Politica
La Liguria al voto (di Vincenzo Caccioppoli)
Oggi giornata di voto in Liguria. Come si presenta la situazione elettorale?
C’è molto fermento in Liguria per le elezioni del nuovo presidente della Regione dopo le dimissioni di Toti per le note vicende giudiziarie. Ed è lo stesso fermento che sembra pervadere una regione spesso troppo bistrattata e dimenticata da moltissimi governi nazionali in passato e troppo spesso mal governata dai governi locali.
La presidenza di Giovanni Toti eletto a sorpresa nel 2015 ha certamente portato una ventata di novità in una regione che sembrava sempre più essersi rassegnata ad un declino inarrestabile. I liguri si sa sono persone di poche parole e che non danno confidenza tanto facilmente, figuriamoci se potevano darne ad un viareggino (anche se con residenza nello spezzino) catapultato da Roma, dall’allora leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, quasi come una scommessa, poi vinta con il 34,44% dei consensi, pari a 226 710 voti, contro il 27,84% di Raffaella Paita del Partito Democratico, candidata della coalizione di centro-sinistra.
Ma evidentemente il vento anche in Liguria stava cambiando, perché durante la sua amministrazione, tra il 2016 ed il 2018, il centrodestra (la coalizione formata da FI, LN, FdI, AP e DI) ottiene delle grandi vittorie in Liguria, superando il centrosinistra, fino a quel momento molto forte nel territorio ligure, nelle elezioni amministrative tenute in tale periodo in tutti e quattro i capoluoghi di provincia della regione: Imperia (che nel 2013 era passata al centrosinistra dopo 14 anni di amministrazione del centrodestra), Savona (che fin dal 1945 aveva avuto un’unica giunta non di centrosinistra, tra 1994 ed il 1998, e ritornerà al centrosinistra nel 2021) e soprattutto La Spezia e Genova, storiche roccaforti “rosse” in cui il centrodestra non aveva mai vinto in tutto il dopoguerra.
Toti ci ha messo del suo ben governando almeno nella sua prima esperienza di presidente, poi forse e questo può essere ka maggior colpa imputabile, ha prevalso il suo ego personale, che lo ha portato a cercare sempre più visibilità a livello nazionale. Questo lo ha portato quindi a commettere l’errore che spesso troppi leader nazionali compiono e cioè usare il voto e il potere locale per farlo pesare a livello nazionale. E se fino a qualche mese fa il centro destra sembrava veleggiare con il vento in poppa, ora la situazione sembra tornata in equilibrio, dopo che la segretaria del pd Elly Schlein anche se tra mille difficoltà, ha deciso di candidare un pezzo da novanta del partito,
Andrea Orlando già ministro dell’ambiente, poi ministro della giustizia e quindi del lavoro. Evidentemente la segretaria ha puntato su un uomo forte (probabilmente anche per levarselo di torno, dopo aver spedito a Bruxelles i suoi più pericolosi rivali, Bonaccini, Zingaretti, Decaro e Nardella),
Ma non ha fatto i conti con la ritrosia dei liguri ad accettare chi, comunque, viene considerato foresto ( Orlando pur avendo i natali a La Spezia, ha passato gran parte della sua vita a Roma e conosce molto poco le dinamiche della Liguria, e la clamorosa gaffe sulle cinque province liguri invece delle quattro canoniche, è li a dimostrarlo). Ed è anche per questo che, fino a che è stato lecito pubblicarli, non sembravanotroppo favorevoli per il suo candidato. Ma questo può essere anche il risultato di come è stata concepita la presidenza Toti e l’incarico di sindaco del capoluogo di quello che dovrebbe ora prenderne il posto.
Perché i dati economici sembrano proprio premiare il governo Toti in Liguria, e chi dovrebbe ora sostituirlo Marco Bucci, sindaco di Genova assai apprezzato soprattutto per come si è comportato in qualità di commissario per quello che è stato considerato da tutti, opposizioni comprese un vero modello da seguire, la ricostruzione del ponte Morandi.
I dati ufficiali di agosto confermano che quest’anno, la Liguria bisserà l’anno record del 2023 per il turismo. Probabilmente chiuderà con ancora più presenze, sicuramente con più arrivi dopo i 5 milioni di arrivi del 2023, con un vero record proprio per il capoluogo Genova (+ 5,9% rispetto al 2022). Nel 2021 il reddito pro capite ligure è infatti cresciuto di un + 4,9%, ovvero più della media nazionale (+ 4,5%), secondo solo a quello della Lombardia (5,1%).
Nel 2022 il Pil è cresciuto del + 5,1% superiore rispetto alla media nazionale (+ 3,7%) e quarto valore tra le regioni italiane; nel 2023 è atteso un tasso di crescita del Pil ligure del + 0,9% (media nazionale + 0,7%). dati che mostrano come una regione che ha subito una tormentata stagione di dismissioni della grande siderurgia e un conseguente calo dei traffici portuali vero traino di Genova e di tutta la Regione. Ora si parla della seconda regione d’Italia per crescita del reddito pro capite, la quarta per crescita del Pil, e la Liguria è tra le prime cinque regioni d’Italia per crescita dell’occupazione, con le esportazioni che hanno superato i 10 miliardi di euro di valore (+33% rispetto al 2021).
Ma la sinistra sembra voler fare della competizione ligure una mera questione nazionale, e la Schlein nel suo comizio finale con tutti i leader del centro sinistra per una volta riuniti sul palco a Genova finale così come durante tutta la campagna elettorale, ha puntato sulla sanita, vero mantra della sinistra ( come se nei dieci anni di governi di centrosinistra la situazione del sistema sanitario nazionale fosse migliore di quella attuale, ma tant’è ).
La Liguria negli anni passati ha registrato un deciso miglioramento anche sul piano sanitario e Genova ha un polo ospedaliero di eccellenza nel San Martino. Il nosocomio genovese, infatti, risulta il migliore ospedale d’Italia per la cura del tumore alla laringe e al secondo posto per i tumori a pancreas, colon e cervello. Sempre a Genova-Erzelli il più grande Parco Scientifico Tecnologico d’Italia: il Great Campus. Accanto ad esso, proprio grazie al grande sforzo profuso dalla passata consiliatura guidata da Toti, sorgerà il ‘Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica’, Progetto Bandiera della Regione Liguria nell’ambito del PNRR”.
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