Finanza
La prima crepa nel boom dell’AI? Oracle sommersa dai debiti per i data center, Barclays avverte: “Rischio ‘Junk Bond'”
La bolla dell’AI inizia a sgonfiarsi? Oracle sommersa dai debiti per la corsa ai data center: la cassa rischia di finire entro il 2026 e le banche (come Barclays) declassano il debito a un passo dal livello ‘spazzatura’.

Brutte giornate per Oracle, uno dei colossi tecnologici che cavalca l’onda (o lo tsunami) dell’Intelligenza Artificiale. Dopo un mese difficile in borsa, il titolo è finito sotto la lente delle banche d’affari, che iniziano a suonare un campanello d’allarme.
L’ultima, in ordine di tempo, è Barclays, che ha seguito a ruota JPMorgan ed Erste Group nel rivedere al ribasso le prospettive sul debito della società. Il motivo è semplice e, per certi versi, paradossale: la gigantesca, e costosissima, corsa agli armamenti per l’infrastruttura AI sta prosciugando la cassa e gonfiando i debiti a un livello che inizia a far paura.
Intanto il titolo è ormai in calo da un mese, un segnale non positivoper il settore che sta ricevendo ampi fondi, e investendo, nella AI:
L’avvertimento di Barclays: Cassa vuota e “Titoli Spazzatura”?
Il team di Fixed Income Research di Barclays è stato piuttosto diretto, declassando il rating sul debito di Oracle a “Underweight” (l’equivalente di “vendere”).
Secondo gli analisti, le spese in conto capitale (CapEx) di Oracle per soddisfare i suoi grandi contratti nel settore AI stanno superando di gran lunga la capacità dell’azienda di generare flusso di cassa (Free Cash Flow).
Tradotto dal linguaggio finanziario: Oracle sta spendendo molto più di quanto incassa e, per farlo, deve attingere pesantemente a finanziamenti esterni, cioè indebitarsi.
La previsione di Barclays è severa:
- Oracle affronterà un “significativo gap di finanziamento” a partire dall’anno fiscale 2027 (che inizia a giugno 2026).
- Di questo passo, la società potrebbe esaurire le sue riserve di cassa entro novembre 2026.
- Il rating creditizio di Oracle potrebbe scendere fino a BBB-, la soglia minima dell’investment grade, appena un gradino sopra il livello “junk” (titolo spazzatura).
Una scommessa colossale (e indebitata)
Il problema non è solo di Oracle, ma la sua situazione, come nota Barclays, è “particolarmente prominente”. L’intera industria hyperscale sta finanziando la corsa all’oro dell’AI emettendo obbligazioni su obbligazioni, mettendo sotto pressione i mercati del credito.
Ma i numeri di Oracle sono fuori scala rispetto ai concorrenti:
- Oracle: Rapporto debito/capitale proprio (Debt-to-Equity) del 500%
- Amazon: 50%
- Microsoft: 30%
- Meta e Google: Livelli ancora più bassi
Oracle, in pratica, sta scommettendo la casa sull’AI in modo molto più aggressivo dei suoi rivali.
Il cuore del problema sono i costi di costruzione dei data center AI, che secondo i dati di settore citati da Barclays, possono costare fino a 50-60 miliardi di dollari per gigawatt, il triplo di un data center tradizionale (con oltre metà del costo destinato all’acquisto di hardware, come le GPU di Nvidia).
Non a caso, già a ottobre JPMorgan (che ha tagliato il rating a “Neutral”) stimava che Oracle puntasse a spendere oltre 35 miliardi di dollari in capitali quest’anno. Un vero buco nero per la liquidità. Non è un caso che il calo nel valore dei titoli di Oracle sia soprattutto avvenuto dopo il downgrading di JP Morgan.
I segnali d’allarme nel bilancio
Anche Erste Group, che ha declassato il titolo a “Hold” (mantenere), ha evidenziato diverse criticità, nonostante la crescita dei ricavi (+9,67% negli ultimi 12 mesi) spinta dal cloud.
Gli analisti di Erste hanno citato un rapporto P/E (Prezzo/Utili) molto elevato (56.29) e un leggero declino nel business tradizionale del software. Ma i dati più preoccupanti arrivano dritti dal bilancio:
- Debito totale: 111,62 miliardi di dollari.
- Current Ratio: 0,62. (Un valore sotto 1 indica che le passività a breve termine superano le attività liquide a breve termine: un classico segnale di allarme per la liquidità).
- Return on Assets (ROA): In calo al 7,66%, suggerendo una minore efficienza nel convertire gli investimenti in profitti.
- Free Cash Flow (Levered): Negativo per 5,88 miliardi di dollari.
In sintesi: il business tradizionale frena, i debiti aumentano, la liquidità scarseggia e gli investimenti (per ora) non rendono come dovrebbero. La AI è una promessa per ora poco redditizia.
Non tutti sono pessimisti
Eppure, come in ogni scommessa che si rispetti, c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno. Oracle continua a siglare alleanze strategiche (come quella con Ci4CC per l’AI in oncologia) e a lanciare nuove piattaforme (come Digital Assets Data Nexus per le blockchain).
Inoltre, UBS ha recentemente ribadito il suo rating “Buy” (comprare) con un ambizioso target price di 380 dollari. Secondo l’analisi di UBS, la maggior parte dei clienti di Oracle pianifica di aumentare i propri investimenti sulla piattaforma.
La strategia di Oracle è chiara: spendere tutto oggi, e anche di più, per dominare il mercato AI di domani. La domanda, che analisti come Barclays si pongono, è se l’azienda riuscirà a restare solvibile abbastanza a lungo per raccogliere i frutti. O se, come teme qualcuno, l’impero dell’AI stia iniziando a mostrare le prime, costose, crepe.
Domande e risposte
Perché Oracle, uno dei leader dell’AI, sta venendo declassata? Il motivo principale è l’enorme spesa (CapEx) per costruire nuovi data center dedicati all’AI. Questi costi, stimati in 35 miliardi di dollari solo quest’anno, sono molto più alti di quanto l’azienda generi attualmente in flusso di cassa. Per coprire la differenza, Oracle si sta indebitando massicciamente, raggiungendo un rapporto debito/capitale del 500%, un livello considerato rischioso e insostenibile da molte banche d’affari come Barclays e JPMorgan.
Qual è il rischio concreto per Oracle, secondo gli analisti? Il rischio principale è una crisi di liquidità. Barclays avverte che, continuando a spendere a questo ritmo, Oracle potrebbe esaurire le sue riserve di cassa entro novembre 2026. Questo costringerebbe l’azienda a cercare finanziamenti in condizioni peggiori, portando il suo rating creditizio sull’orlo del livello “junk” (spazzatura). Inoltre, il suo “Current Ratio” è sotto 1 (a 0.62), un segnale tecnico che le sue passività a breve termine superano le attività, indicando stress finanziario imminente.
Ma se le cose vanno così male, perché alcuni analisti (come UBS) sono ancora positivi? Gli analisti di UBS e altri ottimisti stanno guardando oltre i problemi di cassa attuali. Scommettono che gli enormi investimenti di Oracle nell’infrastruttura AI e cloud daranno frutti enormi nel prossimo futuro. UBS, ad esempio, ha un target price di 380$ perché crede che i clienti di Oracle aumenteranno la loro spesa sulla piattaforma, giustificando l’attuale “buco” finanziario. È una scommessa sul fatto che i ricavi futuri cresceranno abbastanza velocemente da ripagare i debiti contratti oggi.









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