Difesa
La Russia migliora i Missili dell’artiglieria per battere HIMARS e M270 usati dall’Ucraina
La NPO Splav intende migliorare i missili russi da 300 mm utilizzati da diversi sistemi MLRS, come Tornado S , e renderli in grado di rispondere in modo più efficace ai sistemi HIMARS e M-270 americani ceduti all’Ucraina
L’azienda russa NPO Splav, il principale produttore di missili della nazione, ha ufficialmente lanciato un importante programma di aggiornamento per i suoi razzi da 300 mm, attualmente impiegati sui sistemi missilistici a lancio multiplo [MLRS] BM-30 Smerch e Tornado-S.
L’obiettivo è ambizioso: estendere il raggio d’azione di questi sistemi ben oltre i 300 chilometri, migliorando in modo significativo le loro capacità di attacco.
La finalità dell’aggiornamento è quello di rendere dei sistemi di origine sovietica, piuttosto datati, in grado di opporsi a gli HIMARS e agli M-270 in servizio con le forze ucraine, in modo da permettere un efficace fuoco di controbatteria. Sistemi come il BM-21 Grad, il BM-27 Uragan e il BM-30 Smerch hanno già visto sostanziali aggiornamenti, soprattutto con l’integrazione delle varianti Tornado-G e Tornado-S.
La chiave di questi sviluppi è il missile da 300 mm, un proiettile pesante in grado di colpire bersagli fino a 200 chilometri di distanza, a seconda della versione utilizzata.
Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, le stime indicavano che il Paese disponeva di uno stock di 100-170 BM-30 Smerch, con circa 20 Tornado-S in servizio attivo. È probabile che questi numeri siano aumentati con la consegna di più unità alle unità in prima linea, ma le cifre precise restano riservate.
Nonostante le perdite in combattimento – Oryx riferisce di almeno due BM-30 Smerch distrutti – il loro ruolo di artiglieria chiave rimane vitale. Il loro vantaggio di gittata rispetto ai sistemi ucraini è spesso un fattore decisivo nelle battaglie, fornendo alla Russia la capacità di colpire in profondità dietro le linee nemiche.
All’inizio di dicembre dello scorso anno, si è diffusa la notizia degli ambiziosi piani di modernizzazione della NPO Splav, che mirano ad aumentare la portata e la precisione di questi sistemi. Una delle innovazioni chiave a cui si sta lavorando è un nuovo missile ipersonico guidato con motore a getto d’aria, che dovrebbe rivoluzionare le capacità del BM-30 e del Tornado-S.
Parallelamente, l’NPO Splav prevede di revisionare le varianti esistenti dei missili 9M55F/K e 9M544/549, migliorandone l’aerodinamica e integrando nuovi sistemi di propulsione a combustibile solido. Il risultato sarebbe un’impressionante estensione del raggio d’azione fino a 200 chilometri, aumentando notevolmente la potenza di fuoco di questi lanciatori già formidabili.
Ma lo sviluppo più radicale in cantiere è la creazione di un nuovo missile guidato da 300 mm che potrebbe raggiungere la sorprendente distanza di 300-330 chilometri. Progettato con un motore a razzo integrato e prese d’aria retrattili, questo missile avvicinerebbe le capacità dell’artiglieria russa a quelle del sistema missilistico Iskander-M, sebbene con una testata più piccola.
Questo missile, che dovrebbe mantenere una velocità di circa 1.000 metri al secondo durante la fase terminale del suo volo, rappresenterebbe una svolta nelle opzioni di attacco della Russia.
Tuttavia, nonostante le prospettive entusiasmanti, la tempistica di questa svolta rimane incerta. Sebbene l’NPO Splav stia facendo passi da gigante, le sfide legate allo sviluppo di un sistema d’arma così avanzato fanno sì che questa capacità sia probabilmente lontana anni dall’essere impiegata.
L’impatto potenziale di questa tecnologia sul campo di battaglia non può essere sopravvalutato, poiché migliorerebbe drasticamente la portata operativa e l’efficacia delle forze di artiglieria russe.
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