Energia
La Russia elimina l’obbligo di pagamento del gas tramite Gazprombank, ma questo non semplifica le cose
la Russia ora accetta per il gas anche pagamenti che non transitino tramite Gazprombank, ma quali banche se la sentiranno di rischiare di essere sanzionate per aver avuto movimenti finanziari con Mosca?
L’Unione Europea sta lavorando con gli Stati Uniti per attenuare il colpo senza compromettere la loro posizione comune contro Mosca. La Gazprombank, perno delle transazioni di gas naturale russo, è diventata un punto focale della strategia geopolitica ed energetica dopo le sanzioni imposte dagli Stati Uniti il mese scorso.
La decisione del Presidente Vladimir Putin di eliminare l’obbligo per gli acquirenti stranieri di affidarsi esclusivamente a Gazprombank per i pagamenti in rubli offre una certa flessibilità, ma non è servita a risolvere le sfide legali e logistiche che l’UE deve affrontare.
Le discussioni attuali vertono sulla possibilità di effettuare i pagamenti attraverso una filiale lussemburghese di Gazprombank o su canali completamente alternativi. La posta in gioco è alta: mentre la dipendenza dell’Europa dai gasdotti russi è crollata – da oltre il 40% delle importazioni nel 2021 a circa l’8% dello scorso anno – la Russia fornisce ancora quasi il 15% del fabbisogno combinato di gasdotti e GNL del blocco. Nel frattempo, la Norvegia e gli Stati Uniti sono diventati i principali fornitori dell’Europa, con quote rispettivamente del 30% e del 19%.
Il fatto di poter effettuare i pagamenti del gas anche tramite altre banche oltre che Gazprombank è visto con grande diffidenza in Europa. Le banche che facilitano i pagamenti del gas sono ancora non fiduciose nei confronti di qualsiasi passo falso che potrebbe metterle in violazione delle sanzioni. Slovacchia e Ungheria si sono trovate in posizioni particolarmente vulnerabili. L’Ungheria ha persino presentato una petizione agli Stati Uniti per ottenere una deroga alle sanzioni, desiderosa di assicurarsi un futuro energetico.
Anche la Turchia sta cercando di ottenere una deroga alle sanzioni statunitensi per continuare a utilizzare la banca per il pagamento delle sue importazioni di energia dalla Russia, e allo stesso tempo sta discutendo con i funzionari russi sul futuro del commercio e dei pagamenti energetici.
Il mese scorso, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato Gazprombank in quello che il Tesoro ha dichiarato essere “un altro passo importante nell’attuazione degli impegni presi dai leader del G7 per limitare l’uso del sistema finanziario internazionale da parte della Russia per promuovere la sua guerra contro l’Ucraina”. Probabilmente è stata questa misura a convincere Mosca a eliminare il monopolio dei pagamenti tramite la banca russa, ma ogni altro isituto di credito che si presti alla bisogna rischia di trovarsi nella stessa posizione.
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