Politica
La Germania di Merz: Tasse, promesse infrante e un nuovo governo in bilico
Klingbell, il futuro alleato di merz nel governo di grande coalizione, tedesco, lascia la porta aperta agli aumenti fiscali, e merz non ci si oppone. Le promesse elettorali sono cartaccia, e gli elettori se ne stanno rendendo conto

Mentre si profila la formazione di un nuovo governo di coalizione in Germania, guidato dalla CDU di Friedrich Merz e affiancato dalla SPD, emergono già le prime tensioni e contraddizioni che rischiano di minare la fiducia popolare. In particolare, il dibattito sugli aumenti delle tasse sta gettando un’ombra sulle promesse elettorali della CDU, contribuendo a un calo della sua approvazione e a un parallelo aumento del consenso per l’opposizione dell’AfD.
La CDU/CSU, eletta anche sulla base di una promessa implicita o esplicita di riduzione del carico fiscale o almeno di nessuna nuova imposizione, si trova ora in una posizione delicata. Il potenziale accordo di coalizione “nero-rosso” (CDU/CSU e SPD) è oggetto di negoziati, e le dichiarazioni dei leader delle due parti mostrano una notevole ambiguità sul tema cruciale delle tasse.
Lars Klingbeil, leader della SPD, non ha escluso categoricamente possibili aumenti delle tasse nei prossimi anni, citando la necessità di “garantire i mezzi finanziari necessari” in “tempi turbolenti”. Sebbene l’accordo di coalizione in discussione apparentemente non preveda esplicitamente aumenti, Klingbeil sottolinea che “non si può escludere nulla, altrimenti ci si autoimpongono inutili limitazioni”, aggiungendo che la situazione finanziaria verrà costantemente valutata. il classico modo della sinistra socialista di far accettare nuove tasse con la scusa di qualche emergenza.
Dall’altra parte, il probabile futuro Cancelliere, Friedrich Merz della CDU, ha inizialmente respinto l’idea di aumenti fiscali, affermando: “Abbiamo un accordo di coalizione e non c’è alcun aumento delle tasse, e non ce ne sarà nessuno”. Tuttavia, anche Merz ha lasciato una “piccola porta aperta”, riconoscendo che nella situazione globale attuale – che definisce “la crisi come la nuova normalità” – “Non si dovrebbe mai dire mai”. Klingbeil ha prontamente notato questa apertura di Merz, utilizzandola per rafforzare la propria posizione sulla necessità di flessibilità.
Questa discrepanza tra la posizione di principio basata sull’accordo (nessun aumento) e il riconoscimento pragmatico della possibilità di future necessità finanziarie (non si può escludere nulla) sembra annullare, di fatto, la chiarezza della promessa elettorale della CDU riguardante il carico fiscale. Se la CDU era stata votata anche per la sua posizione su questo tema, l’attuale incertezza, espressa sia dal partner di coalizione SPD che dallo stesso leader della CDU, appare come una rottura di tale impegno agli occhi di molti elettori. Anche gli elettori tedeschi possono essere presi in giro fino a un certo punto.
Germany, Forsa poll:
CDU/CSU-EPP: 25%
AfD-ESN: 24%
SPD-S&D: 15%
GRÜNE-G/EFA: 12%
LINKE-LEFT: 10%
BSW-NI: 4%
FDP-RE: 3%+/- vs. 01-07 April 2025
Fieldwork: 08-14 April 2025
Sample size: 2,502➤ https://t.co/obOCVirbpF pic.twitter.com/Q7iRB5qAyT
— Europe Elects (@EuropeElects) April 15, 2025
Non c’è da stupirsi, quindi, se questa percezione di una promessa fiscale annullata o perlomeno resa incerta contribuisca a un calo dell’approvazione popolare per la CDU. Parallelamente, l’opposizione, in particolare l’AfD, sfrutta queste incertezze e il malcontento generale, vedendo aumentare il proprio consenso. La stabilità e la fiducia nel nuovo governo dipenderanno in larga misura dalla sua capacità di gestire le aspettative fiscali dei cittadini in un contesto economico e globale definito “turbolento” e in crisi.
Sebbene il dibattito sugli aumenti si concentri spesso sui patrimoni più elevati (successione, patrimonio), l’incertezza sembra aleggiare anche sulla possibilità di ridurre l’imposta sul reddito per i ceti medio-bassi, un’altra misura potenzialmente attesa. A complicare il quadro economico, Klingbeil spinge anche per un rapido aumento del salario minimo a 15 euro, in teoria una buona misura, in realtà questa aumenterà il carico fiscale in un sistema fortemente progressivo come quello tedesco. Il tema delle tasse è destinato a ritornare in futuro al centro della discussione politica.
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