Energia
La sfida del mare: le meduse spengono una delle più grandi centrali nucleari francesi
La centrale nucleare di Gravelines, una delle più grandi di Francia, è stata costretta a uno stop improvviso. La causa? Un’inaspettata e massiccia invasione di meduse che ha intasato i sistemi di raffreddamento. Un fenomeno che si sta ripetendo in tutto il mondo, sintomo di un delicato squilibrio marino.

Le meduse hanno colpito ancora. Un gigantesco e imprevedibile sciame di questi organismi marini ha costretto alla chiusura una delle più grandi centrali nucleari della Francia, quella di Gravelines, situata nel nord del paese. L’incursione ha intasato i sistemi di aspirazione dell’acqua di raffreddamento, innescando l’arresto automatico di tre reattori nella tarda serata di domenica.
Poco dopo, anche un quarto reattore è stato messo offline, lasciando l’intero impianto — capace di fornire energia a circa 5 milioni di abitazioni — completamente fuori servizio (altri due reattori erano già fermi per manutenzione programmata).
Come delle semplici meduse possono fermare un reattore nucleare
EDF, la compagnia energetica statale francese, ha descritto l’invasione come “massiccia e imprevedibile“, rassicurando che l’evento non ha compromesso “la sicurezza degli impianti, del personale o dell’ambiente”, come riportato da The Guardian. Anche le esportazioni di elettricità dalla Francia verso il Regno Unito sono rimaste invariate.
Il problema è di natura meccanica, ma con implicazioni critiche per la sicurezza. La centrale di Gravelines preleva l’acqua per i suoi circuiti di raffreddamento da un canale collegato al Mare del Nord. Quest’acqua è essenziale per mantenere stabili le temperature del nocciolo del reattore. Quando enormi sciami di meduse, la cui proliferazione è favorita dalle acque più calde dei mesi estivi, vengono risucchiati, possono ostruire completamente i filtri delle stazioni di pompaggio. Questo blocco interrompe il flusso vitale di acqua di mare, costringendo i sistemi di sicurezza a spegnere i reattori per prevenire il surriscaldamento.
Un problema globale e ricorrente
Questi incidenti sono tutt’altro che rari e rappresentano una crescente minaccia per le infrastrutture energetiche costiere di tutto il mondo.
- Regno Unito: Nel 2021, la centrale nucleare di Torness di EDF in Scozia è stata costretta a una chiusura di una settimana per lo stesso motivo, un evento che si era già verificato nel 2011.
- Svezia, USA, Giappone: Centrali sia nucleari che a carbone hanno subito arresti temporanei a causa delle meduse.
- Filippine: Nel 1999, una massiccia proliferazione di meduse mise fuori servizio una centrale elettrica, causando un grave blackout che alcuni temettero fosse legato al “Y2K bug” o addirittura a un tentativo di colpo di stato.
- Cina: Appena lo scorso settembre, i lavoratori della più grande centrale a carbone della Cina orientale hanno lottato per 10 giorni per rimuovere oltre 150 tonnellate di meduse dai loro sistemi di raffreddamento dopo che un’ondata inattesa aveva travolto le infrastrutture.
La ripetitività del problema ha spinto gli scienziati dell’Università di Bristol a sviluppare uno “strumento di allerta precoce” per prevedere l’arrivo di sciami che potrebbero minacciare la produzione di energia.
Le cause: squilibri nella fauna marina
Gli scienziati avvertono che la pesca eccessiva e le alterazioni degli ecosistemi marini stanno alimentando proliferazioni di meduse (i cosiddetti “jellyfish bloom”) sempre più frequenti e intense. La diminuzione dei predatori naturali, come le tartarughe marine, e le modifiche all’ambiente oceanico causate dall’uomo creano le condizioni perfette perché questi sciami prosperino e si dirigano verso le coste.
Per ora, EDF ha comunicato che la centrale di Gravelines rimarrà offline fino a quando le meduse non saranno rimosse e i sistemi di raffreddamento ripristinati. Con le acque del Mare del Nord ancora calde, gli operatori degli impianti e i biologi marini restano in massima allerta, in attesa della prossima, imprevedibile ondata di questi fastidiosi intrusi gelatinosi.
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