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La FED è senza munizioni, ma la volatilità sta per aumentare

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La Federal Reserve, con gli aumenti dei tassi del 2018 e la politica monetaria moderatamente restrittiva, ha causato senza dubbio un aumento della volatilità , come si può facilmente notare da questo grafico, tratto da zerohedge, con i relativi dati comparati sugli interessi e sulla volatilità:

 

L’aumento del VIX segue quello dei tassi di interesse, secondo uno schema logico: l’aumento dei tassi di interesse incrementa gli oneri finanziari e mette sotto pressione la redditività, anche prospettica, IN questa situazione è più probabile che aumenti la rischiosità dei titoli e quindi la loro volatilità.

Ora quindi, anche se parlare di crisi finanziaria è completamente fuori luogo, iniziamo ad avere delle tensioni, anche dovuti a fattori economici esterni, quali le turbolenze sui mercati internazionali. Solitamente, di fronte ad una possibile crisi, la Banca Centrale provvede a ridurre i tassi di riferimento per ridare liquidità al sistema. però Powell, il governatore della FED si trova senza grosse armi, anzi è quasi disarmato.

In media gli interventi della FED nei momenti di crisi sono stati dell’ordin de 375 bp, 3,75%. Ora dopo un lungo periodo di tassi praticamente a zero questi sono aumentati fino al 2,50%, per cui, in caso di necessità di intervento serio, o si va a zero o si va ai tassi negativi. Anche se sono previsti ancora due aumenti, in media nel 2019 (ad esempio questa è la previsione di BAML) non riuscirà ad arrivare all’ampiezza dell’intervento medio, per cui la Fedv è nuda.

 


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