Attualità
La “Fusione fredda” è fra noi, ma non è usata per produrre energia
La fusione fredda, o meglio LENR, è una realtà utilizzata anche tecnicamente. Peccato che ne sappiamo troppo poco
Ricordate Fleishmann e Pons e il sogno dell’energia illimitata da “Fusione fredda” degli atomi di idrogeno ottenendo elio? La loro ricerca fu anche la tomba della loro carriera scientifica quando l’esperimento si rivelò non ripetibile.
Eppure la scienza utilizza la fusione fredda, o meglio la LENR , ( Low energy nuclear reaction, reazione nucleare a bassa energia) in piccoli strumenti che non hanno la funzione di produrre energia, ma che vengono utilizzati, invece, per produrre neutroni.
Parliamo di piccoli oggetti chiamati “Neutristor”; dalla crasi fra le parole “Neutrone” e “Transistor”, perché sono in grado di generare neutroni altamente energetici, in piccole quantità, ma hanno le dimensioni di un microchip, per cui possono essere facilmente montati su oggetti portatili.
Lo schema di funzionamento è relativamente semplice e coerente con la fusione nucleare. Un fascio concentrato di deuterio, isotopo dell’idrogeno con due neutroni, viene lanciato ad alta velocità ed energia contro un metallo infuso di trizio, un altro raro isotopo dell’idrogeno con tre neutroni.
Localmente, in quantità infinitesimali, il metallo è in grado di abbassare la soglia energetica che normalmente respinge i nuclei atomici e quindi, localmente, si produce una reazione di fusione nucleare con la generazione di un atomo di Elio e l’espulsione di un neutrone. Ecco lo schema di funzionamento di un Neutristor
Ecco la reazione che avviene nel neutristor
Il neutristor è una tecnologia effettiva e in evoluzione, per la quale vengono presentate anche nuove versioni che, ad esempio, utilizzano il plasma di idrogeno per accelerare il deuterio invece che acceleratori elettromagnetici, rendendo il tutto ancora più compatto. I neutroni vengono poi utilizzati in diverse sperimentazioni scientifiche, ad esempio per la taratura degli strumenti, e potenzialmente sono utilizzabili per la produzione di isotopi radioattivi a scopo medico.
Perché questa fusione non viene utilizzata a scopo energetico? Semplicemente perché avviene in modo occasionale e in quantità troppo basse per essere energicamente significative. Non c’è guadagno energetico da questa forma di fusione, per poter avere un’utilità allo stato attuale.
Questo non significa che questa strada di ricerca sia chiusa: il meccanismo per cui alcuni atomi di idrogeno, in partiolari condizioni, abbassano la propria barriera energetica e riescano a fondersi in certi metalli è tutto da comprendere e da scoprire. Le LENR esistono, in Giappone vengono ancora attivamente studiate e proprio recentemente sono state presentate alla American Nuclear Society. Il fatto è che se ne sa troppo poco per poter capire se si tratta di una strada percorribile o meno.
Il lato positivo è che, al contrario della fusione “Calda”, le LENR richiedono una sperimentazione dal costo relativamente basso. Anche ARPA, l’agenzia per la ricerca militare americana, sta esplorando questa strada.
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