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La Germania (e i suoi big) puntano sul Turkmenistan: 700 milioni in garanzie e contratti

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Mentre l’attenzione internazionale è spesso altrove, l’industria e la finanza tedesca si muovono con pragmatismo in Asia Centrale. Il Turkmenistan, nazione solitamente nota quasi esclusivamente per le sue immense riserve di gas naturale, sta cercando attivamente di diversificare la propria economia e di posizionarsi come un hub strategico. E per farlo, guarda con decisione a Berlino.

I recenti “Turkmenistan Economic Days in Germany“, tenutisi a Francoforte, hanno segnato un netto cambio di passo: non più semplici relazioni commerciali, ma una collaborazione tecnologica e finanziaria su larga scala. All’evento erano presenti oltre 50 grandi aziende tedesche – nomi del calibro di Deutsche Bank, Commerzbank, Siemens Energy, BASF, CLAAS e John Deere – e 51 controparti turkmene.

Il Turkmenistan è un grande produttore di Gas Naturale

Non solo gas: tecnologia in cambio di garanzie

Il cuore dell’intesa non è la beneficenza, ma un solido piano di investimenti in stile keynesiano, sostenuto da robuste garanzie finanziarie. La cooperazione con le istituzioni finanziarie tedesche è la chiave:

  • Pacchetto finanziario: Deutsche Bank, Commerzbank ed Euler Hermes hanno strutturato un pacchetto di garanzie (sostanzialmente, collaterale per le esportazioni tedesche) che si avvicina ai 700 milioni di dollari.
  • Destinazione: Questi capitali sono strategicamente indirizzati verso infrastrutture critiche, sanità e iniziative industriali, mitigando i rischi di investimento per le imprese tedesche.

Sul fronte industriale, i contratti sono già “nero su bianco” o quasi. Siemens Energy Global è in procinto di finalizzare un accordo da 108 milioni di dollari con Turkmengaz (l’azienda statale del gas) per la modernizzazione del sistema di trasporto, inclusa la riparazione di compressori e turbine di potenza.

Anche il colosso chimico BASF non sta a guardare: tra il 2020 e il 2025, l’azienda ha fornito reagenti chimici per oltre 25 milioni di dollari. Ora, la parte turkmena spinge per un accordo contrattuale diretto e a lungo termine, per ottimizzare la logistica e blindare la catena di approvvigionamento.

Il “Modello Tedesco” per l’Asia Centrale

Perché questo improvviso interesse? Come spiegato da Vladimir Nikitenko, Direttore Regionale del Comitato Orientale dell’Economia Tedesca, il Turkmenistan ha un PIL pro capite elevato (grazie al gas) e il governo sta investendo massicciamente nella modernizzazione industriale. Per farlo, ha bisogno della migliore tecnologia, e quella tedesca è in cima alla lista.

“Digitalizzazione e infrastrutture sostenibili stanno diventando i driver chiave,” ha sottolineato Nikitenko. Il Turkmenistan sta modernizzando i settori dell’energia, della gestione dell’acqua e della logistica, aree in cui le aziende tedesche hanno forti vantaggi tecnologici: smart grid, automazione, trattamento delle acque reflue ed efficienza idrica.

Non si tratta solo di grandi aziende statali. La crescente economia privata turkmena sta aprendo le porte al famoso Mittelstand tedesco (le PMI), specialmente nei settori tessile, agricolo e, soprattutto, logistico lungo il “Corridoio di Mezzo” (Middle Corridor), la rotta commerciale che collega l’Asia Centrale all’Europa.

Il forum di Francoforte ha dimostrato che, per il business tedesco, il Turkmenistan non è un partner esotico, ma un mercato tecnologicamente promettente e una piattaforma per l’innovazione.

Nello stesso tempo la Germania ha bisogno di mercati dove poter tentare di riversare le proprie produzioni industriali, che non si recano più negli USA, e anche dove cercare di comprare gas a buon prezzo.

Domande e risposte

Perché la Germania sta investendo così tanto in Turkmenistan proprio ora?

La Germania vede un’opportunità strategica. Il Turkmenistan sta usando le sue rendite da gas per un massiccio piano di modernizzazione statale (energia, acqua, digitale). Le aziende tedesche (Siemens, BASF) hanno la tecnologia high-tech richiesta. La finanza tedesca (Deutsche Bank, Commerzbank) facilita l’operazione garantendo 700 milioni di dollari per l’export. È una partnership industriale: tecnologia tedesca in cambio di investimenti turkmeni garantiti.

Che c’entra il “Middle Corridor” (Corridoio di Mezzo) con questi accordi?

È fondamentale. Il Turkmenistan è un anello cruciale del “Middle Corridor”, la rotta di trasporto e commercio che collega l’Asia all’Europa bypassando la Russia. Investendo nelle infrastrutture logistiche, digitali e “verdi” del paese, la Germania non solo aiuta le sue aziende (incluse le PMI del Mittelstand), ma rafforza la vitalità e l’efficienza di questa rotta commerciale alternativa, assicurando le catene di approvvigionamento.

Oltre al gas, quali sono i settori specifici di questa collaborazione?

La modernizzazione dell’infrastruttura gas è centrale (contratto Siemens da 108 milioni), ma l’accordo è molto più ampio. BASF fornisce prodotti chimici ($25 milioni) e punta a contratti diretti. Le aziende tedesche sono leader nelle infrastrutture sostenibili, molto richieste: reti elettriche intelligenti (smart grid), automazione industriale, gestione efficiente dell’acqua e trattamento dei reflui. Inoltre, il Mittelstand tedesco è attivo nel tessile e nel commercio agricolo.

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