Energia
La Libia si sta veramente fermando su ordine di Haftar
I campi petroliferi nella parte sud occidentale della Libia hanno chiuso, seguendo gli ordini del generale Haftar, che appare effettivamente in grado di controllare la produzione petrolifera del paese.
La produzione di petrolio in diversi giacimenti libici è stata interrotta martedì dopo che il governo rivale dell’est ha annunciato lunedì lo stop a tutta la produzione e alle esportazioni di petrolio dal produttore africano dell’OPEC.
La produzione di greggio nel giacimento di El Feel, nella Libia sud-occidentale, è stata interrotta, come hanno riferito i tecnici alla Reuters martedì. Anche i tecnici di diversi altri giacimenti nell’est e nel sud-est hanno interrotto o ridotto la produzione. Gli operatori locali hanno comunicato a Bloomberg che interromperanno gradualmente la produzione in tutto il Paese.
La Libia, che pompa circa 1,2 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio, è sprofondata in una crisi politica più profonda all’inizio del mese a causa di una disputa sulla leadership della Banca Centrale Libica, l’unico depositario riconosciuto a livello internazionale dei proventi petroliferi del Paese.
Il governo di Bengasi, nella Libia orientale, rivale di quello di Tripoli nel produttore OPEC nordafricano politicamente diviso, ha dichiarato lunedì che avrebbe interrotto tutte le esportazioni e la produzione di greggio. Una prova di forza che sembra stia avendo successo e che dimostra chi, in questo momento, sta comandando in Libia. Senza petrolio non c’è denaro.
Il governo orientale sostenuto dal leader militare Khalifa Haftar non è riconosciuto a livello internazionale, ma Haftar e i suoi controllano la maggior parte dei giacimenti petroliferi del Paese, perfino sul lato occidentale del paese. Le armi sono il suo strumento.
Nelle ultime settimane, la situazione in Libia si è deteriorata e la rivalità tra est e ovest si è nuovamente accentrata sulla leadership della Banca centrale libica, custode delle ricchezze del Paese e delle entrate derivanti dalle esportazioni di petrolio. Il governo riconosciuto a livello internazionale della capitale occidentale, Tripoli, sta cercando di sostituire Sadiq Al-Kabir, il governatore della Banca centrale libica. Questo ha portato all’ultima controversia tra i governi e le fazioni politiche orientali e occidentali, minacciando nuovamente di ridurre la produzione e le esportazioni di petrolio della Libia.
Nel frattempo, la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) ha espresso lunedì “la sua profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione in Libia derivante da decisioni unilaterali”.
L’UNSMIL ha avvertito che “continuare con le azioni unilaterali comporterà un costo elevato per il popolo libico per risolvere la crisi che si protrae da tempo e rischia di far precipitare il collasso finanziario ed economico del Paese”.
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