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La Francia non è più da “Doppia A”: S&P taglia il rating a A+ per “Incertezza Politica”
La Francia declassata ancora: S&P taglia il rating ad A+ per colpa del debito e dell'”incertezza politica”. L’agenzia avverte: senza nuove misure, il debito pubblico volerà al 121% del PIL entro il 2028.

L’avevamo lasciata a maggio 2024 con un declassamento da AA a AA-, e ora la Francia perde un altro pezzo della sua reputazione creditizia. S&P Global Ratings ha colpito ancora, abbassando il rating sovrano di Parigi da AA- ad A+, con una diagnosi che suona fin troppo familiare: la politica frena l’economia.
L’agenzia di rating americana, nel suo comunicato, ha mantenuto un outlook “stabile”, ma non ha usato mezzi termini sulla causa del declassamento. La colpa? Un consolidamento di bilancio che procede con la lentezza di una parata e, soprattutto, la famigerata “incertezza politica”.
Secondo S&P, questo clima incerto “peserà sull’economia francese frenando gli investimenti e i consumi privati, e quindi la crescita”. Una doccia fredda per il nuovo Primo Ministro, Sébastien Lecornu, che era appena sopravvissuto a due mozioni di sfiducia, sperando di poter presentare serenamente il bilancio 2026. Del resto le premesse del nuovo governo, che aumenterà le tasse quasi obbligato, dato che c’è da finanziare anche il rinvio della riforma delle pensioni.
Il vero nodo: il Debito
Al di là delle formule di rito sulla politica, il cuore del problema è il debito pubblico. L’agenzia stima che, senza “misure aggiuntive significative” per tappare i buchi del deficit, il rapporto debito/PIL francese potrebbe schizzare:
- Fine 2024: 112%
- Proiezione 2028: 121%
Un fardello che l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2027 non fa che rendere più pesante, alimentando l’incertezza sulle future finanze pubbliche.
L’outlook “stabile“, spiega S&P, è il risultato di un equilibrio precario. Da un lato, la Francia gode ancora di atout strutturali, come un’economia diversificata e un solido accesso ai mercati finanziari. Dall’altro, deve fare i conti con i suoi vizi storici: una spesa pubblica elevata e un debito strutturalmente pesante. Però sono tutti fattori che possono peggiorare molto facilmente, sia per fattori esterni, sia se ripartisse una forte conflittualità interna.
L’avvertimento finale è chiaro: potrebbero intervenire nuovi declassamenti se la dinamica di bilancio dovesse peggiorare o se la crescita rallentasse più del previsto. Per sognare un upgrade, invece, serve un “miglioramento durevole dei conti pubblici”, qualcosa che non sarà possibile sino a che una nuova maggioranza politica non troverà un nuovo equilibrio, e comunque molto difficile in questo ambiente europeo. In bocca al lupo.
La Francia ha dei grossi problemi strutturali che otto anni di sovvenzioni macroniste all’industria per decine, se non centinaia, di miliardi, hanno solo apparentemente nascosto e mai risolto. Ora i problemi tornano al pettine. Ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione per poter rilanciare l’economia del Paese, come del resto servirebbe anche al nostro Paese. Nessuno ne ha però il coraggio o la voglia.
Domande & Risposte (FAQ)
1) Cosa significa concretamente per la Francia questo declassamento ad A+? Significa che, agli occhi di una delle principali agenzie di rating, il rischio di prestare soldi alla Francia è aumentato (anche se rimane basso). Questo potrebbe tradursi in tassi d’interesse leggermente più alti che lo Stato dovrà pagare sul suo nuovo debito, rendendo più costoso finanziare la spesa pubblica e rifinanziare il debito in scadenza.
2) Perché S&P cita l'”incertezza politica” come un fattore economico? L’economia non ama l’incertezza. Quando le imprese non sanno quali saranno le future politiche fiscali o le riforme, e le famiglie temono per il futuro, tendono a rinviare decisioni importanti. Le aziende bloccano gli investimenti e le assunzioni, mentre i consumatori risparmiano di più e spendono meno. Questo “attendismo” frena la crescita economica (il PIL), peggiorando di conseguenza i conti pubblici.
3) La situazione della Francia è grave? L’outlook è “stabile”. “Stabile” significa che S&P non prevede ulteriori cambiamenti (né in meglio né in peggio) nel breve termine (12-18 mesi). La situazione non è disastrosa: A+ è ancora un rating investment grade molto solido. Tuttavia, è un chiaro segnale di avvertimento. La Francia si allontana dal gruppo dei paesi più virtuosi (come la Germania, AAA) e scivola in una fascia di maggior rischio, con un debito che l’agenzia vede fuori controllo senza riforme strutturali.

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