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la migliore arma di Trump nei confronti della Cina…. e dell’Europa

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La decisione improvvisa di Trump di imporre dei dazi più elevati alla Cina è stata presa all’improvviso ed aa molti è sembrata un azzardo. Scommessa in parte riuscita, pare, perchè comunque la Cina non ha cancellato il viaggio della propria delegazione l’otto maggio a Washington. I colloqui non sono finiti, ma in bilico, e sono uno dei vari passaggi di un confronto cino americano in un quadro ben più ampio.

In realtà,dal punto di vista delle trattative commerciali, la posizione del presidente USA è molto più forte di quanto possa sembrare. Nelle sue mani c’è un’arma che gli altri non hanno: la diversa elasticità incrociata delle relative crescite del PIL, che rende gli USA veramente i dominatori del mondo, dall’alto della loro potenza economica. Questo grafico di Bloomberg su dati FMI spiega il concetto in modo chiaro ed evidente:

Ogni aumento del 1% del PIL Cinese ha una riicaaduta minima su quello USA (0,038) e dell’area euro (0,04). Un aumento dell’1% del PIL europeo ha una ricaduta dello 0,08% su quello cinese e dello 0,027 su quello USA, Un aumento del PIL dell’1% degli USA porta ad un aumento dello 0,08% di quello europeo e dello 0,16% di quello cinese. Quindi mentre la crescita economica USA ha un peso notevole su quella mondiale, al contrario lo stesso non si può affermare sia per la Cina sia per la Zona Euro. questo effetto incrociato di spillover è piuttosto comprensibile per la Cina che, nono stante quello che si pensi , ha un’apertura all’estero piuttosto  limitata, ma appare un po’ più sorprendente per la Zona Euro che ha fondato il senso della propria esistenza. Alla fine essersi sacrificati per il surplus rischia di essere controproducente.

 

 


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