Attualità
La missione impossibile del candidato cancelliere della SPD, Olaf Scholz
L’ex capo di Juso e attuale vice del partito Kevin Kühnert stesso lo scagiona. Prima devi riflettere più a fondo su questo, dice nel suo discorso. Non dovrebbero esserci dubbi sul candidato o sul programma. Alla fine, l’approvazione è enorme per entrambi.
L’SPD discute durante questo ultimo congresso del partito. Si limita a unirsi attorno a Olaf Scholz. Il ministro delle finanze, comunque unico candidato nato all’interno del partito, è stato scelto dai 600 delegati quest’ultima domenica. L’esultanza non è così grande come con Martin Schulz, che ha ricevuto il 100% dei voti nelle elezioni del 2017 come leader del partito, anche perché i delegati si incontrano quasi esclusivamente in digitale a causa della pandemia. Ma il sostegno è chiaro: alla fine, il 96 per cento vota per l’attuale vice cancelliere della Merkel e comunque è una bella percentuale.
Così facendo, i socialdemocratici stanno percorrendo l’unica strada che lascia loro qualche speranza. Due candidati alla Cancelleria sono da tempo al centro del dibattito pubblico. La candidata dei Verdi Annalena Baerbock e l’uomo dell’Unione Armin Laschet (CDU), e si giocano la posizione in un testa a testa fino all’ultimo secondo , mentre l’SPD appare condannato alla sconfitta con la sua percentuale fra il 14% ed il 16%.
Scholz era una scelta praticamente obbligata, anche perché il suo tasso di approvazione è più alto del partito, quindi ne viene ad essere il traino. In un discorso di 30 minuti l’attuale ministro delle finanza ha presentato le quattro missioni della SPD: politica climatica, mobilità moderna, digitalizzazione più rapida, politica sanitaria migliore. Banalità che dice anche la CDYU e , con toni diversi, sono perfino dei Verdi. Poi si ricorda di avere una radice socialista e parla di salari minimi più alti, investimenti pubblici e più presenza dello stato.
Un discorso burocratico, un po’ lento e noioso. Alla fine la banalità avvolge tutti i grandi partiti tedeschi che non riescono a rinnovare i propri paradigmi per allinearsi al mondo moderno, né verso una nuova destra, né verso una nuova sinistra. Nessuno parla del costo sociale ed economico per il ceto medio delle politiche verdi, nessuno parla della crisi demografica e del letterale pericolo di estinzione degli europei, non solo culturale, ma anche fisica. La “Mobilità verde” è per tutti un problema più semplice.
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