Attualità
La propaganda paradossale dei media italiani contro la Brexit (di Marco Minossi)
La propaganda paradossale dei media italiani contro la Brexit
Considerazioni ferragostane che ci ricordano per l’ennesima volta lo stato socio-economico pietoso di questa nostra nazione ( no, non ci riferiamo alle immagini di autostrade e spiagge, né ci domandiamo perché quel famoso e imprescindibile Referendum non abbiano pensato di farlo direttamente lì ed ora, in considerazione dell’affluenza che invece avrà ).
Non pensiamo neppure ai controlli di polizia nei porti, con lo stato che ti rende bulgara la vacanza mettendoti ulteriormente in coda, e poi le mani nelle tasche, dopo averlo appena fatto a giugno nelle forme consuete; lo fa nel nome di un terrorismo di comodo – e comunque incontrollabile – che vuole legittimare l’ ingerenza più totale nella libertà personale.
Pensiamo invece a quanto si continua a dire e a scrivere sulla Brexit, fenomeno di cui in autunno si occuperà ormai presumibilmente, per quanto riguarda la sua ufficiale proclamazione, anche la nota trasmissione “Chi l’ha visto”.
Gli organi di informazione nostrani, forti del fatto che l’Italia è uno dei pochissimi paesi cosiddetti sviluppati a non avere testate, né tantomeno un canale news satellitare in lingua inglese ( quindi nessun problema di smentite estere che sarebbero immediate), continuano a parlare di misure della Bank of England a difesa dalla ( e non “della”) Brexit stessa.
Motivo? Il fatto che il signor Mark Carney, Governatore della Bank of England, ha dispiegato un programma di Quantitative Easing a beneficio del Regno Unito, intervento denominato Term Funding Scheme (TFS), che consiste in immissione nel sistema della liquidità di ulteriori 60 miliardi di UKPounds per l’acquisto di obbligazioni governative britanniche, oltre a 385 miliardi già ultimamente profusi, più 10 miliardi per l’acquisto diretto di “corporate bond” (quindi un finanziamento totale e senza rischio alle grandi imprese, con la BoE come sottoscrittore “di ultima istanza” ), più ancora altri 100 miliardi per la messa in ulteriore sicurezza degli istituti di credito ( misura che fa seguito, va ricordato, alla nazionalizzazione di fatto già tempestivamente operata nel 2012 su una serie di banche, tra cui Lloyds e Royal Bank of Scotald per citare solo le più note).
La regola di ingaggio stabilita dalla BoE per le banche britanniche per accedere al finanziamento è una sola, l’unica necessaria: che le risorse arrivino a chi produce.
Premesso che dei 10 miliardi per le obbligazioni aziendali non ci sarà bisogno, in quanto gli investitori internazionali grandi (che hanno tutti e tutti mantengono sedi a Londra ) e quelli istituzionali le sottoscriveranno avidamente, è mai possibile che a nessuno qui da noi venga in mente la chiave di lettura più ovvia? Cioè che proprio la fuoriuscita democratica dall’ EU sta liberando in autonomia alle imprese e alle famiglie inglesi ( famiglie + imprese = economia reale ) le stesse risorse che servirebbero ad esempio all’ Italia, e che l’ ignobile trucchetto degli “stress test” non rende attuabili?
E’ vero che, come disse il buon Tremonti (quello dei bond pagati dallo Stato al 13% al Monte dei Paschi quando i tassi medi erano al 4%, fosse almeno servito), le banche italiane non hanno derivati in pancia perché i banchieri non conoscono la lingua inglese; è vero che in Italia tanti rappresentanti e dirigenti di enti preposti alla promozione dell’ export l’inglese neppure lo parlano ( e anche qui, risultati alla mano si stenda un velo pietoso). Ma far passare un deciso e libero sostegno allo sviluppo economico di una grande nazione per una seduta di chemioterapia – dicendocelo tra di noi dentro casa perché mezzi di informazione internazionali non li abbiamo – ci sembra davvero sfacciato. Come se il malato non fosse l’italiano che commenta, commentatore peraltro monoglotta.
Nel nostro povero paese sono usciti recentemente i dati sul PIL: una pena, neppure li ricordiamo, per imbarazzo e vergogna; poi quelli sull’ occupazione: 9 contratti di lavoro farlocchi ogni 10, in seguito al Jobs Act. Supponiamo che un governo sia equiparabile al Board di un’ azienda: chi non sarebbe tenuto a rispondere a soci e dipendenti di mala gestione, in condizioni esogene favorevoli come non mai, ad esempio con tassi di interesse bassissimi o nulli ( o addirittura negativi, come nell’ ultimo collocamento del 10 agosto scorso ), e con un prezzo medio della materia prima principale mai così irrisorio? Chi non sarebbe stato capace, lasciando anche perdere la bravura, di ridurre drasticamente il debito pubblico invece di portalo al record olimpionico di 2.248,8 miliardi di euro, con un aumento di 7 miliardi soltanto nell’ ultimo mese?
Tutto ciò, potendo anche contare su una leva fiscale reale che raggiunge il 65% sulle imprese, che poi sarebbero le presunte colpevoli di quei non-performing-loans da 197,8 miliardi al 30 giugno che stanno rendendo inerti le pur virtuosissime banche…
Stiamo in un paese in cui l’economia reale non ha visto quasi nulla della liquidità del Quantitative Easing di Mario Draghi ( 60 miliardi di euro suonanti al mese dal 9 marzo dello scorso anno, e solo qualche mutuo in più per qualche famiglia già ricca), per colpa dell’ EBA e dei suoi stress stess, peraltro tecnicamente scorretti come ha evidenziato lo ZEW, autorevole centro studi di Mannheim, Germania, e soprattutto come continua a dimostrare la speculazione di Borsa incessante sulle banche italiane, che ne ha considerato i recenti responsi tutt’altro che rassicuranti. Ed anche, a causa delle sciagurate politiche bancarie di tutti i recenti governi, nessuno escluso ( es. i 4 miliardi del governo Monti nel 2012 a Monte dei Paschi, l’intero gettito IMU di quell’ anno …. fossero almeno serviti …). Come è possibile allora parlare e scrivere in Italia di pericoli eventuali insiti in una fuga dall’ Unione Europea di chicchessia, quando ti mordono nella carne viva sempre di più le perversioni reali e consolidate dell’appartenenza a questo grande imbroglio? Fino a quando la casta nazionale e le sottocaste locali avranno forza e denaro (?) per corrompere i media? Fino a quando faremo parte di questo mostro sovranazionale burocratico e tecnocratico, a quanto pare.
Marco Minossi
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