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LA QUARTA GUERRA D’INDIPENDENZA

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Emmanuel Macron ha dichiarato che – se continuiamo così – c’è il rischio di una “guerra civile europea”. I media continentali si sono scappellati dinanzi alla prodigiosa alzata d’ingegno. Quelli italiani, poi, organi di stampa di una nazione da sempre avvezza a fare i giri delle cancellerie altrui con il cappello in mano, sono andati addirittura in sollucchero. “Aiuto, scoppia la guerra civile, l’ha detto Macron!” dovrebbero strillare in coro le casalinghe di Voghera, e le loro equivalenti d’oltralpe, così come hanno pigolato, preoccupate, tutte le teste d’uovo dell’intellighenzia di casa nostra. Ma forse non accadrà, perché la casalinga di Voghera ormai –  a livello di acume politico –  le teste d’uovo se le mangia a colazione, col bacon. E ha capito, a differenza loro, che Macron ci sta manipolando. Una volta, un leggendario allenatore di nome Vujadin Boskov disse: “Rigore è quando arbitro fischia”. Oggi direbbe: “Guerra civile è quando unico stato implode”. Nel caso dell’Europa non c’è, per ora e ufficialmente, un unico-stato-centrale, ma solo nazioni, per ora e ufficialmente, sovrane. C’è poi una vermiforme infrastruttura burocratico-parassitaria, a vocazione evidentemente ‘imperiale’, attorcigliata come una tenia su tali nazioni. Essa si avvale, onde prevalere, non già (come nei secoli andati) della forza visibile del cannone, ma di quella invisibile dei cosiddetti trattati. Quindi la UE è per l’Italia (e per la Francia e per gli altri venticinque) ciò che l’Impero Austroungarico era per il Regno Lombardo Veneto nell’Ottocento. La storia ci può aiutare a demistificare. Quando un’entità statuale di antica tradizione si ribella a un’entità sovra-statuale prevaricante si parla di guerra d’indipendenza, non di guerra civile. Essa non viene combattuta tra i cittadini di uno stesso paese, ma dai cittadini di un Paese contro le forze occupanti di una potenza ritenuta sostanzialmente illegittima. Quindi, Macron inquina i pozzi quando parla di ‘guerra civile’ europea perché con due sole parole dà per scontate una serie impressionante di bufale: che ci sia un unico-stato-europeo di cui tutti ci riconosciamo ormai compatrioti, che all’interno di questo stato cospirino dei cittadini sediziosi e cattivi (i populisti) e che – Dio non voglia! –  dovesse mai scoppiare un conflitto, le regole d’ingaggio devono essere chiare fin da subito: i ‘cow boy’ sono i cittadini europei e gli ‘indiani’ i vituperati sovranisti grondanti egoismo nazionale. Urge, perciò, una guerra preventiva di carattere lessicale contro le menzogne di Macron. L’arma vincente ed esplosiva si chiama verità ed è declinabile in scarni concetti. Uno: l’Europa Unita non è il Sogno destinato ad allontanare gli Stati europei dalla loro propensione alle guerre fratricide, ma esattamente il contrario; ci sta avvicinando ad esse. In tal senso,  l’allarme di Macron è la più clamorosa smentita dell’equazione babbea ‘Più Europa uguale Pace’.  Due: l’eventuale contesa intra-europea che dovesse scoppiare non sarebbe una guerra civile, ma una guerra d’indipendenza. Cambia tutto, sapete. Rifletteteci. Pensate alle diverse emozioni suscitate dai due termini in questione: ‘civile’ e ‘d’indipendenza’. Il primo evoca il dubbio su quale sia la parte giusta per cui schierarsi, il secondo solo un patriottico senso d’orgoglio e d’appartenenza.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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