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La richiesta “Modesta” di Zelensky a Trump: missili Tomahawk per colpire Mosca
Zelensky alza la posta con Trump: chiede i missili Tomahawk per colpire Mosca. Una mossa disperata per negoziare o un passo verso l’escalation totale? Biden disse di no, ma Trump si mostra “aperto” al rischio.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante un incontro con il presidente americano Donald Trump, ha alzato la posta in gioco in modo quasi sconsiderato. La richiesta? Fornire all’Ucraina i missili da crociera Tomahawk, armi capaci di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo, fino a raggiungere Mosca e ben oltre
Secondo quanto riportato da Axios, Zelensky avrebbe presentato questa richiesta non come uno strumento per intensificare il conflitto, ma, paradossalmente, per porvi fine. L’argomentazione, piuttosto audace, è che la semplice minaccia di poter colpire il cuore del potere russo costringerebbe Vladimir Putin a sedersi al tavolo dei negoziati con intenzioni finalmente serie. “Non significa che li useremo,” avrebbe detto Zelensky, “ma se li avremo, penso che sarà una pressione aggiuntiva su Putin per sedersi e parlare”. Una sorta di deterrenza al contrario, dove si chiede un’arma offensiva per scopi formalmente difensivi e negoziali.
Un salto di qualità pericoloso
Per comprendere la portata della richiesta, è utile confrontare i missili Tomahawk con gli armamenti a lungo raggio già in dotazione a Kiev, come gli ATACMS, anch’essi forniti dagli Stati Uniti. Solo che gli ATACMS , per quanto potenti, appartengono ad una classe completamente diversa rispetto ai missili lanciabili dagli HIMARS.
Il “No” di Biden e l'”Apertura” di Trump
Questa non è la prima volta che Kiev avanza una simile richiesta. L’amministrazione precedente, guidata da Joe Biden, aveva respinto una proposta analoga, giudicandola eccessivamente rischiosa. Il timore, più che fondato, era che fornire armi capaci di colpire Mosca e di eludere i più moderni sistemi di difesa aerea russi potesse innescare un’escalation incontrollabile, trascinando la NATO in un conflitto diretto con la Russia.
Ora, però, Zelensky sembra aver trovato un interlocutore più possibilista. Secondo il Wall Street Journal, Trump si sarebbe mostrato “aperto” all’idea di rimuovere le restrizioni sull’uso di armi americane in territorio russo, pur senza prendere alcun impegno formale. Durante l’incontro, avrebbe risposto a Zelensky con un diplomatico ma significativo “ci lavoreremo”.
Le intenzioni di Zelensky, d’altronde, non sembrano lasciare molto spazio all’immaginazione. In un’altra dichiarazione ad Axios, ha affermato che i funzionari russi “devono sapere dove sono i loro rifugi antiatomici”, aggiungendo che “se non fermeranno la guerra, ne avranno bisogno in ogni caso”. Un messaggio che suona molto più come una minaccia diretta che come un invito al dialogo.
La palla ora è nel campo di Trump, che dovrà decidere se giocare una partita ad altissimo rischio, dove il confine tra deterrenza e Terza Guerra Mondiale si fa pericolosamente sottile.
Domande e Risposte per i Lettori
1. Perché Zelensky ritiene che avere missili a così lunga gittata possa favorire i negoziati?
L’idea di Zelensky si basa sul concetto di “negoziazione da una posizione di forza”. Sostiene che se l’Ucraina avesse la capacità credibile di colpire obiettivi strategici come Mosca, il Cremlino percepirebbe un livello di minaccia intollerabile. Questo, nella sua visione, costringerebbe Putin a cercare una pace a condizioni più favorevoli per Kiev, piuttosto che rischiare attacchi diretti al cuore del proprio Paese. È una scommessa ad altissimo rischio, che presuppone che la Russia reagisca con la diplomazia e non con un’ulteriore e più devastante escalation militare.
2. Qual è la differenza fondamentale tra i missili Tomahawk e quelli che l’Ucraina ha già ricevuto?
La differenza principale è la gittata e lo scopo strategico. I missili ATACMS, già forniti, hanno una portata di circa 300 km e sono usati per colpire obiettivi tattici come centri di comando, logistica e truppe concentrate dietro le linee del fronte. I Tomahawk, invece, sono missili da crociera con una gittata di oltre 1.600 km. Questa enorme portata li trasforma da arma tattica a strategica, rendendo vulnerabili non solo le basi militari lontane, ma anche le principali città russe, inclusa la capitale Mosca
3. Perché l’amministrazione Biden aveva rifiutato questa richiesta e quali sono i rischi reali?
L’amministrazione Biden ha rifiutato per il timore di un’escalation incontrollabile. Fornire armi capaci di colpire Mosca è visto da molti analisti come il superamento di una “linea rossa” per la Russia. I rischi sono enormi:
- Reazione Russa: Mosca potrebbe rispondere in modo sproporzionato, utilizzando armi ancora più distruttive o allargando il conflitto.
- Coinvolgimento Diretto della NATO: Se un missile di fabbricazione statunitense colpisse Mosca, la Russia potrebbe considerarlo un attacco diretto da parte degli USA, con conseguenze imprevedibili che potrebbero portare a un conflitto aperto tra potenze nucleari.

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