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Euro crisis

LA GERMANIA MASSACRA IL NS SISTEMA INDUSTRIALE: dalla UE i dati che ci spiegano lo shopping di aziende italiane

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Come tutti sappiamo (oramai) benissimo, il progetto euro prende il via con la separazione dei destini tra Bankitalia e Tesoro. Da li in poi, aggiungendovi la richiesta doppia tedesca di:

  • disinflazione (distruzione della base monetaria dal 25% del pil all’attuale 9% circa);
  • riduzione del deficit di bilancio (tramite innalzamento della tassazione per passare da stato con regime fiscale imperfetto a stato con regime fiscale perfetto),

per le nostre aziende inizia il lento percorso che porterà alla loro naturale estinzione. Guardate questi 4 semplici grafici della Commissione Europea:

GRAF 1_SAGGIO PROFITTO

Guardate che caduta il saggio di profitto delle aziende italiane dal 1995 in poi. Vi rammento che il progetto euro ebbe un’improvvisa accelerazione nel 1995 con la rivalutazione della lira (e la contemporanea svalutazione del Marco da cui l’adozione della lira pesante da parte dei tedeschi).

La contrazione delle vendite da parte degli italiani conseguente all’adeguamento verso l’alto dei listini a livello internazionale (nel senso che costruendo i listini sulla base dei costi sopportati in italia e avendo una valuta che vale per tutta Eurozona che ha impedito l’adeguamento, via cambio flessibile, ai prezzi internazionali delle nostre merci) è stata combattuta dalle aziende, gioco forza, riducendo i margini di guadagno aziendali, il mark-up (per mantenere le vendite in Eurozona).

Ora guardiamo il secondo grafico:

GRAF 2_STOCK CAPITALE

La caduta dei saggi di profitto aziendali ha comportato una contrazione degli investimenti aziendali. Di tal guisa, lo stock di capitale per ora lavorata è calato notevolmente. La cosa ha riguardato sia l’Italia che la Germania. La differenza tra noi e la Germania è quindi questa: nessuna!

Con tale forte affermazione voglio significare che i nostri reali competitor sono i tedeschi e non i francesi che invece si sono buttati in settori ad alta tecnologia e non in settori dalle vendite di massa e basate sul prezzo basso.

I Francesi sono in segmenti di mercato a noi complementari, i Tedeschi in segmenti di mercato tali per cui possono esser raffigurati come nostri diretti concorrenti (lo si comprende dal basso stock di capitale per ora accumulata). Per tale motivo, i tedeschi stanno facendo shopping in Italia nei settori a basso capitale (salumifici e altre aziende agroalimentari, aziende tessili e mobilifici). Esattamente quelle aziende che il PD sta massacrando per concentrarsi (senza successo) nei settori coperti dalle aziende francesi.

Ma ora torniamo all’analisi del valore aggiunto del paese. Dal 1982 ad oggi si nota un calo impressionante della ricchezza privata aziendale (sappiamo benissimo che è andata tutta in interessi corrisposti ai mercati finanziari causa innalzamento della tassazione sino ad allora definita imperfetta):

GRAF 3_VALORE AGGIUNTO 1

Quasi il 25% (cioè un quarto) del valore aggiunto degli anni 70 è andato distrutto causa scelte politiche in merito alle operazioni macroeconomiche sopra riportate!

Ma come vediamo nel grafico successivo, la cosa ha riguardato anche la stessa Francia che, quindi, è nella nostra stessa situazione; questa si è però tirata fuori dalla concorrenza con tedeschi abbandonando il mercato delle aziende a bassa intensità di capitale (dove invece operiamo da sempre noi: i veri cinesi d’europa).

Ne consegue che il progetto Euro può continuare tranquillamente come asse franco-tedesco, poiché è perfettamente integrato (alta intensità di capitale per ora lavorata da parte dei francesi e bassa intensità di capitale per ora lavorata i tedeschi) ma una nazione tra la Germania e l’Italia è di troppo! Suggerisco l’Italia, noi dobbiamo assolutamente tirarci fuori poiché i barbari stanno depredando i settori da sempre occupati dalle nostre aziende.

“Colui che fugge potrà combattere ancora”

(Menandro,  IV/III sec. a.c.)

menandro

Maurizio Gustinicchi

A MAURI E IL PROF

 

 

 


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