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Difesa

La NATO vuole 49 brigate in più. Sono 196 mila soldati. Dove prenderli e chi paga?

La NATO vuole 49 brigate in più, cioè circa 196 mila soldati. Dove prenderli ? con che soldi armarli ? All’italia spetterebbe l’arruolamento di almeno 15 mila soldati extra , più armi, anche antiaeree, elicotteri etc.

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Quando martedì a Bruxelles l’olandese Mark Rutte è succeduto al norvegese Jens Stoltenberg , il nuovo segretario generale della NATO ha individuato i due compiti principali del suo mandato.. Nella primavera del 2024, secondo i documenti riservati del Ministero federale della difesa tedesco , agli Alleati è stata finalmente fornita “la totalità delle capacità minime richieste” assolutamente necessarie per l’obiettivo di rendere sicuri i confini NATO, e qui cominciano le note dolenti. 
Questi “Requisiti Minimi di Capacità” (MCR), stabiliti dal generale americano Christopher Cavoli e dall’ammiraglio francese Pierre Vandier, i due più alti comandanti militari dell’alleanza, contengono una serie di requisiti aggiuntivi per gli stati membri. Mentre nel 2021 si ritenevano sufficienti 82 brigate da combattimento, in futuro dovrebbero essercene 131. Si tratta di un aumento di 49 di queste grandi unità, ciascuna delle quali ha una forza di circa 4000 – 5.000 soldati . Si tratta almeno di 196 mila soldati in più!
Per guidare e sostenere queste truppe, il numero dei “corpi combattenti” aumenterà da 6 a 15, e quello dei comandi di divisione da 24 a 38.

Soldati NATO durante un’esercitazione

Sarà inoltre necessario intervenire in termini di attrezzature, in particolare di difesa aerea, munizioni, armi di precisione a lungo raggio, nonché logistica e trasporti. Si prevede che il numero di unità antiaeree terrestri aumenterà da 293 a 1.467, con un aumento di 1.174. Ciò include sistemi d’arma come Patriot, Iris T-SLM, Skyranger e protezione a corto raggio. Si prevede una crescita anche del numero degli elicotteri, da trasporto e attacco. 

Questi sono i requisiti totali dei 32 Alleati. Gli MCR saranno ora distribuiti agli Stati membri come obiettivi di capacità obbligatori fino alla riunione dei ministri della Difesa della NATO nell’ottobre 2025. “La quantità di stanziamenti è determinata dalla ‘ricchezza’ relativa e dalle dimensioni della popolazione di un alleato”, afferma il documento del Dipartimento della Difesa. Alla Germania è stato recentemente “assegnato circa il 9,28% di tutte le capacità totali”. In porporzione all’Italia toccherà dal 6% al 7% dello sforzo totale, cioè circa 3 brigate in più, almeno 15 mila uomini, a cui aggiungere attrezzature e armi. 

Rifiutare i piani non è consigliabile, prosegue, poiché “danneggerebbe l’accettazione del processo” e “metterebbe in dubbio la credibilità dell’intera alleanza e, soprattutto, dei suoi comandanti strategici”, due sottili minacce. In ogni caso, le trattative in corso mirano principalmente alla trasparenza e all’informazione reciproca; l’assegnazione avviene in definitiva secondo un processo dall’alto verso il basso.  Per diversi paesi europei, Germania in primis , m anche per l’italia, non sarà molto semplice riuscire a far fronte alle richieste della NATO, anche per le forti spese che questo ampliamento verrà a comportare


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