EnergiaIndiaRussia
La “Missione Impossibile” delle petroliere russe: una corsa contro il tempo per aggirare le sanzioni
Petrolio Russo: Missione Impossibile in Alto Mare. La Corsa Disperata delle Petroliere URAL per Eludere le Nuove Sanzioni USA (E Chi Rischia il Blocco)

Un vero e proprio squadrone di petroliere russe, cariche di greggio dagli Urali, è impegnato nella sua impresa più ardita: una corsa contro il tempo per eludere le sanzioni sul petrolio di Mosca che stanno per entrare in vigore. Questa flotta, che trasporta centinaia di migliaia di barili, sta solcando i mari alla massima velocità per raggiungere i porti indiani prima che le nuove e pesanti restrizioni USA creino problemi insormontabili al loro principale cliente, l’India.
L’Ora X: scadenza e milioni di barili a rischio
Il tempo stringe, eccome. La scadenza del periodo di transizione per le sanzioni statunitensi cade questo venerdì, 21 novembre. Le restrizioni colpiscono in particolare le forniture provenienti dai colossi russi Rosneft e Lukoil, entrambi inseriti nella lista nera di Washington.
- Secondo i dati di Kpler, almeno 7,7 milioni di barili di greggio Ural – il principale greggio russo – da questi due produttori sanzionati arriveranno sulle coste indiane dopo l’entrata in vigore delle restrizioni.
- Questa situazione solleva seri dubbi sulla possibilità di scaricare il greggio senza intoppi. Le raffinerie indiane dovranno districarsi tra le minacce di sanzioni secondarie e la necessità di approvvigionamento.
La maggior parte di queste navi è diretta verso la raffineria di Jamnagar di Reliance Industries o il porto di Vadinar di Nayara Energy (quest’ultima collegata a Rosneft). Le date di consegna previste spaziano tra fine novembre e dicembre.
È una partita a scacchi giocata sul mare, dove la variabile tempo è l’unica vera regina. Prima queste grandi petroliere raggiungeranno la destinazione, minori saranno i grattacapi burocratici ed economici.
Il “Limbo” al Largo delle Coste Indiane
Cosa succederà se le navi non arriveranno entro il 21 novembre? Potrebbero rimanere in una sorta di limbo inattivo al largo delle coste indiane, in attesa di capire il da farsi. Le opzioni sul tavolo sono:
- Trasferimenti Nave-a-Nave (STS): Trasferire il carico su altre petroliere, spesso in modo clandestino.
- Deviazioni: Rotte verso nuove destinazioni come le acque malesi o, ancora più lontano, la Cina, con costi aggiuntivi e clienti, senza relazioni con gli USA, da identificare.
I tempi d’arrivo previsti: chi ce la fa e chi no
Un’analisi sui dati di Bloomberg e elEconomista.es rivela il precario stato di questa missione:
| Petroliera | Data Arrivo Prevista | Stato Rispetto alla Scadenza (21 Nov) | Lunghezza / Anno Costr. |
| Jasmin Joy | 19 Novembre | Ce l’ha fatta | 229 m / 2009 |
| Dove, Ionian Sailor, Vokki, Captain A. Stellatos | 23-24 Novembre | Ritardo Minimo (48 ore) | 240-274 m / Pre-2010 |
| Spirit 2, Olympic Future, New Friendship, Qendil, Furia, Susha | 26 Nov – 6 Dicembre | Ritardo Significativo | Varie |
La nave Jasmin Joy, una veterana del 2009, è l’unica con una previsione di arrivo prima della scadenza, avendo già doppiato la punta meridionale dell’India. Le quattro navi in ritardo di sole 48 ore (tra il 23 e il 24 novembre) sono in una situazione di incertezza critica, dove tutto dipenderà dalla rapidità con cui gli USA applicheranno le sanzioni secondarie.
Le Pressioni su Nuova Delhi e l’Impatto Globale
L’India, principale acquirente di greggio russo, è da tempo sotto pressione da Washington, che accusa Nuova Delhi di finanziare l’invasione russa in Ucraina. Sebbene cinque delle sette raffinerie indiane avessero annunciato lo stop agli acquisti di greggio sanzionato dopo il 21 novembre, la situazione è fluida. Solo Nayara, che dipende interamente dalla Russia, e la statale Indian Oil Corp. (per il greggio non sanzionato) continueranno gli acquisti.
Non è ancora chiaro se le aziende indiane abbiano chiesto agli Stati Uniti delle esenzioni, sul modello di quella concessa all’Ungheria per il petrolio e il gas, o di quella estesa a certe transazioni con Lukoil.
Le sanzioni con l’“Impatto più profondo mai registrato”
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha recentemente riconosciuto che queste sanzioni sono senza precedenti e che il loro impatto sarà profondo.
“Le sanzioni contro le russe Rosneft e Lukoil potrebbero avere l’impatto più profondo mai registrato sui mercati petroliferi globali. Insieme, le due società producono e commerciano a livello internazionale circa la metà del greggio del Paese.”
Mentre i flussi di greggio dalla Russia per ora rimangono sostanzialmente invariati, lo smantellamento delle catene globali di Rosneft e Lukoil crea rischi che vanno ben oltre i confini russi. Non è un bel modo di dare stabilità al sistema globale, ma se deve essere, sia.
Domande e Risposte
Che cosa rischiano le petroliere che non arrivano entro il 21 novembre?
Le navi che non riescono a scaricare prima della scadenza rischiano di rimanere bloccate al largo delle coste indiane. Questo “limbo” le costringerà a cercare soluzioni alternative come i controversi trasferimenti nave-a-nave (STS) in acque internazionali, o deviazioni di rotta verso porti meno sensibili alle sanzioni USA, come quelli in Malesia o Cina. La principale incognita è se gli USA applicheranno sanzioni secondarie sui loro operatori per i ritardi minimi.
Perché le sanzioni contro Rosneft e Lukoil sono considerate così rilevanti?
L’AIE le ha definite potenzialmente capaci di avere l’impatto più profondo sui mercati globali. Insieme, Rosneft e Lukoil gestiscono circa la metà della produzione e del commercio internazionale di greggio russo. Colpire queste due entità non solo riduce l’accesso diretto al petrolio russo ma smantella le loro complesse catene del valore internazionali, generando ripercussioni che si estendono ai mercati mondiali ben oltre le forniture indiane.
Perché l’India, pur essendo un alleato degli USA, continua ad acquistare greggio russo?
L’India è spinta da ragioni puramente economiche. Il petrolio russo è offerto con sconti significativi, essenziali per la terza economia asiatica, che ha un disperato bisogno di energia a basso costo per sostenere la sua crescita e combattere l’inflazione interna. Nonostante le pressioni politiche da Washington, che accusa l’India di finanziare la guerra, Nuova Delhi bilancia gli interessi geopolitici con la necessità interna di approvvigionamento energetico a prezzi accessibili.








You must be logged in to post a comment Login