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LA MONETA COMPLEMENTARE: POLITICA DEL CENTRODESTRA E REALISTICHE OPPORTUNITA’

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Recentemente Libero quotidiano ha ospitato un botta risposta fra Paolo Becchi e Fabio Dragoni e Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia e candidato, non unico, leader del centrodestra, se questo mai si formerà.

Il tema era la vera vexata quaestio fra Forza Italia e la Lega: la moneta complementare i suoi limiti, il suo utilizzo e l’atteggiamento verso i minibot.

Sul primo punto Berlusconi prosegue con il mantra, già espresso , della moneta ad uso interno per rilanciare i consumi. Secondo il leader di Forza Italia per superare le crisi bisogna stampare moneta per uso interno, come fatto da Russia USA etc. Una moneta esclusivamente per il rilancio dei consumi interni, senza cambio esterno

Per quanto riguarda i minibot, cioè i mini titoli di stato circolabili al portatore in grado di accompagnare quindi le banconote nelle transazioni ordinarie come moneta complementare coerente con i limiti della BCE (non sarebbero una nuova valuta, ma avrebbero una espressione facciale in euro), Berlusconi si è espresso molto positivamente, praticamente dando la propria approvazione.

Ammetto che io ho molti dubbi sulla visione “Berlusconiana” della doppia moneta. Questo per diversi motivi, essenzialmente tre:

  1. Mi chiedo se sia possibile una valuta che venga a incentivare esclusivamente i consumi interni. Per sua natura la moneta circola, passa di mano, viene spesa ed incassata. Può essere spesa per comprare beni prodotti internamente, ma può anche essere comprata, ad esempio, per comprare un’autovettura tedesca o giocattoli prodotti in Cina. Il fatto che al termine del ciclo la moneta complementare venga solo accettata per pagare imposte interne non significa nulla. Il concessionario d’auto tedesche può utilizzare il corrispettivo delle vendite in moneta complementare per pagare le proprie tasse ed i propri contributi in modo legittimo. Forse, solo l’esborso della moneta complementare a favore dei settori primari (agricoltura e minerario) potrebbe limitarne la ricaduta alle produzioni nazionali.
  2. Da questo passiamo al secondo problema, forse il più rilevante, legato all’utilizzo della moneta complementare esclusivamente negli scambi interni. Se la valuta viene espressa in euro ed è completamete omogenea con l’euro, l’aumento della quantità di moneta non si tradurrà in una svalutazione della produzione interna e quindi in una sua maggiore competitività. Come mostrano i dati ISTAT recenti, e come confermato dall’andamento della bilancia commerciale nel periodo 2001 -2012, un  maggiore consumo interno viene a riflettersi in un incremento delle importazioni intra UE , soprattutto dalla Germania, verso la quale siamo già in deficit. I dati del Fondo Monetario Internazionale indicano  che l’Italia dovrebbe svalutare del 15-20% la propria valuta rispetto a quella tedesca , e la soluzione della moneta complementare fissa, non scambiato su un mercato aperto, non aiuta perchè non permette l’effetto di spiazzamento legato ad una vera moneta nazionale. Chiaro che motivi politici possono imporre questa via di mezzo,  che però rischia di essere più pericolosa ed incerta rispetto ad un’uscita secca e brutale.
  3. Un ulteriore problema nascerebbe poi dal suo successo: se la circolazione e le entrate fiscali derivanti dalla moneta complementare fossero rilevanti lo Stato potrebbe trovarsi nell’impossibilità di far fronte al servizio del debito pubblico sia come interessi sia come rimborsi di capitale. Se la moneta complementare avesse successo si giungerebbe alla pericolosissima situazione un cui una il debito pubblico verrebbe espresso in una valuta che NON è quella in circolazione, situazione sperimentata dall’Argentina e che conduce dritti al default.  In questo caso però ci sarebbe una correzione possibile: esprimere parte del debito pubblico nella moneta complementare, seguendo il peso della stessa nell’economia nazionale e , sopratutto, nelle entrate fiscali.
  4. Infine mi sembra estremamente improbabile che la valuta stessa non venga ad acquisire un proprio cambio autonomo, magari in modo irregolare , verso altre valute come il dollaro americano e la sterlina inglese. Cosa potrebbe impedire la creazione di un premio negativo ad un cambio non ufficiale, un po’ come con i cambi neri dei paesi sud americani ? Paradossalmente questo effetto di illegalità sarebbe un toccasana nell’uso della valuta stessa, perchè le permetterebbe di avere una flessibilità svalutativa che, nominalmente, non avrebbe.

Queste sono le pesanti questioni che accompagnerebbero l’introduzione di una moneta complementare, alcune risolvibili, altre molto meno. Personalmente non sono invece preoccupato dai tecnicismi e dei problemi di implementazione come sistema di pagamento. Se fossi incaricato di implementare una moneta complementare nella forma di “Minibot” la imposterei con un piccolo trucchetto, vedendola come “Buono acquisto differito per beni in via di privatizzazione”, dando così un contentino ai soliti ordoliberisti europei, naturalmente lasciando ampio tempo alla necessità di valutare i beni immobili o i servizi  da cedere . Nella sua diffusione utilizzerei lo schema implementato innumerevoli volte dalle crirptovalute, cioè un sistema diffuso collegato alla blockchain e quindi non sabotabile dal sistema bancario nazionale o internazionale. Un sistema del genere permetterebbe il suo immediato utilizzo come forma di pagamento tramite carte di credito/debito già esistenti e collegabili Chi segue il nostro bollettino cripto conosce gli innumerevoli sistemi di pagamento retail implementati tramite criptovalute, quali TenX, OmiseGo, e Monaco, che permettono il passaggio immediato dalla criptovaluta ai sistemi di pagamento retail, tra l’altro a livello internazionale. Tutti i vari problemi legati alla “Stampa delle banconote” etc sarebbero evitati, ma senza cadere nel ricatto del sistema creditizio, della Banca Centrale Europea, della Banca d’Italia. Tra l’altro l’introduzione , volontaria o meno, negli exchange utilizzati internazionalmente permetterebbe un cambio flessibile, volontario o meno

Le nuove tecnologie e le evoluzione informatiche permettono soluzioni fino a ieri incredibili. Non diciamolo però all BCE !

 

 


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