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La Germania cerca di salvare la sua quarta più grande raffineria, anche se usa PETROLIO RUSSO
La Germania sta valutando vari modi per mantenere in funzione la quarta più grande raffineria del Paese, nel tentativo di eliminare la dipendenza dalle importazioni di petrolio dalla Russia entro la fine dell’anno. La raffineria, che fornisce il 90% del carburante alla capitale Berlino, è infatti di proprietà della russa Rosneft.
La Germania ha diverse opzioni per la raffineria di Schwedt, posseduta al 54% da Rosneft, tra cui l’esproprio. Ma le autorità tedesche temono ritorsioni da parte della Russia in caso di esproprio, comprese quelle che consistono nel taglio delle forniture di gas naturale alla Germania, hanno dichiarato martedì a Reuters fonti vicine alle deliberazioni.
La Germania si sta preparando a prendere il controllo della raffineria di Schwedt secondo un piano che potrebbe vedere le materie prime trasportate attraverso il porto tedesco del Mar Baltico di Rostock e il porto polacco di Danzica attraverso un collegamento alternativo degli oleodotti.
La raffineria di Schwedt viene rifornita di greggio russo attraverso l’oleodotto Druzhba, lo stesso che serve l’Ungheria, che per ora è esente dall’embargo UE sulle importazioni di petrolio russo, che entrerà in vigore alla fine di quest’anno. La Germania, tuttavia, si è impegnata a eliminare la dipendenza dal petrolio russo entro la fine dell’anno. Ciò significa che deve procurarsi un approvvigionamento alternativo di greggio per la raffineria di Schwedt e capire come far funzionare l’impianto senza l’attuale proprietario e gestore di maggioranza Rosneft.
Il gigante petrolifero russo, tuttavia, si è finora rifiutato di negoziare con la Germania la vendita della sua partecipazione nella raffineria o di discutere altre soluzioni, secondo le fonti di Reuters.
La Germania ha preso in considerazione l’ipotesi di affidare a Shell, che detiene una quota di minoranza del 37,5% di Schwedt, il ruolo di operatore giornaliero temporaneo del sito, ma Shell non è interessata ad assumere un ruolo di operatore permanente né ad aumentare la propria partecipazione nella raffineria, hanno dichiarato a Reuters fonti governative e aziendali. La Shell non vuole compiere evidentemente un atto così ostile verso Rosfnet, con il quale, un giorno, si troverà a fare nuovamente affari.
Un’altra idea è quella di rendere la raffineria polacca PKN Orlen un operatore temporaneo della raffineria di Schwedt, in quanto potrebbe fornire greggio non russo da Danzica. Ma la Polonia vuole che Rosneft sia estromessa dalla raffineria prima di prendere in considerazione un accordo per la sua gestione, dicono le fonti di Reuters, il che significherebbe prima chiudere l’impianto e poi darlo alla Polonia, rendendo però il riavvio molto costoso.
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