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La Germania non accetterà i missili USA. Un’occasione per sviluppare la nostra tecnologia, in collaborazione con gliUSA

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Il Trattato INF, che negli ann ottanta ha messo al bando i famosi “Euromissili” sia da parte russa sia da parte statunitense, è in corso di contestazione da parte di Trump, che, se non vi saranno evoluzioni nelle trattative cesserà di essere attivo.

La mossa del Presidente USA è stata molto dura, ma non completamente immotivata. Anche se sono fatti molto conosciuti, le contestazioni degli USA non sono completamente infondate: i nuovi siluri nucleari a lungo raggio, veri e propri droidi da ritorsione nucleare con bombe al cobalto superano già i divieti del INF,  e la russia ha sviluppato una versione sbarcabile dei missili a medio raggio navali che, oggettivamente, ne sono una violazione. In precedenti articoli abbiamo anche ricordato che, strategicamente, il trattato è limitativo per la tutela che gli USa possono dare agli alleati in estremo Oriente anche nei confronti della Cina.

Il campo di battaglia più caldo è però l’Europa che, con molte polemiche, vide l’istallazione degli Euromissili negli anni ottanta in Germania ed in Italia. Ora però la Germania, per voce del proprio ministro degli Esteri Heiko Maas che ha ventilato l’ipotesi di un rifiuto da parte della Repubblica Federale dell’installazione dei missili intermedi: “L’Istallazione di nuovi missili intermedi incontrerebbe una forte resistenza in Germania” e “In nessun modo l’Europa dovrebbe diventare il teatro di un dibattito sul riarmo nucleare”, allargando il veto, in modo improprio, a tutta l’Europa. Naturalmente la notizia è stata subito rilanciata dal media russo RT.

In Realtà Heiko Maas può parlare, al massimo, per i tedeschi. La Polonia, ad esempio, sarebbe ben felice di acogliere i missili USA, ed allo stesso modo diversi paesi dell’ex blocco orientale. Chiaro che per la Germania, dalla politica estera ondeggiante tra l’imperialismo, la chiusura interna e la NATO, sarebbe un bel problema.

Quale sarebbe la migliroe posizione dell’Italia? Collaborare con gli USA nello sviluppo di un IRBM, un missile balistico intermedio, che dovrebbe essere dedicato poi alla protezione del territorio italiano e di quello degli alleati, partendo dal lanciatore VEGA. Questo lanciatore fu a sua volta sviluppato a partire dal missile strategico italiano ALFA.

ALFA era il missile intermedio sviluppato dall’Aeritalia negli anni settanta, il cui sviluppo fu bloccato anche per volere degli USA. Però il suo progetto è stato portato avanti da Avio con Vega, lanciatore molto moderdo, il cui programma è poi diventato euroleo, ELV, ma è ancora al 60% italiano. Si tratta, al contrario di Ariane, di un missile compatto, a carburante solido, quindi di facile manutenzione e che quindi si adatta all’uso come missile strategico intermedio.

Lanciatore molto affidabile, necessiterebbe di un moderno veicolo di rientro, che potrebbe essere sviluppato in versione ipersonica, anche sulla scia del recentissimo test del veicolo di rientro ipersonico Avangarde sviluppato dalla Russia.

Questo permetterebbe investimenti in alta tecnologia, con forti ricadute civili per l’Italia e fornirebbe uno strumento bellico alternativo, ma complementare, con quelli in sviluppo negli USA e con cui dotare gli alleati, senza che l’alleato oltreoceano abbia il tumore di condividere tecnologie proprie, anzi avendo la possibilità di confrontarle con un progetto alternativo. Questo permettebbe poi all’Italia di possedere uno strumento difensivo strategico rilevante nello scacchiere europeo. Un’occasione per staccarci dalle adunche gote della Cancelliera, e sviluppare una nostra, propria e nazionale, politica di difesa ed estera.

 

 

 


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