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La mancanza di Credito e’ una delle ragioni dell’attuale Euro-crisi: Ricapitalizzare le banche!

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La mancanza di Credito e’ una delle ragioni dell’attuale Euro-crisi (assieme ad Austerity, Euro, alte Tasse e burocrazia)

Nell’articolo Aprile 2013: Prestiti ad imprese ancora piu’ giu’ (-3,7%), Sofferenze Bancarie boom (+22,3%) abbiamo visto che le Banche in Italia prestano meno soldi, pur vedendo crescere i depositi.

Segnaliamo questo articolo di Angela Iannone suYahoo! Finanza: L’austerità non è l’unico peso per l’Europa:

close up view of a hand holding bank notes

Cresce il dibattito in Europa sulla quesionte se i governi dovrebbero “allentare la cinghia” per incoraggiare la crescita economica dei propri Paesi. Ma, alcuni analisti sostengono che questo dibattito sta spostando l’attenzione da qualcosa di molto più importante che sta provocando gravi turbolenze nell’economia del Paese: il settore finanziario “spezzato” in Europa.

A scriverlo è il Wall Street Journal, che riporta la riflessione di António Borges, un ex direttore europeo del Fondo Monetario Internazionale, attualmente docente di Economia a Lisbona: secondo Borges, litigare sull’austerità distoglie l’attenzione da un altro punto.
“L’intero dibattito sull’ austerità è fuori luogo; cosa sta rallentando la crescita in Europa è la mancanza di credito,” ha affermato Borges durante una conferenza  questa settimana a Bruxelles. In gran parte dell’Europa, infatti, i governi non hanno alcuna possibilità di “spese extra” perchè nel mercato manca l’appeal a causa del forte debito pubblico.

Il credito, secondo Borges, per finanziare nuovi investimenti scarseggia in parte a causa dell’incertezza sulla ripresa economica, ma c’è una ragione più profonda: molte delle banche del continente non sono più in condizione di fare prestiti.
Le banche dominano la finanza in Europa, soprattutto nelle aree del sud, quelle più a rischio: sono le banche e gli istituti di credito a detenere l’attività finanziaria, in particolare dell’l’85% in Italia, dell’ 87% in Spagna e del 96% in Grecia, rispetto al 30% negli Stati Uniti Così, quando queste non fanno prestiti, le economie europee non possono crescere.  Un prestito che è stato ostacolato, secondo gli analisti, in gran parte dagli errori politici dei governi europei.

Borges ricorda che nel 2008 le banche europee sono state in gran parte influenzate dalla crisi innescata negli Stati Uniti; “quando questo si è rivelato falso – afferma – non sono riusciti a svolgere credibili ‘stress test‘ per valutare le necessità effettive delle banche di nuovo capitale”. “La verità era che pensavano di potersela cavare, quando i loro bilanci erano  già sotto pressione”.
I governi hanno fatto sì che le banche venissero ricapitalizzate, in modo da ricostruire i loro coefficienti di capitale, ma ciò non è avvenuto mediante l’emissione di nuove azioni, bensì versando il patrimonio. Una manovra inefficace, che i governi dell’Eurozona stanno pensando di rimettere in pratica per rimettere i conti a posto prima di passare sotto la supervisione della Bce dell’anno prossimo. Così, “banche-zombie” rischiano di frenare la crescita dei Paesi.

A peggiorare le cose, continua Borges, ci hanno pensato i regolatori bancari nazionali che “nella loro ansia di assicurarsi che le loro banche non stessero facendo scommesse rischiose all’estero, hanno ben pensato di rimanere a casa”. Misure che hanno impedito a banche, come in Italia, di crescere, “imbottigliando” i fondi in Germania e in altre economie “sicure”, motivo per cui per “l’abbondante fornitura” della Bce per i fondi alle banche non sta beneficiando aziende private nel Sud Europa. Una cattiva notizia per un continente così legato agli istituti di credito.

C’è poi un altro problema: il giro di vite sui mercati finanziari. “Anche se le banche degli Stati Uniti sono in difficoltà, le società statunitensi possono raccogliere fondi dai mercati. Gli europei dovrebbero in teoria essere in grado di fare lo stesso”. Invece le autorità europee hanno “preso misure per frenare short-selling e credit default swap, hanno regolato derivati e scambi”  in nome di una maggiore trasparenza e contentimento degli abusi. Misure e sforzi che “hanno ostacolato lo sviluppo del mercato del capitale”, citando la tassa sulle transazioni finanziarie come un’altra “cattiva idea”. “Penso che ci sia un pregiudizio contro la finanza moderna in Europa,” ha concluso l’economista. Parlando però di spiragli di luce, Borges ha portato in esempio il caso italiano, dove le aziende stanno iniziando a “raccogliere fondi per il lancio di piccole emissioni obbligazionarie”.

 

Segnaliamo quest’altro articolo di Harald Benink, Harry Huizinga  si Credit Writedowns Europe’s banks must be recapitalized cui traduciamo alcuni passaggi:

L’Europa ha rinviato la ricapitalizzazione del suo settore bancario. Senza tale ricapitalizzazione, il pericolo è che la stagnazione economica continuerà per un lungo periodo, mettendo l’Europa su un percorso verso l’inerzia in stile giapponese e la proliferazione di banche zombie.

A differenza degli Stati Uniti, l’Europa non è riuscita a ricapitalizzare le banche più grandi in seguito alla crisi finanziaria del 2007-09. Invece, i politici scommesso che la ripresa economica avrebbe sollevato la redditività delle istituzioni finanziarie, consentendo loro di aumentare le proprie riserve di capitale nel corso del tempo. E ‘ormai chiaro che questa strategia è fallita. La zona euro è in una nuova recessione e le quotazioni depresse di molte banche segnalare che sono in salute triste. In media, il valore di mercato rispetto al valore di libro dell banche europee ora è di circa 0,50. Questo indica che le banche hanno notevoli perdite occulte sui loro libri. In un recente discorso Klaas Knot (2013), il presidente della banca centrale olandese e membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, ha rilevato che il ripristino di bilanci delle banche è un requisito fondamentale per la ripresa economica. Per facilitare questo processo, signor Nodo afferma, è essenziale per creare la trasparenza circa le perdite del settore bancario e di avere una risoluzione ordinata delle attività in perdita. Senza questo, le banche rimarranno restrittive nel fare nuovi prestiti. Mr Knot aggiunge che la prevista unione bancaria europea offre un’opportunità adeguata per accelerare il processo di risoluzione.

European-banks-price-to-book

 

 

 Conclusione: e’ senza dubbio necessario un intervento sul sistema bancario, che abbia i seguenti obiettivi:

1) Ricapitalizzare il sistema bancario

2) Fare trasparenza sui bilanci delle banche, facendo emergere le perdite e passivita’ reali nei bilanci

3) Va ridotto il peso delle banche sul sistema finanziario, ed incentivata l’azione delle imprese a raccogliere fondi da emissioni obbligazionarie

4) Vanno eliminate le demenziali tassazioni sulle transazioni finanziarie

 

By GPG Imperatrice

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