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La geniale soluzione di Musk per i Cybertruck invenduti: li comprano le sue altre aziende

Le vendite del Cybertruck non decollano e Tesla ha un problema. La soluzione di Elon Musk? Farli acquistare dalle sue altre aziende, SpaceX e xAI. Un’operazione geniale o un semplice trucco contabile per mascherare un flop?

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Il Tesla Cybertruck, il pick-up elettrico dal design fantascientifico che doveva spaccare il mercato, si sta rivelando un grattacapo commerciale non da poco per Elon Musk. Le ambizioni erano stellari, come spesso accade con le creature del vulcanico imprenditore, ma la realtà del mercato si è dimostrata ben più terrestre. A fronte di una capacità produttiva progettata per oltre 250.000 unità all’anno, le vendite attuali viaggiano a un ritmo di appena 20.000 veicoli su base annua.

Questo si traduce in una situazione economicamente dolorosa: la linea di produzione viaggia a un tasso di utilizzo inferiore al 10%. Per qualsiasi costruttore automobilistico, una simile inefficienza rappresenta un bagno di sangue finanziario, trasformando gran parte del capitale investito in un “costo irrecuperabile” (sunk cost). Come se non bastasse, nonostante la produzione ridotta, Tesla si ritrova periodicamente con scorte di Cybertruck che faticano a trovare un proprietario.

Ma quando si tratta di Elon Musk, la soluzione a un problema è spesso tanto creativa quanto… interna al suo ecosistema. E così, ecco la mossa del cavallo: centinaia, forse migliaia, di Cybertruck invenduti vengono acquistati dalle sue altre aziende private, SpaceX e xAI.

Numerosi camion carichi di Cybertruck sono stati avvistati mentre consegnavano i veicoli presso gli uffici di xAI e, soprattutto, presso la Starbase di SpaceX in Texas.

I numeri del problema Cybertruck:

  • Capacità produttiva teorica: Oltre 250.000 unità/anno.
  • Vendite annuali stimate: Circa 20.000 unità.
  • Tasso di utilizzo della linea produttiva: Inferiore al 10%.

La versione ufficiale, fornita da Wes Morrill, ingegnere capo del progetto Cybertruck, è che si tratta di un sogno che si realizza. SpaceX e Tesla starebbero semplicemente sostituendo le loro flotte di supporto, attualmente composte da veicoli a combustione interna (ICE), con il futuristico pick-up. “Vedere le flotte di supporto ICE di Tesla e SpaceX sostituite con il Cybertruck è fantastico. Quando lo stavamo progettando, questo era sempre parte del sogno”, ha commentato Morrill. Un sogno che, casualmente, risolve anche un piccolo incubo contabile.

Tuttavia, l’analisi di alcuni osservatori del settore, come il sito Electrek, suggerisce una lettura più maliziosa e finanziariamente astuta. L’ipotesi è che Musk, prevedendo un quarto trimestre (Q4) difficile per le vendite a causa della scadenza di alcuni crediti d’imposta, abbia agito d’anticipo. Esisteva una clausola che permetteva di beneficiare ancora degli incentivi se gli ordini, con depositi non rimborsabili, fossero stati bloccati entro la fine di settembre (Q3), anche con consegna nel Q4.

La scommessa è che Musk abbia fatto ordinare a SpaceX e xAI migliaia di Cybertruck proprio prima della scadenza, garantendo così a Tesla un flusso di consegne “sicure” da registrare nei libri contabili del quarto trimestre. Un’operazione di “sinergia” tra aziende sorelle che permette di abbellire i risultati trimestrali di Tesla, sostenere il titolo in borsa e, soprattutto, evitare l’imbarazzante immagine di piazzali pieni di veicoli invenduti.

Una mossa da manuale di ingegneria finanziaria, perfettamente legale, che trasforma un potenziale flop commerciale in una semplice partita di giro interna. Resta da vedere se il mercato reale, prima o poi, si innamorerà del Cybertruck o se Musk dovrà continuare a contare sui suoi “clienti interni” per tenere a galla il progetto.

Cybertruck visione posteriore

Domande e Risposte per i Lettori

1) Questa operazione di acquisto interno è legale? Assolutamente sì. SpaceX, xAI e Tesla sono entità legali distinte, sebbene condividano un azionista di riferimento e un CEO. Una transazione commerciale tra di esse è perfettamente legale. La questione non è di legalità, ma di trasparenza finanziaria e di percezione del mercato. Criticamente, solleva dubbi sulla domanda organica e reale per il Cybertruck, suggerendo che le cifre di vendita potrebbero essere “gonfiate” da queste transazioni interne, presentando un quadro della salute del prodotto più roseo di quanto non sia in realtà.

2) Perché Tesla non usa semplicemente i Cybertruck per la propria flotta di servizio invece di farli acquistare da SpaceX? Questa è un’ottima domanda. In parte lo sta facendo, come confermato dall’ingegnere Wes Morrill. Tuttavia, farli acquistare da SpaceX e xAI ha un vantaggio contabile significativo. Quando Tesla usa un veicolo per la propria flotta, questo rimane un asset aziendale. Quando SpaceX lo acquista, si tratta di una vendita a tutti gli effetti, che genera ricavi immediati per Tesla e contribuisce a raggiungere gli obiettivi di consegna trimestrali comunicati agli investitori. È una mossa che ha un impatto molto più forte e diretto sul conto economico di Tesla.

3) Cosa significa questo per il futuro del Cybertruck e di Tesla? A breve termine, è una soluzione intelligente per gestire l’inventario e sostenere i risultati finanziari. A lungo termine, però, è un campanello d’allarme. Indica che il Cybertruck, al suo attuale prezzo e con le sue caratteristiche, non sta incontrando il favore del mercato di massa come sperato. Se Tesla non riuscirà a stimolare la domanda esterna, o abbassando i prezzi o trovando nuovi mercati, il progetto rischia di diventare un peso finanziario sostenuto artificialmente dall’ecosistema Musk, anziché un centro di profitto.

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