troppo indietro per mantenere l’interesse di Pechino.
“Mi aspetto che i russi siano completamente fuori dalle forniture militari ai cinesi entro cinque o dieci anni”, ha detto. “I russi cercheranno di vedere se in qualche modo riescono a mettere le mani sulla tecnologia cinese per compensare il proprio ritardo, e in alcuni casi non stanno andando più da nessuna parte”.
Quindi nel prossimo futuro Mosca potrebbe trovarsi battuta nella concorrenza internazionale da quella che, sino a ieri, era la sua pupilla che si limitava a copiare dei modelli secondari russi. Mosca dovrebbe aprire alla collaborazione militare con l’occidente se non vorrà rischiare di trovarsi nelle retrovie tecnologiche.
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