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La Guerra dei Chip: Pechino schiaccia i Paesi Bassi. Resa quasi incondizionata su Nexperia

Scontro sui chip: l’Olanda cede alla Cina. Revocati i poteri su Nexperia dopo il blocco delle forniture che minacciava l’industria auto.

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Alla fine, Pechino ha vinto. I Paesi Bassi, dopo aver provato a fare la voce grossa sulla strategica azienda di chip Nexperia (di proprietà cinese), sono pronti a sospendere i poteri speciali che si erano arrogati. È una mossa che sa di resa, necessaria per sbloccare una crisi auto-inflitta che minacciava di fermare la produzione automobilistica mondiale, con Volkswagen e Honda in prima linea.

Il governo olandese è pronto a revocare l’ordine ministeriale che, di fatto, gli dava il potere di bloccare o modificare le decisioni aziendali chiave di Nexperia. La condizione per questa pace? Semplice: che la Cina riapra i rubinetti delle esportazioni dei suoi chip critici. Una resa totale.

Secondo fonti vicine alla vicenda, se le forniture riprenderanno e saranno verificate nei prossimi giorni, l’Aia è disposta a revocare i poteri già la prossima settimana.

La reazione dei mercati e la “fiducia” olandese

I mercati, che badano al sodo e capiscono dove risiede il potere reale, hanno già festeggiato. Le azioni di Wingtech Technology, la casa madre cinese di Nexperia, sono schizzate di quasi il 10% a Shanghai. Anche Volkswagen, tra le più esposte all’interruzione, ha tirato un sospiro di sollievo a Francoforte.

Wingtech Technology- Shanghai (Tradingeconomics)

In un segnale di evidente allentamento della tensione (o rassegnazione), il governo olandese ha dichiarato giovedì sera di aspettarsi che l’unità cinese di Nexperia riprenda le forniture. Il Ministro degli Affari Economici, Vincent Karremans, ha usato toni decisamente concilianti: “Dato il carattere costruttivo dei nostri colloqui con le autorità cinesi, l’Olanda confida che la fornitura di chip… raggiungerà i clienti”. Una fiducia che, letta tra le righe, sa molto di speranza.

Come si è arrivati allo scontro

A scatenare la disputa, ironicamente, era stato lo stesso Karremans. A fine settembre, il ministro aveva invocato una legge risalente all’epoca della Guerra Fredda (la Goods Availability Act) per dare al governo poteri speciali sulle decisioni di Nexperia, citando preoccupazioni per la catena di approvvigionamento.

L’accusa formale era che la controllante Wingtech stesse “azzoppando” finanziariamente l’azienda e minacciando le forniture vitali, puntando il dito contro “l’abuso di risorse finanziarie per l’arricchimento personale del CEO” cinese (Zhang Xuezheng). Wingtech, ovviamente, ha sempre negato le accuse.

L’atto di forza olandese, probabilmente sostenuto dalle pressioni degli Stati Uniti (che avevano già inserito Wingtech nella loro “Entity List” commerciale), ha però avuto una conseguenza immediata e devastante.

  • Mossa Olandese: L’Aia ottiene il diritto di bloccare o modificare le decisioni chiave di Nexperia (es. delocalizzazioni, nomine, trasferimenti di asset) per un anno.
  • Risposta Cinese: Pechino, senza scomporsi, ha reagito imponendo restrizioni immediate sulle esportazioni dei prodotti Nexperia fabbricati in Cina.
  • L’Impatto: Un colpo fatale. Circa la metà dei volumi pre-crisi di Nexperia proveniva proprio dagli stabilimenti cinesi. L’unità olandese, che fornisce chip vitali per il controllo della potenza (usati da tutta l’industria auto), si è trovata improvvisamente a secco. L’industria automobilistica europea, con le scorte ai minimi, ha lanciato l’allarme: “Rischiamo lo stop della produzione in pochi giorni”.

La lezione: l’Europa è nuda

E così, la Cina ha vinto. Ha dimostrato, con una semplice mossa amministrativa (il blocco dell’export), di avere il coltello dalla parte del manico. I Paesi Bassi, che sognavano di difendere la sovranità tecnologica europea su un’azienda fisicamente locata a Nijmegen, offrono una resa quasi incondizionata, purché i chip (prodotti in Cina) tornino a fluire verso l’Europa. Se l’Aja vuole difendere la produzione dei chip europea deve produrli, fisicamente, altrimenti questo tipo di operazioni è perfettamente inutile. Ci vogliono le fabbriche, non le pretese.

Dopo questa dimostrazione di forza, la lezione è chiara: la proprietà cinese (Wingtech) può benissimo, se e quando lo vorrà, chiudere le filiali europee e concentrare tutta la produzione strategica in Cina. L’Europa in generale, e i Paesi Bassi in particolare, si sono rivelati tragicamente insussistenti nel tentativo di controllare una catena del valore che, di fatto, non controllano più.

Chip Nexperia.

Domande e risposte

Perché l’Olanda è intervenuta su Nexperia in primo luogo? Il governo olandese, tramite il ministro Karremans, temeva che la casa madre cinese (Wingtech) stesse gestendo male Nexperia. L’accusa ufficiale era di “abuso di risorse finanziarie” da parte del CEO cinese, che minacciava la stabilità finanziaria dell’azienda e, di conseguenza, la fornitura vitale di chip per l’industria (soprattutto automobilistica). Hanno usato una vecchia legge sulla sicurezza nazionale per prendere poteri di supervisione, mossa sostenuta anche dalle pressioni USA (che avevano inserito Wingtech in una “entity list” commerciale).

Che tipo di chip produce Nexperia e perché sono così importanti? Nexperia non produce i chip logici ultra-avanzati (come quelli di TSMC), ma è specializzata in componenti essenziali come i chip per il controllo della potenza (power-control chips). Questi componenti sono fondamentali nell’industria automobilistica moderna. Gestiscono l’energia nei veicoli, sia tradizionali che elettrici. Senza questi specifici chip, le linee di produzione di colossi come Volkswagen e Honda sono costrette a fermarsi, poiché mancano componenti essenziali per completare i veicoli. La loro apparente semplicità nasconde la loro criticità strategica.

Chi ha vinto veramente in questa disputa? La Cina (e la controllante Wingtech). L’Olanda ha tentato di esercitare la propria sovranità su un’azienda fisicamente presente sul suo territorio, ma Pechino ha risposto bloccando le esportazioni dei prodotti Nexperia fabbricati in Cina (circa metà del volume). Questo ha messo in ginocchio l’industria europea. L’Olanda è stata costretta a fare marcia indietro e negoziare la revoca dei suoi poteri in cambio della ripresa delle forniture. Pechino ha dimostrato che la localizzazione fisica degli uffici (Olanda) conta meno del controllo della produzione (Cina).

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