Energia
La Germania in crisi? Forse, ma siede su un tesoro di litio che può cambiare il futuro dell’Europa
Mentre l’economia tedesca vacilla, una scoperta epocale potrebbe riscriverne il futuro: un giacimento di litio immenso, capace di sfidare i colossi sudamericani e rendere l’Europa padrona del suo destino energetico.
La narrazione di una Germania in affanno è ormai sulla bocca di tutti. Il colosso industriale europeo, un tempo motore inarrestabile del continente, sembra aver grippato. Eppure, in mezzo a questo scenario a tinte fosche, emerge una notizia che potrebbe cambiare le carte in tavola, non solo per Berlino ma per l’intera Unione Europea. Sotto i piedi dei tedeschi, precisamente nella regione dell’Altmark in Sassonia-Anhalt, giace uno dei più grandi giacimenti di litio del pianeta.
La conferma è arrivata da Neptune Energy, una compagnia fino a ieri nota per petrolio e gas, che ha certificato la presenza di ben 43 milioni di tonnellate di carbonato di litio equivalente (LCE).
Un tesoro nascosto: le dimensioni della scoperta
Per dare un’idea della portata di questa scoperta, basta un semplice confronto. Il famoso “Triangolo del Litio” sudamericano, che si estende tra Argentina, Bolivia e Cile e che detiene oltre la metà delle risorse mondiali, ammonta a circa 50 milioni di tonnellate. La Germania, da sola, si ritrova quasi alla pari.
Dal gas al litio: una riconversione?
Il paradosso, quasi un’ironia della storia economica, è che questo tesoro del futuro energetico si trova in un’area nota per il suo passato fossile. Il bacino dell’Altmark è stato per 55 anni uno dei più grandi giacimenti di gas naturale d’Europa. Le stesse salamoie presenti nel sottosuolo, un tempo associate agli idrocarburi, si sono rivelate ricchissime di litio.
Neptune Energy, che opera nell’area dal 1969, ha fiutato l’affare e sta guidando una transizione esemplare. Invece di affidarsi a metodi di estrazione tradizionali, spesso impattanti come le miniere a cielo aperto o le enormi vasche di evaporazione, l’azienda punta su una tecnologia innovativa: l’Estrazione Diretta del Litio (DLE).
Questo processo può essere definito un’estrazione “gentile” e presenta vantaggi notevoli:
- Minimo impatto ambientale: Utilizza un sistema a circuito chiuso che re-inietta la salamoia nel sottosuolo dopo l’estrazione del litio.
- Basso consumo di suolo: Sfrutta infrastrutture già esistenti dei pozzi geotermici o di gas.
- Alta efficienza: Processi sofisticati di scambio ionico e adsorbimento permettono di isolare il litio in modo rapido e puro.
Dopo aver completato con successo due progetti pilota, l’ultimo dei quali con tecnologia fornita dal partner Lilac, Neptune Energy sta ora avviando un terzo test. Se, come sembra, i permessi minerari verranno concessi, il passo successivo sarà un impianto dimostrativo su larga scala, preludio all’operatività commerciale.
Andreas Scheck, CEO di Neptune Energy, ha commentato: “Questa valutazione evidenzia l’enorme potenziale delle nostre licenze. Ci consente di dare un contributo significativo al mercato dell’approvvigionamento di litio tedesco ed europeo, una materia prima critica”.
Una mossa che non solo potrebbe risollevare le sorti economiche tedesche, ma che rappresenta un passo fondamentale verso la tanto agognata sovranità strategica europea sulle materie prime essenziali per la transizione verde. Mentre l’industria automobilistica tedesca soffre la concorrenza, la soluzione potrebbe arrivare proprio dal sottosuolo di casa.
Domande e Risposte per i Lettori
1. Perché questa enorme riserva di litio è stata scoperta solo ora?
La presenza di salamoie ricche di minerali nel sottosuolo tedesco era nota da tempo, ma la loro importanza economica era legata principalmente al gas naturale. La scoperta è figlia di due fattori recenti: l’esplosione della domanda di litio per le batterie e, soprattutto, lo sviluppo di nuove tecnologie come l’Estrazione Diretta del Litio (DLE). Prima della DLE, estrarre litio da queste salamoie profonde non era considerato economicamente vantaggioso né tecnologicamente maturo. Ora, invece, è diventata un’opzione realistica e sostenibile.
2. Questa scoperta basterà a risolvere i problemi economici della Germania?
Da sola, no. I problemi della Germania sono strutturali e legati al suo modello di export, ai costi energetici e alla burocrazia. Tuttavia, questo giacimento rappresenta un’opportunità strategica eccezionale. Può rivitalizzare l’industria automobilistica fornendo una filiera locale per le batterie, attrarre miliardi di euro in investimenti, creare posti di lavoro qualificati e ridurre la dipendenza critica dalla Cina. È un tassello fondamentale, non la soluzione a tutto, ma un vero e proprio “game changer” per la politica industriale tedesca ed europea.
3. L’estrazione del litio non è dannosa per l’ambiente?
Dipende dal metodo. I metodi tradizionali, come le miniere a cielo aperto in Australia o le vasche di evaporazione in Cile, hanno un impatto ambientale significativo in termini di consumo di acqua e suolo. La tecnologia DLE che si intende usare in Germania è molto più sostenibile. Opera in un sistema chiuso, riutilizzando la salamoia e sfruttando infrastrutture esistenti, con un’impronta a terra e un consumo di acqua dolce drasticamente inferiori. Pur non essendo a impatto zero, rappresenta un enorme passo avanti verso un’estrazione più “verde” di materie prime critiche.
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