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La marcia degli im-prenditori contro il governo: da che pulpito si richiama alla Piazza.

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Carissimi lettori,

dovete iniziare a preoccuparvi seriamente della minaccia che Confindustria ha fatto al governo. Quel che sostiene il suo massimo rappresentante, Vincenzo Boccia, è una seria minaccia al sistema paese, si fermeranno le fabbriche e le produzioni, i lavoratori si uniranno agli prenditori e finalmente vedremo superato il conflitto sociale che da il Capitale di Marx ci perseguita nelle diatribe sociali e nelle questioni dei lavoratori.

Significa che i nostri Prenditori finalmente inizieranno a lavorare, inizieranno a chiedere come tutti i normali cittadini un mutuo o un finanziamento e non parleranno più come un sistema marcio che ha portato buona parte dei facenti parte a Confindustria ad avere condizioni particolari sia dalle banche che dal mondo della finanza pubblica e privata.

L’esempio viene proprio dallindustria Boccia, indebitata fino al collo con le banche, che a un normale cittadino avrebbero preso pure le mutande, poiché il suo maggior cliente, guarda caso il controllato Il Sole 24 Ore, è in grave crisi finanziaria. Parliamo di circa 200 milioni di debiti. Chi deve cosa ormai non si capisce, tanto quanto la storia dell’ex Direttore del Il Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, il quale come ben noto ha manipolato i dati della stampa e delle vendite del quotidiano e degli allegati. Chi dichiarasse di stampare di più o di vendere di più non lo sapremo mai.

È un mistero come tanti di questo paese, come il fatto che l’Università degli Industriali, la Luiss, riservi e poi tolga le cattedre a Napoletano, solo dopo che la Verità ne è venuta a conoscenza. Immediatamente la dottoressa Panucci, direttore generale e persona seria, si è smarcata dalle indicazioni per la cattedra, la quale ovviamente ricade in capo all‘Avv. Severino, ora anche difensore di Atlantia ed estensore del patto bilaterale Italia Francia, ormai parcheggiato dal Presidente Mattarella, in attesa di tempi migliori.

Ovviamente nessuno si aspetti che cambino molte cose da questo governo,  ma il fatto che molti pseudo industriali e prenditori di stato siano in agitazione significa che sta per finire la pacchia delle commesse riservate, con o senza Consip, che non si possano più chiedere alle solite banche le coperture in bianco, da vedere la lista dei debitori MPS, per non parlare delle operazioni di sistema che il Gruppo Intesa e Unicredit riservano ai prenditori,  pur di non dichiarare le perdite sui bilanci fasulli di molte società dei confindustriali di governo amico.

Chi garantirà ora gli appalti, le forniture e le commesse di Stato e parastato? Ecco la vera emergenza lavoro in Italia, il decreto Dignità ha finalmente permesso alle parti sociali di avere equa rappresentanza, ovviamente questo crea problemi al Sistema prenditoriale, non hanno più alibi, le banche premono per un rientro, sennò passeranno i libri in tribunale, forse è meglio che si passi alle operazioni di sistema. Il vero nocciolo è questo, hanno perso la presa anche sulla CDP o in FSI, come faranno a garantire l’ingresso del socio di stato con liquidità immediata?

Ecco che l’idea della piazza, della protesta degli industriali e imprenditori italiani del sistema Confindustria è entrato in una crisi senza sosta, senza più alcun santo a cui votarsi al MISE, al MEF, alla Presidenza del Consiglio, gli è rimasto solo Tajani, a Bruxelles,  Enrico Letta a Parigi, e lo zio Gianni a Roma, gli altri non ci sono più, almeno ci stanno pensando a non scomparire a Cortona, ma si tratta dei residui di loro stessi, col Ponte Morandi sono emersi tutti gli intrecci che il capitalismo italiano e i rappresentanti istituzionali dei partiti politici hanno intessuto trasversalmente di elezione in elezione, in CDA e fondazioni che a nulla servono se non a coprire e riscoprire che ancora si è in ballo.

È questo il bello della democrazia, tutti devono poter dimostrare quanto valgono. Inizi il buon Boccia a vendere il Gruppo il Sole 24 Ore, ripiani i debiti verso se stesso e la smetta di piagnucolarsi, ridia una dignità a Confindustria negoziando le sfide sistemiche che i suoi associati richiedono dal punto di vista produttivo e industriale, orienti le strategie verso la rivoluzione 4.0, e non dei 4 a noi e 0 agli altri, pensi prima di fare una marcia a cosa li ha portati a questo punto.

Bisogna anche capire perché Assolombarda e Confindustria Emilia Romagna, solo per citare le più importanti, stiano silenti  e non vogliono per nulla essere coinvolti in giochetti di bassa politica e per interessi di parte, cosa per altro confermata anche nelle ultime elezioni interne.

E non voglio parlare poi dei fondi regionali, quelli comunitari e quelli della BEI, qui è meglio chiedere al Dott. Scannapieco quante domande di finanziamento sono arrivate dai Confindustria di turno. L’unica ragione per la quale mi sento di dire che scendano in piazza è per fare provare anche a loro una volta il brivido della calca, dei celerini e del popolo che ferma per il corteo, sentire cosa la piazza mormora, e soprattutto vederli con uno striscione, una bandiera e dei manifesti, come da più di un secolo hanno fatto milioni e più di lavoratori veri.

Dardo


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