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La sfida macroeconomica autunnale!

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Con le clausole per disinnescare l’aumento iva nel 2020 e la Flat Tax da realizzare come farà il Governo a trovare i fondi necessari?

Fra le ipotesi, spending review e manovra in deficit (3%-3,5%) , sicuramente la più “praticabile” è la seconda però bisognerà scontrarsi con le regole Europee (tuttavia si potrebbe nella trattativa far “pesare” il dato che l’Italia ha il debito privato più basso in Europa) . Una delle strade da intraprendere per il futuro potrebbe essere quella di migliorare il fattore che ci penalizza di più rispetto agli altri paesi europei cioè il rapporto debito totale/Pil (132,20% dato 2018).

Si preannuncia un autunno “caldo” sul fronte macroeconomico con la volontà del Governo di avviare una fase di sviluppo con in primis l’obbiettivo della riduzione del Cuneo Fiscale e dall’altra le istituzioni Europee che chiederanno il rispetto dei vincoli di bilancio! (vi risparmio poi il solito discorso del circolo vizioso dello spread).

Come sapete siamo giunti alla fine della campagna elettorale per le Europee, la speranza lo abbiamo già detto più volte, è di vedere un nuovo Parlamento Europeo che porti avanti una linea più “morbida” o una linea diversa sui vincoli di bilancio,ma sicuramente ci sono anche dei dati macroeconomici relativi al Nostro Paese forse non molto noti ma che potranno avere peso in una eventuale trattativa, mi riferisco al valore del debito privato che è il 46,4% del debito totale (dato 2018), quello della Germania al 62,7% del debito totale.

Numeri alla mano, ad oggi, servono 23 miliardi per evitare l’aumento iva da gennaio 2020 e se si vuole realizzare la Flat Tax fase2 per le famiglie si stima l’impiego di circa 13-15 miliardi, ad essi poi si aggiungono tutta una serie di interventi di sviluppo e Welfare che saranno previsti nella prossima Legge di Bilancio.

Ipotizzando che con una Spending Review si potranno recuperare non molte risorse se non si vuole abbassare energicamente il livello di welfare o dare meno servizi, la strada percorribile è quella di varare una manovra in Deficit stimando attorno al 3/3,5%

Ovviamente questo dato non piace a molti se si considerano le Istituzioni Europee in primis ma anche tanti economisti e politici, ma con un’economia ferma ormai da anni forse bisogna investire per poter dare “la svolta”, ovviamente facendolo in modo corretto!

Se l’economia riparte e aumentano i consumi non avremo di conseguenza anche una maggior tassazione?

Ad oggi l’ostacolo che abbiamo per varare una manovra al 3/3,5% non è dato molto dal il rapporto deficit/pil  di per sé (lo superano anche altri paesi ) ma il dato assoluto del debito che si attesta attorno al 132,2% del 2018 (dovrebbe salire attorno al 134,1% nel 2019 stando alle stime). La media dei paesi Ue si attesta attorno al 90%.

Questo dato (peggiore di noi nell’area Euro solo la Grecia) ci pone sempre in “difetto” quando ci sediamo ad una trattativa e ci rende assoggettabili in qualsiasi annualità all’apertura di un procedimento di infrazione per debito eccessivo (ricordo la regola europea vuole il 60%, dato che rispetta in parte solo la Germania).

Il Governo dovrebbe creare un team o una task force di esperti economisti e giuristi per studiare misure per diminuire il debito pubblico assoluto con metodi alternativi all’aumento del Pil e all’aumento delle imposte; inoltre è necessario sviluppare una politica che riporti la maggior parte del debito nelle tasche dei cittadini per non essere più cosi tanto soggetti alle “valutazioni” / speculazioni del mercato e per pagare meno interessi.

Non dimentichiamoci che l’Italia chiude da diversi anni il bilancio con un Avanzo primario che significa più entrate correnti che spese, ma purtroppo con gli interessi pagati si arriva come sappiamo ad un risultato negativo.


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