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LA GRECIA E’ SALVA? NO, ASPETTA LA PROSSIMA CRISI PER USCIRE DALL’EURO, MENTRE LA SANITA’ ESPLODE…

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Mentre Atene oggi, 14 giugno, non avrà trasporti pubblici, situazione molto simile a quella perennemente presente in Roma, ed i centri diagnostici privati stanno per esplodere a causa dell’incapacità finanziaria del governo (ne parleremo alla fine), la Grecia viene spesso elogiata come un esempio di successo delle politiche si austerità.

Questo successo si basa esclusivamente sul bilancio primario, cioè su quanto sono stati spremuti  i cittadini e di quanto siano stati ridotti, se non cancellati, i servizi pubblici, l’economia reale, quella della produzione della vendita di beni, continua ad avere quei problemi che hanno causato la crisi del 2011-2015 e che, quasi sicuramente, causeranno la prossima.

Basta dare una rapida analisi ai valori delle Bilancia delle Partite Correnti e della Bilancia Commerciale.

Iniziamo dalla prima:

Dopo un cammino nella riduzione  del disavanzo delle partite correnti di successo, che ha raggiunto il suo massimo nel 2015, vi è stata una rapida inversione del cammino ed ora siamo ad un livello superiore rispetto al 2013, e ci avviciniamo a quello del 2012…

Anche la bilancia commerciale non è migliorata.. anzi, è perfino peggiorata…

La bilancia commerciale non è più migliorata a partire dal 2015 e segna sempre dei sostanziosi passivi. Neanche la cura “Lacrime e sangue” imposta da Tsipras ha avuto successo, e pur facendo contrare l’economia non ha mandato in attivo le partite correnti. vendere Isole e monumenti avrà creato flussi finanziari, ma non ha migliorato la competitività dell’economia e non è servita neanche l’assurda compressione dei salari reali.

Tra l’altro alla faccia del “MERCATO CHE CURA TUTTO” abbiamo una disoccupazione del 19,2% nel primo trimestre del 2019, perfino in aumento rispetto all’ultimo trimestre 2018, nonostante l’imponente taglio nelle paghe. 

Quindi questo è il “Successo” della Grecia che, senza equilibrio di bilancia commerciale ed un continuo deflusso finanziario, aspetta solo di vedere quale sarà il prossimo elemento di crisi che la farà saltare, godendosi intanto una disoccupazione stellare ed un taglio a livello di chiusura fallimentare dei servizi pubblici, a partire da quello sanitario.

Infatti, come riporta Keep Talking About Greece, i centri diagnostici privati greci, esasperati dai mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione, hanno iniziato a chiedere ai pazienti di anticipare l’85% della spesa per visite ed esami e quindi chiedere il rimborso al Servizio Sanitario. Il ministro della sanità è insorto inferocito ed ha invitato i cittadini a recarsi negli ospedali pubblici, che, ovviamente, non possono fornire tutti questi servizi, se no la gente non si sarebbe recata in quelli privati pagando un ticket del 15%….. Il risultato sarà un disastro a meno di un mese dalle elezioni del 7 luglio e la probabile dimissione di Tsipras. La sanità greca avrebbe proprio bisogno dei MINIBOT per tirare avanti, ma i politici greci sono troppo europeodi massimalisti, e preferiscono schiantarsi contro i muri. Caro Tria, se Atene piange, Roma non ride.

 


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