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Economia

LA GERMANIA ROMPE CON GLI USA ED CERCA APPOGGI SULLA TURCHIA? DEDOLLARIZZAZIONE O GUERRA IN VISTA ?

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Oggi il Wall Street Journal riportava la notizia che la Germania starebbe studiando un piano di intervento sulla Turchia per  stabilizzare l’economia del paese. L’Idea (poveri turchi!) sarebbe quella di un sistema di bailout simile a quello impiegato per i salvataggi europei di Grecia e Spagna.

I colloqui sono ancora preliminari ma a livello preliminare, ma coinvolgono gli sherpa del ministro delle finanze tedesco  Olaf Scholz e quelli della sua controparte turca  Berat Albayrak. Il piano prevedrebbe una serie di strumenti quali:

  • prestiti mirati al sistema bancario;
  • prestiti da enti di sviluppo europei;
  • aiuti bilaterali mirati

I funzionari tedeschi, comunque non completamente concordi, vorrebbero coinvolgere anche il Fondo Monetario Internazionale in una sorta di “Nuova Troika” in stile greco. Parteciperebbero la Germania e la Francia, ma ricordiamo che la Spagna ha un’enorme esposizione bancaria verso la Turchia e Unicredit non è da meno, se consideriamo ancora Unicredit italiana…

Si potrebbe notare che la Germania fa la dura con noi, ma è disposta a buttare soldi in Turchia. Però una scelta del genere non tiene conto di tre fattori:

  • il FMI non è gradito come partecipazione ad Ankara, ed è strettamente legato agli USA;
  • il problema della Turchia non è un problema di debito come la Grecia, o meglio non è solo un problema di debito, ma essenzialmente è un problema di crescita eccessiva che richiederebbe una politica monetaria prima, e fiscale in seguito, repressiva. Sono che Erdogan NON è Tsipras, cioè un pupazzo europeo, e difficilmente seguirebbe queste politiche;
  • la crisi, anche se partita da molto lontano con motivazioni macroeconomiche, è comunque scoppiata ora per il deterioramento diplomatico dei rapporti con gli USA ed un intervento del genere metterebbe la Germania, se è possibile, ancora di più in rotta di collisione con l’alleato, o ex alleato, americano.

Questa iniziativa si combina, tra l’altro, con altri motivi di attrito germano-americano, quali:

  • auto e dazi;
  • Iran;
  • Russia e nord stream.

I due ultimi motivi sono strettamente legati. Recentemente Putin ha fatto una visita a sorpresa a Vienna per il matrimonio del ministro degli esteri locale. Una bella sorpresa, ma la cosa interessante  è avvenuta dopo, con un colloquio a quattr’occhi con la Merkel a Berlino. Putin parla un buon tedesco, e la Merkel un discreto russo, per cui il colloquio non ha richiesto neppure i soliti interpreti. Non casualmente, qualche giorno dopo, è uscita la curiosa idea di un sistema di pagamento che bypassasse lo Swift , di cui fanno parte gli USA, e che è l’arma principale di ricatto degli USa a livello internazionale, permettendo quindi pagamenti diretti escludendo gli USA. Un nuovo sistema di pagamento europeo sarebbe qualcosa di superfluo semplicemente perchè tra 10 anni la Cina e le criptovalute saranno i dominus del sistema mondiale.

Tutto questo ha fatto alzare qualche orecchio a Washington, ed in europa sanno bene che se solo si accennasse ad una mossa del genere l’euro sarebbe schiacciato prima dell’ora di pranzo, quindi l’obiettivo si è leggermente spostato. L’ente che gestisce il sistema Swift ha sede in Belgio, territorio dell’Unione Europea per cui è solo per la debolezza della UE che gli USA ,ed il Regno Unito, fanno quello che vogliono. Nello stesso tempo la Germania ha lanciato questo Ballond D’essai del sistema europeo, o del recupero dello Swift, perchè terrorizzata d quello che potrebbe accadere nello Stretto di Hormuz.

Questo stretto conduce il 30% del petrolio mondiale, ed anche grosse quantità di gas naturale liquido. La crisi USA -Iran lo ha riportato ali onori della cronaca e gli Iraniani hanno minacciato di bloccarlo, e, dato che lo stretto è largo solo 34 km, possono farlo, o pr lo meno rendere molto costosa, anche in termini assicurativi, il transito. Ecco perchè l Germania è contraria alla sanzioni all’Iran: teme una crisi energetica, e quindi di essere legata mani e piedi  Putin.

Ci sarebbero altre vie alternative di procurarsi petrolio, ad esempio in Libia o nel ed attraverso , il Mediterraneo orientale, ma in questo la Merkel ha compiuto clamorosi errori, affidandosi alla folle politica di destabilizzazione di Sarkozy prime e di Macron dopo che hanno fatto prima crollare la produzione libica e che poi, con l’appoggio francese ad Haftar, ne hanno reso complessa la ripresa. Certo, la Merkel  dal 2011, al 2017 potevaappoggiare completamente, anche economicamente, l’Italia, Cipro e la Grecia, ma che ci volete fare, sono tedeschi, e non capiscono che senza l’Italia ed i paesi del Mediterraneo orientale a fare da paceri o da poliziotti la Libia è perduta. Non a caso proprio oggi abbiamo scritto che Haftar, il protetto di Macron, è casualmente tagliato fuori dalla mezzaluna del petrolio della Libia.

Comunque queste politiche porteranno ad uno scontro diretto Berlino con Washington. Ci sono tutte le premesse, non resta che aspettare quello che accadrà.

 

 

 


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