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La grande guerra dell’informazione in America, Trump contro i perduti… di Dardo

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Secondo l’ultima rivelazione anonima al Washington Post da parte di personale della Cia in servizio, già di per sé una cosa scandalosa trattandosi di tradimento, la Ditta avrebbe dato prove del coinvolgimento diretto di Putin nell’operazione di hackeraggio che ha coinvolto il Comitato elettorale dei democratici direttamente al Presidente Obama.

Secondo la medesima fonte, il quale non fornisce una data certa dell’allerta della Cia sia al capo della DNI Clapper che della CIA Brennan oltre al medesimo Obama, a luglio 2016 il report segretissimo era già sul tavolo del Presidente quasi contemporaneamente con il furto delle email al comitato democratico, scoperto solo il 22 luglio. Nei mesi precedenti erano venuti a mancare in circostanze misteriose 6 dipendenti del comitato e dello staff della Clinton, ossia testimoni diretti della macchina democratica, lasciando comunque il sospetto che uno di essi fosse il Leaker che smistò ad Assange tutta la corrispondenza tra Podesta, Hillary, la Abedin e altri membri dello staff democratico, incluse le prove delle minacce e dei ricatti subiti da Sanders per non venire eletto alle primarie democratiche.

Chi ha potuto leggere i leaks potrebbe benissimo capire che la macchina democratica avesse condizionato al 100% l’agenda geopolitica e culturale del processo della globalizzazione. Non solo, tra queste vengono trovate strane corrispondenze su rituali e riunioni poco usuali al grande pubblico americano, strane scomparse di artisti e personaggi di Hollywood ne accompagnano il mistero. A Mosca, negli stessi mesi successivi, Putin adotta un cambio molto sospetto all’interno dello staff presidenziale, vengono allontanati il capo della comunicazione e uno dei suoi consiglieri strategici; senza alcuna evidente ragione, se non forse che coloro possano essere coinvolti in strane congiure di Kremlino, offrendo comunque un sospetto sulle successive attività anti russe, passando dall’attentato al suo autista, sino alle morti dei suoi ambasciatori, alcune plateali come ad Ankara, altre avvolte nel mistero assoluto dei certificati medici di arresto cardiaco.

Insomma, roba da Ludlum. La coincidenza significativa avviene però con il fallito golpe di Ankara, che data il 15 Luglio, una settimana prima del furto dei dati al comitato democratico. Pochi analisti dubitano della contrarietà del mondo militare americano contro le covert opérations della CIA e del Dipartimento dello Stato pienamente d’accordo con il programma Clintoniano Obamiano del Nuovo Medio Oriente, in cui il defenestramento del Gen. Flynn va visto quale incipit della lotta interna a Washington.

Questo scenario fa ritenere che il j’accuse e le relative fonti sulla vicinanza di Trump e del suo entourage con personale russo vicino al Kremlino partano nel momento in cui gli strateghi del presidente Obama e lo staff della Clinton hanno già letto i sondaggi che davano Trump in vantaggio, avessero già saputo dello strano accesso alla loro corrispondenza e che infine con il fallimento del colpo di stato in Turchia siano usciti ormai allo scoperto, ossia abbiano fallito la missione con la quale si erano garantiti i finanziamenti per l’elezione da parte dei sauditi, dei qatarioti, degli iraniani, dei cinesi e dei tedeschi. Lascio a voi la scelta di andare o meno a verificare la lista dei finanziamenti al comitato democratico.

Fallito il golpe i sauditi iniziano a rivolgersi allo staff Trump, i grandi poteri finanziari americani si riallineano, la Cina entra in subbuglio, e il resto rimane ancora una seria incognita. Quale strategia adottare per poter creare il nemico pubblico? Quali nemici hanno avuto i democratici lungo i loro stratagemmi se non Putin, Trump ed Erdogan? Essi non osano richiamare all’ordine gli israeliani che un ruolo l’ebbero due settimane prima del colpo di Stato in Turchia, stranamente ripacificandosi con Erdogan e riaprendo le rispettive sedi diplomatiche a tutti i livelli. L’unica opzione narrativa del disastro obamiano e clintoniano è quello di legare i punti narrativi attorno agli unici vincitori della battaglia interna americana e quella geopolitica internazionale, Putin e Trump. Ecco che l’ordine di Obama di accedere alle informazioni secretate dello staff presidenziale di Trump, già sotto protezione del Secret Service, di cui risponderà oggi Loretta Lynch alla Commissione del Senato in quanto avrebbe indagato i candidati politici alla presidenza e violato la legge per scopi politici di parte, un reato che verrebbe punito dai 5 ai 7 anni di reclusione. Non solo, tutto lo staff del Dipartimento di Stato, Giustizia e varie agenzie di intelligence ad esclusione di quelle militari, iniziano a gestire un manuale di istruzioni per la propaganda e la difesa della presidenza Obama e della candidata Hillary Clinton, utilizzando le fondazioni e gli istituti di ricerca, i grandi gruppi media e la rete globalista, gli oppositori di Trump presso il comitato repubblicano McCain e altri che sono stati fregati dalla diretta elezione di Trump da parte dell’America delle praterie, lontana dalle metropoli e dai liberticidi costumi della società civile americana. Rural America contro Radical change America, l’aberrante verità che viene a galla e condanna il potere dello stato profondo ad adeguarsi ad un’agenda che stravolge i loro piani di dominio e afferma la volontà di potenza del popolo americano, il quale elegge per la prima volta contro un sistema di vita e sociale dettato da una élite culturale viziata dal potere della divisione.

La guerra di informazione in atto non fa che mettere a repentaglio non solo l’affidabilità dell’intelligence americana con i colleghi nel mondo, i relativi sistemi operativi cibernetici, incrementando i rischi sistemici di governabilità interna e con vera frustrazione demoniaca cerca di governare i processi narrativi europei ancora con una chiave progressiva di alienazione dei diritti mediante il terrore. Questo significa che varie agenzie di contractor, mediante il finanziamento di varie lobby e sotto la rete di copertura di alcuni individui della CIA e del Dipartimento di Stato, continuino a tradire gli interessi della propria nazione e quella della governance del Paese disobbedendo agli ordini gerarchici, mutuando la lotta politica in lotta di sopravvivenza sistemica, essendo intrecciati gli interessi della globalizzazione con quelli dell’Unione Europea, i due pilastri del Nuovo Ordine Mondiale.

Che Kissinger abbia messo in discussione tale disegno e le grandi banche di affari mondiali l’abbiano abbandonato non sta bene a lor signori, essi vogliono gestire il dopo Putin per maneggiare con cura i destini della Via della Seta e dell’Africa, dimenticando che tutto si può ma non invertire i destini dei popoli senza una visione condivisa, questa mistica delle masse accompagnò dalla rivoluzione francese in poi tutti i processi geopolitici. Il sogno obamiano si infrangerà quando si scoprirà la vera maschera della globalizzazione, il volto perverso di un sistema fondato sul sacrificio collettivo, Iddio sa…


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