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La lettera del generale dei carabinieri forestali Guido Conti a Matteo Renzi

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Il generale Guido Conti, trovato morto la sera di venerdì 17 novembre a Pacentro in Abruzzo, nel 2016 scrisse una lettera a Matteo Renzi. Era l’epoca della pessima riforma Madia che aboliva il Corpo Forestale dello Stato. Leggendo la lettera si intuisce il risultato effettivo, se non ricercato, delle squallide riforme renziane: non tanto risparmiare qualche spicciolo – obiettivo completamente fallito – quanto picconare l’identità nazionale italiana fatta di provincie, scuola, Costituzione, tutela dei lavoratori e corpi militari con tradizioni bicentenarie di difesa del territorio e della natura.

Una lettera commovente e imbevuta di dignità e senso dello Stato: quello che manca totalmente a Renzi e alla sua cerchia. Lettera inevitabilmente caduta nel nulla del vuoto culturale e morale del Giglio Magico e del partito che lo ospita, organismo malato che nutre e protegge il parassita che lo divora. Nonostante l’accorato e commovente appello di un fedele servitore dello Stato infatti la pessima riforma Madia venne varata “con animo lieto e, mi consenta, assoluta misconoscenza”: le “cose buone” sono state gettate al vento da politicanti senza senso dello Stato, gente mediocre e incapace, ministri per meriti parentali. Gente di nessun valore che prevale su persone di valore come il generale Conti solo grazie alla forza dell’associazione di malfattori: letteralmente gente che si associa per fare male.

Qui la lettera del generale Guido Conti.

 

PS: per chi ancora non lo sapesse questi furono i primi, brillanti risultati dell’abolizione del Corpo Forestale dello Stato voluto da Renzi:

 


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