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LA POLITICA DEGLI INVESTIMENTI DELLA BANCA D’ITALIA : NOTA UFFICIALE

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BankItalia

 

A seguito del nostro articolo della scorsa domenica la Banca d’Italia, con grande gentilezza, tramite il proprio efficiente ufficio stampa, ci ha fornito una nota ufficiale che volentieri pubblichiamo.

Buona Lettura !

 

Cara Redazione di Scenarieconomici.it,

Avete dato notizia di certi investimenti finanziari fatti dalla Banca d’Italia. Per aiutare i lettori a capire di che si tratta, vi diamo i seguenti elementi di informazione.

  1. La Banca d’Italia investe sui mercati finanziari le risorse di cui dispone: le riserve ufficiali dell’Eurosistema (per la sua quota) e del Paese; i fondi di riserva che ha prudentemente accantonato anno dopo anno, a fronte di rischi di vario tipo; il fondo pensioni del suo personale.

  2. Gli investimenti vanno fatti in modo tale da cercare di preservare, possibilmente di accrescere, il valore di quelle risorse. Quindi ci siamo dati criteri di massima cautela, secondo le migliori prassi internazionali.

  3. Circa il 90% del portafoglio finanziario è investito in titoli di Stato, italiani e di altri paesi dell’area dell’euro. Ma un portafoglio prudente dev’essere diversificato, quindi ci vuole anche una quota di azioni.

  4. Proprio per non fare investimenti azionari che potessero essere considerati selettivi, abbiamo deciso anni fa di comporre la quota azionaria del nostro portafoglio replicando passivamente gli “indici generali” delle principali borse mondiali (il FTSE italiano, l’Euro Stoxx, il MSCI giapponese, lo S&P500 statunitense), direttamente o attraverso l’acquisto di Exchange Traded Funds (ETF).

  5. L’unico vincolo che ci siamo dati è di togliere da questi indici così replicati le azioni di banche, assicurazioni e media, per non incorrere in possibili conflitti di interesse.

  6. I titoli citati nell’articolo (FCA, CNH, Ferrari) sono quotati alla borsa di Milano e pertanto rientrano necessariamente nell’indice FTSE che i nostri investimenti, come già si diceva, replicano passivamente.

  7. Gli ETF americani in portafoglio replicano perfettamente gli indici di riferimento: nel periodo considerato il rendimento di questi ETF è stato effettivamente pari allo 0,4 per cento, identico a quello dell’indice di riferimento: lo S&P500.

A mero titolo informativo è utile evidenziare che la Banca d’Italia è un investitore con un orizzonte di lungo periodo e se si guarda agli ultimi dieci anni la performance decennale di questi ETF, e dell’indice ovviamente, supera il 60 per cento (oltre il 6 per cento annuo).

Per ottenere tutte queste informazioni bastava entrare nel sito della Banca d’Italia per conoscerne la politica d’investimento (http://www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafoglio-rischi/index.html) .

Divisione Stampa Banca d’Italia


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