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LA RIFORMA DEL TITOLO V DEL 2001 – UN’IPOTESI SUL DECLINO DELL’ITALIA (di Bruno Detti)

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Nel 2001 è entrata in vigore una riforma del titolo V della Costituzione che ha ampliato le competenze delle regioni e introdotto la competenza concorrente tra stato e regioni su molte materie. (1)

Incomprensibilmente, non esiste uno studio completo e sistematico degli effetti che la riforma ha prodotto sull’economia italiana.

Esponiamo alcuni dati, fatti, opinioni.

AUMENTO DELLA SPESA REGIONALE

Secondo l’ufficio studi della CGIA di Mestre, dal 2000 al 2009 la spesa regionale è cresciuta di quasi 90 miliardi all’anno, da 119,3 miliardi a 209; l’aumento è stato del 75% a fronte di un’inflazione del 22,1%. (2)

E’ da notare che mentre la spesa regionale si impenna, la spesa dell’amministrazione centrale e dei comuni resta costante. (3)

Nel 2013 c’è stato un picco di spesa: secondo la Corte dei Conti “il comparto Regioni e Province Autonome ha registrato movimenti in uscita per 201,2 miliardi di euro nel 2011, 208,1 miliardi di euro nel 2012 e 256,1 miliardi di euro nel 2013” (4)

Ben 55 miliardi in più di soli due anni prima.

Non risulta che il dato sia stato riportato da nessun organo di informazione.

La spesa corrente degli enti locali è imputabile per il 22,8% agli 8.000, comuni, per il 4,5% alle 110 province e per il 72,7% alle 20 regioni. (5)

Pare quindi che la riforma del titolo V del 2001 abbia provocato una vera e propria voragine nei conti pubblici.

AUMENTO DELLA COMPLESSITÀ NORMATIVA E BUROCRATICA

Il professor Vito Tanzi, economista italo-americano, era sottosegretario all’Economia nel governo Berlusconi in carica all’entrata in vigore della riforma, approvata nella legislatura precedente.

Nel suo libro “Dal miracolo economico al declino?” riporta:

“Il federalismo aveva creato nuovi ostacoli e una giungla di regolamenti addizionali, piuttosto che facilitato le decisioni dei governi locali, come molti credevano che avrebbe fatto. La ragione è stata che molti dubbi e molte questioni irrisolte sono rimasti sull’assegnazione di varie responsabilità tra i vari livelli di governo. (…)

Più frammentazione istituzionale esiste in un paese e più complesse sono le leggi, più questo problema diventa comune. In Italia questo problema ha assunto dimensioni enormi” (6)

Dal 2001 al 2017 la Corte Costituzionale ha dovuto emettere 2.110 sentenze in tema di conflitto di competenze tra Stato e Regioni. (7)

Migliaia di controversie che hanno paralizzato per anni le attività oggetto delle normative contestate, in attesa della sentenza.

Tito Boeri ha osservato:

“Sempre più imprese criticano l’eccessiva eterogeneità, da regione a regione, delle leggi applicative di norme nazionali, che in questo modo finiscono per essere un ostacolo all’iniziativa privata.” (8)

Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria per la Semplificazione e l’Ambiente ha scritto:

«Le imprese hanno bisogno di sistemi regolatori e amministrativi uniformi, stabili e standardizzati per poter investire. L’attuale attribuzione alla competenza concorrente di materie a rilevanza strategica nazionale e la dilatazione dei processi decisionali ha contribuito a non rendere particolarmente attrattivo il nostro Paese». (9)

Reiner Masera ha scritto su Repubblica:

“Nei fatti, il Titolo V della Costituzione ha contribuito a moltiplicare leggi e centri di spesa, senza portare a un virtuoso controllo dal basso. Si sovrappongono in Italia troppi centri che scrivono leggi che si intersecano – spesso incoerenti e ambigue – con burocrazie di controllo inevitabilmente in contraddizione.

Le imprese e i cittadini hanno bisogno di sistemi legislativi, regolatori e amministrativi semplici, stabili, efficienti, efficaci. Viceversa, il moltiplicarsi e l’opacità dei metodi e dei processi normativi rappresenta una debolezza strutturale del sistema Italia, ne frena inesorabilmente la produttività. Il proliferare di leggi, norme e regolamenti è alla radice delle stesse inefficienze della pubblica amministrazione. (10)

Il giudizio di Sabino Cassese sugli effetti della riforma del titolo V della Costituzione varata nel 2001 rispetto al lavoro della Corte Costituzionale è severamente negativo:

La Corte continua ad essere impegnata da questioni portate in via principale dal governo contro regioni e da regioni contro il governo. Si tratta di un lavoro modesto, di determinazione dei confini, che nasce dall’infelice formulazione della modifica costituzionale del 2001 e svilisce la funzione della Corte. Tra giudici ci confessiamo spesso sottovoce che le regioni andrebbero soppresse, perché qui si annidano clientelismo, faciloneria, mani bucate, disprezzo per la cosa pubblica” (11)

AUMENTO DELLA CORRUZIONE

La corruzione, essendo occulta, è difficile da quantificare.

Nel 2014 ben 15 amministrazioni regionali su 20 erano sotto inchiesta per peculato o reati diversi (12)

La maggior parte dei processi sono ancora in corso.

La Cassazione il 30 marzo 2018 ha condannato per vari reati 13 dei 15 politici valdostani imputati nel processo sull’impiego dei fondi dei gruppi del Consiglio Regionale. (13)

Condanne in primo o in secondo grado si sono avute nelle altre regioni, dalla Lombardia alla Calabria.

Sono stati tutti condannati i 25 imputati del processo d’appello, a Torino, per la ‘Rimborsopoli’ degli ex consiglieri regionali del Piemonte. (14)

Secondo uno studio diretto dal professor Rocco Sciarrone, docente di sociologia della criminalità organizzata presso l’Università di Torino, il maggior numero di casi di corruzione non riguarda l’amministrazione centrale ma le amministrazioni comunali o regionali. (15)

Dal suo qualificato punto di osservazione, Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha usato ripetutamente parole dure come pietre:

10 novembre 2014: “La norma più criminogena, non come paradosso, ma perché credo che sia così, è la riforma del Titolo V della Costituzione che è scritta malissimo. Ha aumentato i centri di spesa con un logica senza senso che ha portato a situazioni in cui enti come le Regioni hanno speso fiumi di danaro senza senso. Quando sono stati scoperti quei fatti illeciti ci si poteva aspettare antidoti in prospettiva futura, invece non è accaduto”. (16)

19 ottobre 2015: “Purtroppo il post-Tangentopoli ha prodotto norme che hanno finito per facilitare la corruzione: abuso d’ufficio, falsi fiscali, prescrizione. La più criminogena è la riforma del titolo quinto della Costituzione che ha spostato la capacità di spesa in zone sottratte al controllo: le rimborsopoli delle Regioni sono frutto di questo.” (17)

7 giugno 2016: “ha aumentato i centri di spesa, ridotto i controlli e creato meccanismi di sovrapposizione tra Stato, Regioni, Province, in cui non si capisce chi fa cosa”. (18)

12 novembre 2016 «La riforma del titolo V del 2001 è stata un disastro. Si sono moltiplicate le competenze secondo la logica dell’aumento di spesa. Se dai il turismo alle Regioni, ti devi aspettare che qualcuno apra le “ambasciate” non solo a Roma, ma anche in Cina e Australia…». (19)

23 aprile 2017 “La decentralizzazione regionale e la riforma del Titolo V del 2001 è una delle riforme più criminogene del Paese e l’effetto più devastante è nella sanità dove ci sono troppi soldi che girano e c’è grande discrezionalità nell’utilizzo”. (20)

11 gennaio 2018: Alla domanda di Duilio Giammaria sulle Regioni che gestiscono la sanità, Cantone risponde che “la riforma del titolo V della Costituzione è una delle norme più criminogene da sempre. Quando si creano sovrapposizioni di competenze si creano meccanismi che generano sprechi.” (21)

EFFETTI SULLA PRODUTTIVITÀ

La produttività del paese, in precedenza già piuttosto stagnante, dal 2001 ha iniziato a calare drammaticamente. (22)

Dal «Compendio degli indicatori sulla produttività», realizzato dall’Ocse risulta che tra il 2001 e il 2007 l’Italia è ultima in assoluto con una flessione della produttività multifattoriale dello 0,49% annuo, con l’unico segno meno tra i circa 40 Paesi presi in considerazione. (23)

Qual è la causa di questo collasso?

I fattori che influenzano la produttività sono di ordine strettamente economico o istituzionale.

Per i fattori economici:

– capitale fisico (impianti e macchinari): l’Italia ha investito il doppio della Germania, ma la produttività tedesca è aumentata del doppio di quella italiana.

– capitale umano (qualificazione dei dipendenti): quello italiano è inferiore a quello di Francia e Germania, ma è cresciuto rispetto al decennio precedente

– investimenti in ricerca e sviluppo: bassi, ma aumentati in misura pari a quelli della Germania e maggiori rispetto agli altri paesi.

L’unico elemento rilevante che peggiora, unitamente alla produttività, è il governo del paese, misurato dagli Indicatori di Governance Worldwide (WGI) della Banca Mondiale.

I tre indicatori più importanti sono:

– the rule of law (le normative)

– government effectiveness (l’efficacia della pubblica amministrazione e l’efficienza dei servizi pubblici)

– il controllo della corruzione.

Le prestazioni dell’Italia per tutti e tre gli indicatori sono drammaticamente peggiorate negli anni considerati.(24)

Che cosa è successo nel 2001 che possa avere avuto influenza sulle normative, l’efficienza della pubblica amministrazione e la corruzione?

La riforma del titolo V della costituzione.

ULTIMA CONSIDERAZIONE

La riforma costituzionale del 2016, bocciata dal referendum del 4 dicembre, era anche una controriforma del titolo V. La normativa sarebbe tornata simile a quella precedente al 2001.

Nell’ampio dibattito sulla riforma costituzionale molti hanno criticato la riforma del senato, mentre quasi nessuno ha difeso l’attuale regolamentazione delle competenze delle regioni.

Al contrario, sulla sostanziale abolizione della riforma del titolo V del 2001 hanno fatto fronte comune sia gli imprenditori di Confindustria, come visto sopra, che i lavoratori della Cisl; il segretario della Fim-Cisl Marco Bentivogli ha più volte definito l’attuale formulazione del titolo V “un mostro”. (25)

Può darsi che ciò dipenda dal fatto che la riforma del 2001 è indifendibile.

E può darsi che la mancanza di uno studio sui suoi effetti economici non sia poi così incomprensibile.

Note

1) La riforma del Titolo V della Costituzione (Legge Costituzionale n. 3/2001) è entrata in vigore l’8 novembre 2001 dopo l’approvazione parlamentare dell’8 Marzo 2001 ed il referendum confermativo del 7 ottobre 2001. http://www.parlamento.it/parlam/leggi/01003lc.htm

2) http://www.cgiamestre.com/arti coli/791

3)https://www.wikispesa.it/Regioni_-_Andamento_dei_trasferimenti_e_della_spesa_corrente

4) Corte dei Conti – Relazione al Parlamento sugli andamenti della finanza territoriale per gli anni 2011-2012-2013 – Volume I – Analisi dei flussi di cassa, pagina 100.

http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_autonomie/2014/delibera_20_2014_sezaut_frg_vol_I.pdf

Da notare:

– L’aumento di spesa non deriva dalla sanità, la cui spesa è sostanzialmente invariata.

– La spesa per acquisto di beni e servizi è aumentata di oltre il 60%

(gli enti pubblici che hanno centralizzato gli acquisti tramite Consip hanno ridotto le spese del 22%.)

– Le uniche voci in cui c’è stata una riduzione di spesa sono quelle in cui, in barba alla loro autonomia, le regioni hanno dovuto obbedire alle prescrizioni del governo centrale (costi della politica, studi e consulenze, spese di rappresentanza).

5) Una proposta per il riassetto delle Province – Unione Province Italiane – Assemblea Unione Province Italiane – Roma – 06 dicembre 2011, pagine 21 e 23

https://www.provinceditalia.it/wp-content/uploads/docs/contenuti/2011/12/11-12-06%20-%20UPI%20-%20Proposta%20riassetto%20province.pdf

6) Vito Tanzi, Dal miracolo economico al declino?, Jorge Pinto Books, pagina 63 e seguenti

7)http://www.associazionenazionaleforense.it/alla-corte-costituzionale-il-68-di-ricorsi-in-meno/

8)https://www.internazionale.it/ opinione/tito-boeri/2014/03/ 26/20-000

9)https://www.ilfoglio.it/politica/2016/10/14/news/vi-spiego-come-abbiamo-convinto-confindustria-a-votare-si-105345/

10)https://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2018/02/19/news/troppi_legislatori_litalia_ha_il_freno_a_mano_tirato-189202912/?ref=search

11)https://www.ilfoglio.it/libri/2015/05/19/news/perche-la-consulta-va-riformata-parla-un-ex-giudice-cassese-83972/

12)https://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/spese-pazze-regioni-consiglieri-peculato/

(13)http://www.ansa.it/valledaosta/notizie/2018/03/30/fondi-vda-13-condanne-e-2-assoluzioni_3bb78b1c-52d7-418a-b6fd-958ddc1d1644.html

(14)https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/16/corruzione-lo-studio-sempre-piu-in-comuni-e-regioni-dopo-mani-pulite-64-parlamentari-coinvolti-in-indagini/3264123/

(15)http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2018/07/24/rimborsopoli-piemonte-tutti-condannati_f6791b55-be3b-4c1e-b668-89ba64e92795.html

(16) Al forum ‘ Anticorruzione e trasparenza’ tenutosi a Napoli presso la sede del Tar della Campania

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Cantone-Norma-criminogena-la-riforma-del-Titolo-V-Costituzione-91737009-8668-4d93-8139-74b73cc33138.html

17)https://www.repubblica.it/economia/2015/10/19/news/cantone_grave_errore_aumentare_il_contante_la_corruzione_si_batte_con_una_svolta_politica_-125398527/?ref=search

18)https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/corruzione-cantone-riforma-del-titolo-v-della-carta-e-criminogena_3013135-201602a.shtml

19)https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_novembre_13/riforma-stato-regioni-giusto-rimettere-cose-posto-5bf259ce-a91b-11e6-b875-b27331f307f4.shtml

20)http://www.askanews.it/politica/2017/04/23/cantone-la-riforma-del-titolo-v-della-costituzione-%C3%A8-criminogena-pn_20170423_00049/

21)http://www.regioni.it/news/2018/01/11/sanita-cantone-riforma-titolo-v-norma-criminogena-546880/

22) Dino Pinelli, István Székely, Janos Varga – Italy’s productivity challenge, 22 dicembre 2015 https://voxeu.org/article/italys-productivity-challenge

Vedi figura 2

23)https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-06-26/produttivita-italiana-l-impietosa-classifica-dell-ocse-174721.shtml?uuid=AE2owoCF

24) Daniel Gros – What is holding Italy back? 9 novembre 2011

https://voxeu.org/article/what-holding-italy-back

25) “Ma il motivo più forte che lega la riforma al lavoro è che abbatte il mostro del Titolo V. La potestà normativa delle Regioni cozza con le politiche sociali, industriali ed energetiche. Ci sono storie di elettrodotti interrotti perché tra una Regione e l’altra cambiavano gli standard.”

http://www.fim-cisl.it/2016/11/23/referendum-costituzionale-bentivogli-voto-si-ma-renzi-smetta-di-fare-il-guascone/

“D- Anche voi appoggiaste la riforma del Titolo V che attribuì più poteri alle Regioni.

R- Sbagliammo, dovrebbe ammetterlo anche D’Alema. A 15 anni di distanza si è dimostrato un disastro, è uno dei motivi per i quali non esiste una politica energetica nazionale mentre i contenziosi tra Stato e Regioni sono aumentati di nove volte.”

http://www.fim-cisl.it/2016/11/21/referendum-costituzionale-bentivogli-la-vera-catastrofe-se-resta-tutto-cosi/

“Spero sia chiaro a tutti che senza il superamento della frammentazione di politiche e di servizi prodotta dal mostro del Titolo V della Costituzione la missione sarà impossibile”

http://www.fim-cisl.it/2017/01/02/bentivogli-con-retorica-e-bandierine-non-riparte-ne-industria-ne-lavoro/


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