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La logica paternalistica liberista ed il nuovo fascismo tecnocratico

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Se vogliamo capire con chi abbiamo a che fare non c’è bisogno di profonde analisi storiche o esami accurati delle pubblicazioni accademiche o conoscere la storia personale dei sostenitori del progetto europeista: basta leggerli…

È bene chiarirlo subito: se vogliamo che l’Unione europea abbia un futuro credibile, l’indipendenza della Bce è un bene pubblico da preservare. Le ragioni che l’analisi economica ha individuato con chiarezza agli inizi degli anni ’90, sono oggigiorno – passata quasi una generazione e dopo la peggiore recessione dal Dopoguerra – non solo confermate, ma appaiono perfino rafforzate. Perché si basano sui rischi che la politica monetaria presenta quando essa è gestita direttamente dai governanti democraticamente eletti, le cui scelte possono essere sistematicamente distorte dalla miopia dei calcoli di breve periodo propria dell’analisi dei costi e benefici politici.

L’azione monetaria è uno strumento della politica economica davvero speciale, ma proprio per questo può essere usato dai governanti per fini impropri. La moneta è un bene assolutamente fiduciario, il cui valore dipende dalla compresenza di due proprietà, tra loro complementari e intrecciate: l’essere la moneta accettata negli scambi con altri beni, e avere al contempo un valore costante, proprio in termini di potere d’acquisto negli scambi.

Se la moneta è emessa dallo Stato, allora la politica monetaria può essere finalizzata a ottenere altri obiettivi di politica economica, con costi che sono tipicamente occulti o differiti. E una politica economica che può produrre subito vantaggi, con costi nascosti o posticipati è una manna per chi ragiona in termini di consenso, come i politici, che ne vede appunto la capacità di creare benefici immediati, generali o per determinate categorie. L’essere la moneta un potenziale strumento di politiche miopi la rese negli anni ’70 e ’80 lo strumento – screditato – di politiche che provocarono recessione e inflazione insieme. Per riottenere l’efficacia della politica monetaria, i politici dovettero assegnarla a un istituzione – la banca centrale – che fosse credibile, in quando indipendente dal ciclo politico e specializzata nel ruolo macroeconomico di tutelare soprattutto il ruolo della moneta come bene accettato e di valore. Quindi disegno della politica monetaria e tutela dell’indipendenza divengono due facce della stessa medaglia.

Questo pezzo di Donato Masciandaro apparso su Il Sole 24 Ore venerdì scorso rappresenta il compendio del pensiero ordo-liberista attualmente in auge: è un peana all’indipendenza della BCE, sola cura all’inevitabile spreco clientelare che la gestione della moneta da parte dei politici democraticamente eletti causerebbe, con conseguente rischio di inflazione e politiche monetarie distorte ed inefficaci.

Non sono parole nuove e di questa forma di auto-razzismo per quanto riguarda l’Italia ne abbiamo esempi in tutti i discorsi di più o meno interessati fustigatori dei malcostumi del nostro passato di sprechi e spesa pubblica. Ma il discorso del prof. Masciandaro è interessante per due aspetti: il primo è che sembra rivolgersi non all’Italia, ma in generale a tutti i Paesi europei, con una lettura generalistica del problema, anzi l’incipit dell’articolo, che trovate integralmente qui, è una sferzata al comportamento dei politici tedeschi, ostili alla politica di Draghi di gestione della moneta. Il secondo è che l’economista mette involontariamente ma chiaramente in luce il profondo disprezzo della democrazia, comune ai liberisti-europeisti, e l’impulso paternalistico che li ha sempre animati, fin dalla creazione della UE.

I due punti essendo interconnessi possono essere esaminati unitariamente.

La base del pensiero liberista è che il mercato deve essere lasciato libero di regolarsi e che l’intervento statale sarebbe solo una distorsione che provocherebbe la cattiva allocazione delle risorse. Per quanto riguarda la moneta, essa deve essere lasciata ad un organo indipendente, perché i politici sono naturalmente portati ad essere corrotti nella loro decisione di politica economica dalle esigenze di consenso elettorale. Ora, se andiamo ad esaminare il significato profondo di queste affermazioni, privandole dei tecnicismi, una traduzione “volgare” potrebbe essere: lo Stato persegue interessi sociali e morali che sono di ostacolo al profitto, il quale invece deve primeggiare come valore su tutti gli altri. La moneta non può essere lasciata in mano a personaggi che, essendo eletti e quindi scelti dal popolo, sono espressione dei difetti di questo, sono deboli, corrotti e privi di ogni visione che non sia di breve respiro. Corollario e conseguenza: poiché il popolo è incapace di compiere delle scelte razionali con il voto e quindi la democrazia si dimostra un ostacolo, le decisioni di politica monetaria e fiscale devono essere tolte ai loro rappresentanti e date ad una categoria di illuminati tecnocrati, non eletti e quindi posti al riparo del controllo democratico che corrompe, i quali sanno bene cosa fare, anche contro la volontà dei governati, ma per il loro bene.

Sono sicuro che se prendessi ad esempio un Monti, magari a quattr’occhi (ma anche no), si direbbe assolutamente concorde con questa mia analisi…

Ora, non so voi, ma io di questi tecnocrati illuminati che ci trattano da idioti e disprezzano la democrazia perché espressione del popolo ne ho le scatole piene… La storia della sedicente integrazione europea è costellata di personaggi che hanno perseguito il “sogno spinelliano” (della quale mostruosità questo recente post di Marco Mori qui su Scenari Economici dovrebbe avere dato definitiva prova) sulle nostre spalle, ponendo le condizioni per l’avvento di crisi, utili a farci accettare la perdita progressiva di diritti ed autonomia in nome dell’emergenza. Sulla base di teorie già screditate dopo la seconda guerra mondiale, tornate in auge come mera rivincita delle classi abbienti, ma dissimulate come indispensabili per ottenere l’unione dei popoli e la pace, questi sedicenti “illuminati” continuano su strade evidentemente sbagliate, perseverando in politiche che si dimostrano distruttive e che porteranno inevitabilmente ad un nuovo conflitto intra-europeo, pensando probabilmente in cuor loro di poter creare un futuro tecno-medioevo a loro immagine dove una ristretta élite, dove sono naturalmente compresi, guiderà una massa di persone addomesticate e docili, pronte ad accettare la loro guida e le finalità da loro volute. O, se preferite, un nuovo fascismo su base tecnocratica.

Con la scusa della corruzione della politica e degli odiosi privilegi dei politici personaggi come Masciandaro vogliono prima di tutto colpire la democrazia, perché essa è comunque controllo del popolo. L’indipendenza non esiste, è un concetto astratto quasi favolistico: indipendente significa semplicemente svincolato dal trasparente controllo democratico e quindi facile preda del più subdolo ed opaco controllo delle lobbies e degli interessi portati dalla grande industria e dalla finanza. Quando vi dicono che un organo è indipendente la domanda da porsi è: indipendente DA CHI?

La risposta potrebbe aprirvi un mondo e magari farne crollare la costruzione di un’altro…


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