Attualità
La guerra russo-ucraina in terra d’Africa
Se ciò si rivelasse vero, sarebbe un successo spettacolare per l’Ucraina. Il quotidiano “Kyiv Post” ha pubblicato lunedì un filmato che mostrerebbe l’interrogatorio di un mercenario russo Wagner catturato da un’unità di intelligence militare ucraina in Sudan. L’uomo viene bendato e si identifica come un “soldato” della “PMC Wagner”.
Afferma poi di essere uno dei 100 uomini che hanno viaggiato dalla Repubblica Centrafricana alla capitale sudanese Khartoum “per rovesciare il governo locale”. A quanto pare si riferisce alla giunta militare sudanese. Da dieci mesi la milizia alleata di Wagner, la Rapid Support Forces (RSF), combatte una guerra brutale in quel povero paese africano.
A settembre, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyi ha annunciato di aver incontrato il leader della giunta sudanese Abdel Fattah al-Burhan. “Abbiamo discusso delle nostre sfide comuni in materia di sicurezza, in particolare delle attività dei gruppi armati illegali finanziati dalla Russia”, ha dichiarato Selenskyj. All’epoca, la rivista Forbes attribuì all’Ucraina diversi atti di sabotaggio contro la RSF, anche a Khartoum, controllata all’80% dalle milizie. L’intelligence di Kiev, nelle parole del suo capo Kyrylo Budanov, si era impegnato ad attaccare la Russia ovunque nel mondo.
Per l’Ucraina, il Sudan non è importante solo come segnale di presenza contro la Russia. Dall’annessione della Crimea nel 2014, la Russia ha risposto alle sanzioni occidentali sfruttando l’oro del Sudan, il terzo produttore africano. Fino all’inizio della guerra in Sudan, lo scorso aprile, il Cremlino ha rifornito di armi sia l’esercito che l’RSF e ha contrabbandato ogni anno circa 30 tonnellate d’oro dal paese, più o meno la stessa quantità che il Sudan esporta ufficialmente.
Wagner è ora decisamente dalla parte dell’RSF, che continua a controllare le miniere più redditizie nella parte occidentale del paese. Secondo gli ambienti diplomatici, l’oro viene trasportato in Russia attraverso gli Emirati Arabi Uniti (EAU), il più importante alleato dell’RSF. Lo Stato del Golfo nega questa ipotesi, ma rimane estremamente probabile, anche perché i mercenari non combattono gratis.
La crecente presenza russa in Africa
Nell’ultimo decennio, la Russia ha stretto più di una dozzina di nuovi partenariati militari ed è il leader del mercato nel continente, con il 26% delle consegne ufficiali di armi agli Stati africani. Queste collaborazioni vanno ben oltre i paesi dell’Africa occidentale recentemente colpiti da golpe. Se si aggiungono le armi vendute nell’area, più o meno legalmente, il dominio della Russia è probabilmente ancora più marcato.
L’Ucraina non riesce a tenere testa alla Russia nemmeno in termini di “soft power”. Ha ambasciate solo in undici dei 54 paesi africani – la Russia, invece, ne ha 47. Il Cremlino ha recentemente investito in centri culturali e ampliato i programmi di borse di studio. In molti luoghi, l’élite politica del continenteha studiato in Unione Sovietica o sono stati formati lì per la lotta di liberazione.
Una base militare rilevante
La Russia non ha confermato quanto successo in Sudan, ma Ria Novosti aveva parlato la scorsa estate della presenza di membri dei servizi segreti di Kiev in Africa in collaborazione, e dietro addestramento, del MI6 britannico. Si calcola che almento un migliaio di uomini della ex Wagner siano presenti in Repubblica Centrafricana, dove svolgono da uardie del corpo del presidente Faustin-Archange Touadéra, oltre che sopravvedere importanti attività estrattive di oro e diamanti. Da li, dove è presente una base attrezzata, si muovono poi nelle aree e nei paesi vicini.
Comunque la situazione è sempre fluida in Africa e lo stesso presidente Touadéra ha recentemente concluso un accordo con la società di sicurezza americana Bancroft, perché anche nel continente non è opportuno affidarsi ciecamente a solo una parte.
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