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La nuova politica estera di Trump: far pagare i paesi ricchi per la difesa NATO (e risolvere i problemi economici americani figli di Obama), l’Italia supporterà il pragmatico global fix USA

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Al di fuori della policy che prevederà il pagamento dei costi della difesa da imputare proprio a quei paesi ricchi che si arrogano di diventare attori continentali (tutti parlano del Giappone, ma io vedo prima di tutto la Germania), penso che con Donald Trump presidente USA chi si dovrà veramente preoccupare sarà proprio Berlino: infatti da un lato i nostri “partner” tedeschi hanno bellamente tradito gli ideali americani ed occidentali sia facendo l’occhiolino a Mosca – ricordando che l’annessione dell’Ucraina nel 2008 NATO fu bloccata proprio da loro, oltre che nelle more dei recenti accordi sul gas naturale importato via mare del nord ecc. ecc. – che boicottando qualsiasi intervento estero USA in forza del loro piano di lungo termine di sostituirsi al dominus USA in Europa. A Washington non dimenticano la coltellata alla schiena nella guerra in medio oriente di Bush jr. che portò come conseguenza alla chiusura di gran parte delle basi USA in Germania. Oggi Berlino fa molto più che guardare ad est, direi che fa finta di supportare l’insana politica obamiana basata sul caos generalizzato per poi fare i propri interessi. E che dire delle promesse germaniche di tagliare il greco debito fatte alla presidenza USA l’anno scorso e poi non mantenute per non andare contro ai voleri dell’alleato tedesco: la cosa che viene spontanea affermare è che così non si fa, ci vuole rispetto per un presidente americano. Ed inoltre non si può mandare in rovina un paese – la Grecia – per tenere in piedi una “cosa” assurda – l’euro e questa Europa – in cui nessuno ormai crede più ma che porta enormi vantaggi solo ad un paese, paese che peraltro si sta nei fatti schierando con il nemico del momento, Mosca (memento, è notizia di oggi che il lavori per arrivare ad un referendum parlamentare sull’euro on Finlandia sono iniziati). Naturalmente parlo della Germania.

FireShot Screen Capture #280 - 'US, Germany clash over NATO expansion plan - World Socialist Web Site' - www_wsws_org_en_articles_2008_04_nato-a02_ht

Parimenti sono convinto che, logicamente, con Trump presidente la pace sboccerà con la Russia, il competitor degli USA sono più i tedeschi che i russi: gli americani potrebbero vivere 30 anni d’oro se si alleassero con Mosca per sviluppare le infrastrutture ed estrarre le risorse russe invece che fare un’assurda guerra. Il vero avvversario degli USA si chiama Cina, che oltre tutto è anche di cultura profondamente diversa da Mosca, occidentale, almeno nella classe dirigente.

L’altro aspetto che mi ha colpito è il caos economico che gli 8 anni di Obama hanno indotto. Il caos è ben rappresentato da un bel aggregato di grafici, che seguono (by zerohedge.com). Che dire, Obama oltre che il caos geopolitico ed alleanze sbagliate con chi invece tradisce/tradirà ha anche affossato l’economia USA senza correggere nessuna delle storture che stanno generando il collasso della classe media. Ed il motivo, il vero problema, è che se avesse corretto gli errori strutturali coloro che oggi guadagnano dalla finanza rapida ed immortale – le elites finanziarie, soprattutto Dem – ne avrebbero enormemente da perdere, parlo soprattutto di Wall Street. Ca va sans dire che H. Clinton è pienamente supportata da tali poteri forti finanziario-tradizionali, in contrapposizione con la società in generale e la classe media USA, che stentano.

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L’Italia vive oggi un periodo di logica dissociazione, non ha la forza di opporsi al dominus europeo (Berlino) ma non ha nemmeno il coraggio di andare nella direzione politica che si scontri contro gli indirizzi pre-ordinati dell’attuale inquilino della Casa Bianca: spiace rilevare che la corrente amministrazione USA con un interventismo ideologico spesso non focalizzato e sotto molti versi anacronistico, ha fatto enormi danni anche al suo iper-alleato italiano oltre che, probabilmente, alla sua stessa nazione, almeno economicamente (vedasi i grafici sopra).

Un Trump che volesse correggere gli squilibri economici mondiali, riaggregando gli alleati storici con attenzione a preservare soprattutto quelli che non stanno o hanno tradito gli ideali USA oltre che dare un global fix economico ad un mondo eccessivamente finanziarizzato, incontrerà certamente i favori di Roma a partire dal prossimo novembre.  A parte la convenienza è anche una questione di logica: come si può supportare la politica del caos obamiano che ha ingenerato nell’intero mondo occidentale enormi incertezze senza praticamente nessun guadagno?

Sarà interessante osservare l’evoluzione della politica nazionale vis a vis con l’America nei prossimi 6 mesi. Noi saremo qui, a spiegare, ad orientare, anche a criticare la nuova via proposta dai candidati USA se necessario.

Ma dobbiamo tenere in conto che, al di fuori degli stereotipi, la ricetta di Trump per uscire da questo cul de sac economico-sociale sembra veramente azzeccata non solo per l’America ma anche per il mondo, forse molto meno solo per la Germania. E’ infatti chiaro che la soluzione ai mali economici passerà per un indebolimento del dollaro, il quale comporterà un apprezzamento dell’euro. Parimenti i paesi eurodeboli in tale contesto verrebbero disintegrati e non potrebbero che uscire dall’euro, o scegliere di essere invasi economicamente dai tedeschi. Bene, questo non sembra nell’interesse di nessuno, nè italiano nè americano, avere una Germania forte e che chiaramente faccia solo i propri interessi strategici infischiandosene degli altri non è nell’interesse di un gruppo di partners sodali.

Vedremo, per intanto non posso non notare, nonostante l’innegabile show in ogni conferenza stampa (atteggiamento sempre criticato dai radical chic interessati a mantenere lo status quo), quanto siano azzeccate nella pratica le ricette trumpiane.

Mitt Dolcino


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