Economia

La Germania scopre la crisi: un’ondata di fallimenti che non si vedeva da tempo

Aumentano i fallimenti in Germania: l’economia tedesca scricchiola, colpiti trasporti e settore alberghiero. Ecco i dati che preoccupano l’Europa.

Pubblicato

il

La solida economia tedesca, un tempo motore d’Europa, mostra crepe sempre più evidenti. Lontani i tempi in cui Berlino impartiva lezioni di rigore a mezza Unione Europea, oggi si trova a fare i conti con una realtà scomoda: le aziende chiudono. E lo fanno a un ritmo preoccupante.

Secondo i dati preliminari di Destatis, l’Ufficio Federale di Statistica tedesco, a settembre il numero di insolvenze ordinarie è schizzato verso l’alto, segnando un +10,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un dato che, seppur “sperimentale” e in attesa di conferma, suona come un campanello d’allarme non più ignorabile.

I numeri della crisi tedesca

Per comprendere la portata del fenomeno, è utile analizzare i dati consolidati di luglio, che offrono un quadro più definito. Le procedure di insolvenza registrate sono state 2.197, con un aumento del 13,4% su base annua. Ma il dato più impressionante riguarda i crediti vantati verso queste aziende, che ammontano a circa 3,7 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 3,2 miliardi del luglio 2024. Un buco miliardario che qualcuno dovrà pur pagare. Questo indica un problema di insolvenza reciproca del sistema economico tedesco, dove la certezza di incasso del credito viene, progressivamente, a mancare.

Non tutti i settori, però, soffrono allo stesso modo. La crisi sta colpendo in maniera mirata, quasi chirurgica. Ecco i comparti più in difficoltà:

Settore Insolvenze ogni 10.000 aziende
Trasporti e Stoccaggio 12,7
Alberghiero 9,9
Altri servizi (es. agenzie interinali) 9,9

Come si evince dalla tabella, la logistica e il settore dei trasporti sono in cima a questa triste classifica, seguiti a ruota da quelle attività, come l’alberghiero e i servizi alle imprese, che per prime risentono del rallentamento generale dei consumi e degli investimenti.

È importante sottolineare, come fa lo stesso Destatis, che queste statistiche colgono solo la punta dell’iceberg: le chiusure aziendali che avvengono tramite una procedura concorsuale formale. Rimane sommerso tutto quel mondo di imprese che cessano l’attività “silenziosamente”, prima di arrivare al punto di non ritorno, logorate da costi insostenibili e da una domanda che non riparte. Inoltre è la tendeza ad essere preoccupate, con il rischio div edere incrementi sostanziali anche nei mesi futuri.

La Germania, insomma, sembra aver perso il suo smalto. E quando il motore d’Europa rallenta, è difficile che il resto del continente possa accelerare.

Domande & Risposte

1. Perché proprio i settori dei trasporti e dell’alberghiero sono i più colpiti in Germania?

Il settore dei trasporti e della logistica è l’arteria del sistema produttivo e commerciale tedesco, fortemente orientato all’export. Un rallentamento della domanda globale e interna si traduce immediatamente in meno merci da trasportare, mettendo sotto pressione le aziende del comparto. Il settore alberghiero, invece, è molto sensibile sia al turismo d’affari che a quello privato. La congiuntura economica negativa, l’inflazione e l’incertezza generale riducono i viaggi di lavoro e la spesa per le vacanze, portando a un calo drastico del fatturato e rendendo difficile la sopravvivenza delle strutture.

2. Questi dati sui fallimenti indicano l’inizio di una recessione più profonda per la Germania?

Un aumento così marcato e costante delle insolvenze è un segnale recessivo molto forte. Non si tratta di un dato isolato, ma di un trend che riflette difficoltà strutturali: alti costi energetici, rallentamento della manifattura e debolezza della domanda interna. Sebbene non sia l’unico indicatore, l’aumento dei fallimenti, unito ad altri dati macroeconomici deboli (come la produzione industriale e la fiducia delle imprese), suggerisce che l’economia tedesca non sta solo rallentando, ma sta attraversando una fase di profonda difficoltà che potrebbe sfociare in una recessione prolungata.

3. Quali potrebbero essere le conseguenze per l’economia italiana?

L’Italia ha un legame economico strettissimo con la Germania, che è il nostro primo partner commerciale. Un rallentamento dell’economia tedesca significa una riduzione della domanda di beni e servizi italiani. Le nostre imprese, specialmente quelle del Nord Italia inserite nelle catene del valore tedesche (automotive, meccanica, componentistica), rischiano di vedere una contrazione degli ordini e del fatturato. A livello macroeconomico, la crisi tedesca può frenare la crescita dell’intera Eurozona, con possibili ripercussioni negative anche sul nostro export e, di conseguenza, sull’occupazione e sugli investimenti.

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento

Annulla risposta

Exit mobile version