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La possibile frattura dell’asse Parigi-Berlino causata da Atene? Direi più la rottura tra USA e Germania. La sfida di Schauble, che vive pericolosamente sfidando Washington

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Tutti discutono su quanto accaduto domenica durante la resa greca ai falchi del rigore euroimposto, molti si chiedono chi ha vinto. Non è importante, in ogni caso è stata una vittoria tattica dove certamente la parte sconfitta è l’EU, aspettiamo qualche giorno in quanto la partita si sta ancora giocando (notasi, o Tsipras è stato minacciato e costretto ad andare verso i desiderata di Berlino o ha già un accordo con chi conta davvero, ndr). Parimenti certo è che gli USA si sono ritagliati un ruolo nella gestione della crisi ellenica, ruolo che la Germania ha fortemente osteggiato. E tale ruolo americano era ed è perfettamente lecito da parte di un paese che ha vinto la guerra mondiale senza averla scatenata, ha ricostruito l’Europa, l’ha difesa dalla minaccia comunista per 70 anni, l’ha resa un primattore economico mondiale e fin anche le ha permesso di utilizzare tecnologie strategiche in grado anche di fare vincere le guerre. Or dunque, gli USA hanno pieno titolo per esporsi nella crisi greca sebbene la presidenza americana attuale sia probabilmente la peggiore in politica estera dalla fine dell’ottocento.

Oggi vediamo la Germania tornare a sfidare gli USA, finalmente ha fatto il grande passo. Ed era un passo annunciato, da annoverare tra le innumerevoli brucianti sconfitte dell’amministrazione democratica in carica, nel caso in esame l’errore è stato aver dato troppo peso a Berlino in Europa, che ne ha approfittato (come al solito). Adesso ne subiamo tutti le conseguenze, alleati USA in primis.

La Grecia è strategica per gli USA, non meno del gas russo da sostituire con quello azero o medio-orientale; paese al confine del vicino medio-oriente con il suo scenario di perenne conflitto per le risorse – almeno negli ultimi 100 anni -, in mezzo al mediterraneo e pure confinante con la Bulgaria ex Sovietica e prossima allo stretto dei Dardanelli, prossima culturalmente alla Russia, Atene è un paese che rischia di essere il ventre molle dell’EU sia in termini di accesso economico (porto del Pireo da parte dei cinesi, passaggio per il gas da parte dei russi etc.) che di alternativa al modello sociologico nel senso più pieno del termine, ossia come terreno di confronto tra un capitalismo protervo che ha mostrato tutte le sue pecche durante la crisi del debito ed un dirigismo di derivazione evolutiva più vicina ai paesi dell’est che al “far west capitalism” americano (leggasi, allearsi con il sistema economico dirigista di maggior successo del globo, quello dell’eccelso Presidente V. Putin).

La Germania da una parte sta minando i rapporti con gli USA andando per la sua strada nella crisi greca – ed anche nelle conseguenze attese – e dall’altra sta rischiando di perdere non solo economicamente la Grecia alla Russia ma anche i paesi mediterranei tentati di allontanarsi da un giogo berlinese sempre più simile al piano Funk di hitleriana memoria. Pochi si sono chiesti cosa avrebbe voluto fare la Germania in Europa se fosse stata vinta la seconda guerra mondiale; andando a leggere i pamphlet del tempo, bene, sarebbe avuto qualcosa di molto simile ad una macroregione a cambi fissi in cui la creazione del valore aggiunto si sarebbe dovuta concentrare in Germania lasciando ai periferici il ruolo di consumatori e di manovalanza a basso costo. Questo ormai suona famigliare ai più, visto anche l’epilogo caso greco (ed anche spagnolo direi, se non quello italiano in divenire, leggasi una mandria di giovani 600euristi di stipendio quando va bene, consumatori da fare lavorare a basso costo).

Ora, avendo provato che la Germania sta andando per la sua strada gli USA che faranno? E’ notizia di pochi giorni fa che Schroeder (capo del consorzio gasiero [russo-tedesco] Nord Stream, ndr), ex cancelliere tedesco, era spiato dall’NSA. Come Merkel, Hollande, Schauble etc. etc. Ossia, viene da dire che gli USA hanno gli strumenti per impedire la rottura dell’asse europeo con Washington – che oggi per volere germanico ha già neutralizzato Londra in ambito EU -, un asse che non più tardi di 10 anni fa si era già rotto con la sola Italia tra i paesi core-EU a seguire Bush in medio Oriente (Italia poi purtroppo tradita dall’amministrazione Obama e di seguito punita dall’asse franco-tedesco in divenire): oggi un’alleanza tedesca con la Russia potrebbe tranquillamente giustificare un intervento militare USA in Europa o qualcosa di molto simile, da dottrina (cfr. H. Kissinger, “Diplomacy”, concetto  richiamato recentemente da Stratfor*). In particolare, per quanto sopra esposto gli USA avrebbero voluto tenere in piedi in modo sostenibile la Grecia dentro l’euro e nell’EU e quindi hanno proposto quello che pragmaticamente andava (e va) fatto nel momento in cui il debito diventa insostenibile, ossia quanto è stato concesso dagli USA a TUTTI i paesi che via via non sono stati in grado di ripagarlo, un taglio sostanziale.

La Germania no, non vuole sconti. E questo dipende dal fatto che la Germania è un paese piccolo, relativamente povero rispetto alle sue sfrenate ambizioni e che anzi ha sempre costruito la sua ricchezza sulle spalle degli altri, ha bisogno delle risorse altrui (non a caso ha scatenato e poi perso due guerre mondiali ed altre precedenti nell’epoca degli imperi). L’austerity di oggi è finalizzata a ciò, ossia mirata a drenare ricchezza dalla periferica al centro ma a condizione di non rompere la moneta unica, il Santo Graal attorno a cui ruota la nuova ricchezza teutonica. E finalizzando qualsiasi “discussione” con i paesi “obiettivo” in crisi verso le privatizzazioni – avete notato la Grecia ed i 50 miliardi di assets da privatizzare, anche il Partenone forse…- , soprattutto di aziende attive nei settori di competenza specifica, da fare poi acquistare dal centro dell’impero (gli aeroporti greci sono da tempo nel mirino di Fraport e la telefonia di Deutsche Telekom, ndr).

Da notare che per intanto l’FMI si sta schierando per un taglio del debito greco, alla faccia di Schauble, ossia del rappresentante degli esportatori tedeschi puri e duri, colonna portante del sistema economico tedesco, ossia dei nipoti di coloro che la guerra la fecero scoppiare davvero settanta anni fa….

In tutto questo mi viene da dire che la storia non finisce qui, anzi inizia da qui. Gli USA non permetteranno lo strappo, non permetteranno la sfida e combatteranno lo spostamento degli interessi EU ad est con baricentro Berlino voluto dalla Germania. Ricordiamo che già una volta Schauble si è dovuto dimettere per uno scandalo [per uno scandalo di denaro dato in contributo**] che azzerò completamente le elites al potere nel suo Paese, Kohl incluso. E se succedesse di nuovo?

Bisognerà osservare attentamente se i paesi mediterranei si schiereranno con Washington o con Berlino, con sponda perfida Albione.

Vedremo

Jetlag per Mitt Dolcino

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* https://www.stratfor.com/weekly/germany-emerges

https://www.stratfor.com/analysis/germany-and-russia-west-standoff

** http://www.wsj.com/articles/SB950707698867734676


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