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LA PRIMAVERA USA di Nino Galloni

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img_8918Politici sull’orlo di una crisi di nervi: Junker attacca Trump in modo spropositato, inusuale, irrituale.

Trump non salverà nemmeno la sua di Patria, ma ha messo in fila l’ennesima brutta figura dei padroni del vapore; questa gente che ci governa, molto male, con qualche eccezione, ormai soffre della sindrome di Antonietta.

Non capendo cosa sta succedendo (il mondo che gli crolla intorno) rispondono al crescente disagio popolare con altrettanto crescente confusione: “Il popolo è in rivolta perché non ha piu’ pane”, riferirono alla Regina ed ella ribatte’ “allora mangino le brioches!”.
Ma non sarà una fine rapida e indolore perché gli avversari dei poteri non hanno ne’ un programma adeguato, ne’ un’organizzazione all’altezza dei compiti.

Per contro la finanza, scottata dalla elezione di Trump, sta facendo prove di destabilizzazione anche in casa propria, ammesso che una casa ce l’abbia: ed ecco iniziare una “primavera USA” in cui migliaia di persone scendono in piazza e cominciano a sparare di qua e di là.

Scene già viste negli Stati nordafricani o mediorientali da destabilizzare (o, come dicevano le br, da disarticolare).
Ma Trump si difende: dovrebbe assumere un boss della J.P.Morgan al Tesoro (per tranquillizzare i mercati), lasciare a Black Rock l’invasione dell’Europa mediterranea, recuperare – dice – in parte il piano sanitario di Obama.

Non si sa se sentirà la sirena ambientalista impersonata dalla ministra di Hollande, se darà un peso al nostro Renzi, se cercherà di disinnescare la bomba della secessione scozzese senza tradimenti della Brexit.
Di certo ci sarà un miglior clima con la Russia che potrebbe servire ad assestare il colpo mortale al cosiddetto terrorismo arabo orgnanizzato (indovinate da chi?).

La deriva del disagio popolare targato Brexit, Colombia, Turchia, Italia, Ungheria eccetera continua senza che i padroni del capitale finanziario capiscano il baratro che li attende, senza che chi dovrebbe orientare il potere verso la raggiungibile alternativa sappia cogliere l’occasione della Storia, definire programma e progetto, organizzarsi per benino.

Forse il cambiamento potrebbe marciare su binari inconsueti, forse la crescita delle coscienze avverrà in modi inaspettati, forse la perdita di valore della moneta spingerà le forze ad apprezzare di più le cose reali e quello che da’ veramente senso all’esistenza.
Se la gente capisse quanto sarebbe facile creare la moneta che serve all’economia, la corsa al profitto perderebbe di significato e solo il lavoro (nelle sue varie espressioni creative, artistiche, tecniche, scientifiche, imprenditive, manageriali, ecc.) e non anche il capitale sarebbe da considerare fattore produttivo.

Nino Galloni


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