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Difesa

La Russia crea il primo Reggimento di Missili antiaerei S-500 Prometheus

La Russia ha annunciato la formazione del primo reggimento antiaereo dotato di sistema antiaereo S-500 Prometheus, in grado di intercettare missili balistici e satelliti in orbita bassa. Il sisstema è anche stato presentato alla fiera militare Army-2024

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Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha annunciato la formazione del primo reggimento del sistema di difesa aerea missilistico S-500 sviluppato dalla Almaz-Antey.

Lo ha annunciato il capo dello Stato Maggiore della Federazione Russa Valery Gerasimov. La formazione della nuova unità, equipaggiata con i più recenti sistemi di difesa aerea S-500, permetterà alla Russia di migliorare le sue capacità di difesa missilistica strategica.

Il nuovo S-500 Prometheus TEL (Transporter Erector Launcher) di fabbricazione russa vieneanche  presentato per la prima volta al pubblico in occasione di Army-2024, una mostra sulla difesa che si terrà nella regione di Mosca, in Russia.

S-500 TEL e missile in mostra

L’immagine del nuovo sistema missilistico di difesa aerea di fabbricazione russa S-500 Prometheus TEL (Transporter Erector Launcher), rapidamente emersa online, è uno dei punti salienti dell’attesissima mostra, che mette in mostra le ultime innovazioni militari della Russia nonostante il teso clima geopolitico. Il debutto pubblico dell’S-500 sottolinea l’intenzione della Russia di dimostrare la sua forza militare e la sua abilità tecnologica sulla scena globale.

Ecco un video, da fonte X , con il sistema che viene mostrato in funzione e in fase di lancio:

L’S-500 Prometheus rappresenta un importante progresso nelle capacità di difesa aerea e missilistica della Russia, sviluppato da Almaz-Antey per sostituire l’attuale S-400 Triumf. Il sistema è progettato per colpire le minacce a una distanza massima di circa 600 km (373 miglia) per gli obiettivi aerei, un aumento sostanziale rispetto alla portata di 400 km (249 miglia) dell’S-400. È in grado di intercettare missili balistici a distanze fino a 500 km (310 miglia) e di ingaggiare bersagli ad altitudini fino a 200 km (124 miglia), il che lo rende in una posizione unica per contrastare sia le minacce atmosferiche che quelle vicine allo spazio, come i satelliti in orbita terrestre bassa.

Una delle caratteristiche più importanti dell’S-500 è la sua capacità di intercettare missili ipersonici che viaggiano a velocità superiori a Mach 5, con un tempo di reazione di soli 3-4 secondi, che gli consente di rispondere rapidamente alle minacce ad alta velocità e ad alta quota. Il sistema può tracciare e ingaggiare simultaneamente fino a 10 bersagli balistici che si muovono a una velocità di 7 km al secondo (circa 15.660 miglia orarie). È dotato di radar e sistemi di comando avanzati che gli consentono di stabilire le priorità e di ingaggiare bersagli multipli in ambienti con minacce complesse, ed è progettato per funzionare insieme ad altri sistemi di difesa aerea russi, come l’S-400, l’S-300 e il Pantsir-S1, creando una rete di difesa aerea stratificata e integrata.

Il Prometheus S-500 utilizza 2 nuovi tipi di missili: il 77N6-N e il 77N6-N1 a due stadi da 10 a 13 Mach in grado di distruggere i satelliti in orbita bassa nella termosfera terrestre. Quindi questi sistemi presentano una potenziale minaccia anche per le reti di satelliti LEO sia civili sia militari. Inoltre questi missili possono anche portare testate inerti adatte ad essere utilizzate contro testate nucleari.

L’introduzione del nuovo sistema missilistico di difesa aerea S-500 Prometheus nell’arsenale russo segna uno sviluppo cruciale nelle dinamiche della difesa globale, alterando potenzialmente l’equilibrio di potere nelle regioni in cui la Russia ha interessi strategici. Gli esperti ritengono che l’esposizione potrebbe anche servire alla Russia come piattaforma per assicurarsi nuovi contratti di difesa e rafforzare i legami militari con altre nazioni. L’inclusione dell’S-500 dovrebbe essere al centro delle trattative, in quanto i Paesi cercano di rafforzare i propri sistemi di difesa in risposta all’evoluzione delle minacce globali.


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