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LA SFIDA DI OGGI E’ SOPRAVVIVERE ALLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

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Completamente diversa dalla seconda di fine ‘900 che aveva creato molta occupazione lavorativa e redditi sicuri !

Attualmente invece si realizza il Reddito di cittadinanza, possiamo considerarlo uno strumento efficace per trovare lavoro oppure è di fatto una misura di Welfare?

Senza dubbio il Reddito di Cittadinanza ce l’hanno “venduto” come una misura di sviluppo economico ma attualmente qual’è l’incidenza prevista sul Pil del 2019 ? Si parla di un costo di 6,1 miliardi di € a fronte di un impatto aggiuntivo sul Pil di 1,8 miliardi di €, poco, se si vuol far ripartire un Paese che da anni si trova in una situazione di stagnazione.

I limiti per l’accesso alla misura, creati soprattutto per evitare truffe o comportamenti antisociali, hanno selezionato molto la platea dei fruitori e probabilmente porteranno ad un impatto sui consumi inferiore a quello atteso.

I vantaggi macroeconomici dei progetti di sviluppo legati al Reddito di Cittadinanza andranno valutati più avanti nel tempo, con riferimento all’inversione del contributo alle imprese che assumono i fruitori per il periodo residuo o all’autofinanziamento per l’apertura di una micro impresa propria.

Inoltre, i nostri centri per l’impiego e i navigator saranno in grado di occupare la maggior parte dei fruitori del reddito ? In Germania sappiamo che questo sistema funziona.

Di fatto il Reddito di Cittadinanza è una misura di Welfare che probabilmente andava introdotta in un periodo più positivo, preferendo al suo posto una non rinviabile quanto necessaria politica di investimenti e riduzione del cuneo fiscale. Tanto più che l’Italia è uno dei Paesi con Germania e Belgio che ha il cuneo più alto in Europa, pur avendo stipendi non commisurati all’effettivo costo della vita.

Tuttavia il reddito di cittadinanza è importante come “precedente legislativo” che potrebbe essere l’antenato di una risposta macroeconomica futura necessaria.

Infatti la robotica digitale e l’Intelligenza Artificiale in pochi anni sostituiranno parte dell’occupazione lavorativa umana, a partire dalle mansioni meno qualificate e particolarmente ripetitive : coinvolto anzitutto il settore manifatturiero, dei trasporti, della vendita alimentare al dettaglio, del commercio on-line.

Già case di produzione di auto e importanti note aziende di vendita on line sostituiscono i robot al personale umano come soluzione di maggiore produttività e minor costo. Già vediamo casse automatiche nei nostri supermercati o punti vendita alimentari completamente senza personale in Europa. Già in alcune nostre località di mare quest’estate i robot sostituiranno i camerieri stagionali in alberghi, come anche avviene in alcuni bar. Già negli USA le consegne avvengono con droni e in Italia è appena stata concessa la sperimentazione per i primi veicoli su strada senza conducente.

Progressivamente, nei prossimi decenni, è probabile che verranno sostituite anche le professioni più qualificate, si pensi ai già esistenti casi di androidi giapponesi al posto di giornalisti di rassegna stampa televisiva e, in futuro, ai legali, ai medici, contabili, ecc.

Sarà pertanto essenziale la riqualificazione lavorativa volta a essere in grado di affiancare le macchine intelligenti; tuttavia le tipologie, il numero di posti e le ore di lavoro sono destinati a diminuire, lo prevede il progresso della Quarta Rivoluzione Industriale delle innovazioni digitali, che non si può arrestare ma che non può prescindere da una valutazione etica.

Il lavoro è un diritto garantito dall’Art. 1 della Costituzione Italiana e, prima ancora, dal Diritto naturale.

Nella società attuale in cui capitalismo e globalizzazione economica hanno portato alla concentrazione nelle mani del 5% della popolazione del 90 % della ricchezza totale, quando avverrà una forte riduzione o quasi scomparsa del lavoro per via del progresso digitale, IA-Robot e Yuman-one si contrapporranno, necessitando di una composizione etica che subordini le macchine all’uomo ; ipotizzando un modello futuro positivo in cui lo Stato garantisca un reddito universale o acquisito per nascita per soddisfare i bisogni primari.

Il reddito di Cittadinanza potrebbe essere “l’antenato” del futuro Reddito di Nascita che assorba anche il sistema di previdenza in una logica redistributiva della ricchezza.

Dario Polini e Valentina Lucarelli


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