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Cultura

La favoLetta degli I.D.E. Arabi (la questua e l’elemosina)

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Gli investimenti diretti esteri (acronimo IDE), sono stati fortemente cercati da Monti, auspicati da Renzi e dal suo staff di esperti economico-finanziari ed eccellentemente (muuuaaaahhhh!!!!) conseguiti da Letta.

Ma di cosa stiamo parlando? Cosa sono concretamente? E quali vantaggi e svantaggi hanno? Sono davvero il toccasana per il rilancio di una nazione? Cerchiamo di capire cosa sono questi ricercatissimi investimenti da stranieri.

Gli IDE possono presentarsi in due forme:

1. Investimenti Greenfield: costituzione di una nuova unità produttiva

2. International mergers and acquisitions (M&A): Acquisto di un’unità pre-esistente

Sempre più paesi si dotano di strumenti per attrarre gli investimenti esteri, dall’altro, però, riemerge spesso un forte nazionalismo che tende ad ostacolarli, comunque dall’era Monti-PD prevale il tentativo di attrarre IDE in ingresso.

Come mai questa cosa? Perché l’idea è che essi consentano, attraverso una maggiore competizione:

1) Prezzi più bassi e nuovi prodotti/servizi;

2) la riduzione (potenziale) delle inefficienze delle imprese nazionali.

In aggiunta a questo principale effetto, che dovrebbe incrementare la capacità competitiva di una nazione, essi consentono un incremento occupazionale nonché maggiori entrate fiscali. A dire il vero, sappiamo bene, che spesso facilitazioni fiscali finalizzate ad attrarre IDE (e le multinazionali estere riescono abilmente ad evitare tassazioni elevate) alla fine riducono notevolmente queste maggiori entrate fiscali, vanificando il risultato finale desiderato.

Gli IDE consentono, inoltre, quelli che sono chiamati “Technological spillovers”:

a – le imprese nazionali ”apprendono” dalle multinazionali estere

b – le imprese estere generano l’ingresso di altri investitori di contorno (pensiamo alle banche o ai servizi finanziari)  che avvantaggiano anche le imprese locali

Ma quello che tutti tacciono sono i potenziali rischi che nascono da questi IDE, tra cui:

1) il Profit shifting (trasferimento all’estero dei profitti che, in quanto multinazionali, sovente sono superiori ai tassi d’interesse sui mercati), riduce i profitti delle imprese nazionali concorrenti

2) In caso di acquisizione c’è il pericolo di chiusura/ridimensionamento di attività, strategiche (Telecom Italia e la relativa segretezza di molte informazioni) e non (vedi caso Electrolux);

 

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Repubblica.it/economia/2013/09/26

Servizi, esercito e forze dell’ordine: Telecom trasporta i segreti d’Italia. In gioco c’è la Rete. Nel governo il timore che l’asset possa di nuovo passare di mano nei prossimi mesi. Entro 24 ore primo rapporto al Copasir sul blitz degli spagnoli

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E ancora:

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Contropiano.org

Electrolux chiede di tagliare i salari, altrimenti se ne va

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3) Perdita del controllo nazionale (banche straniere non tratteranno mai come quelle locali le PMI Italiane)

 

Inoltre, non è neanche vero che sempre ed in ogni caso essi sono necessari per lo sviluppo di un paese. La Corea del Sud è cresciuta negli anni d’oro e si è sviluppata con pochissimi IDE, puntando tutto su un risparmio elevato e sul reperimento di capitali sui mercati internazionali. Questi sono poi stati trasformati in un upgrading tecnologico (investimenti produttivi).

Un caso storico di paese cresciuto grazie agli IDE è invece la Malesia (massicci IDE partiti negli anni ’70).

Ma accanto a successi, gli IDE hanno anche dovuto sopportare clamorosi insuccessi. Tra questi troviamo il caso delle Filippine: cospicui IDE non trasformati in crescita!

ForeignDirectInvestmentInIndonesia[2] 

Questo è il valore recente:

FDInvestiment 2

Quindi già comprendiamo due cose:

1)      non sempre sono necessari gli IDE per lo sviluppo di un Paese;

2)      non sempre gli IDE comportano lo sviluppo di un Paese!

Caro Letta, caro Monti, cari Zanonato, Renzi e Cuperlo, come la mettiamo? Ancora convinti di voler massacrare la classe media italiana per trasformare il nostro stupendo paese in un PVS (Paese in Via di Sviluppo)?

E poi ancora una cosa, caro Premier!

Al fine di attrarre gli IDE servono i seguenti elementi:

  1. Stabilità politica, sociale e macroeconomica, e francamente non mi sembra che la triade di centrosinistra Letta, Renzi e Monti assicuri questo elemento (almeno per quanto si è sentito proprio in questi due giorni di assenza del Premier dal Paese);

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Monti: «Da Letta-Renzi regalo a Berlusconi» – Corriere.it  

“Serve uno «sprint con un programma di governo» che arrivi «in tempi di cronaca e non di storia». Così a        RaiNews24 Mario Monti, che dice di non comprendere perché «aspettare la riforma elettorale per fare il                   programma di governo». Da parte di Letta e Renzi «sarebbe un regalo storico alla destra di Berlusconi. Un           pochino lo stanno facendo».”

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            2. Adozione di politiche commerciali non protezionistiche verso il prodotto locale

3. Presenza di Infrastrutture

4. Vicinanza ad ampi mercati (la vicinanza geografica, culturale o storica ad un’economia dinamica e di grandi dimensioni

rappresenta un enorme vantaggio localizzativo);

5. Mercati del lavoro flessibili e salari contenuti (Salari elevati rispetto alla produttività media del lavoro) scoraggiano gli IDE così

come frequenti ed aspri conflitti sindacali.

 

I benefici degli IDE, in linea di massima superano i costi, e per questo i paesi competono per attrarre IDE, ma questa competizione già da sola riduce i benefici degli stessi garantendo alle Multinazionali la massimizzazione dell’estrazione del Valore Aggiunto dalla nazione ospitante.

La ricerca della creazione di questi 5 punti è esattamente ciò che è costato a Monti sia la popolarità, sia i voti alle elezioni. Per questo appare assolutamente un controsenso la domanda che si è posto ieri che, di fatto, fa dubitare circa la presenza di materia grigia nella scatola cranica:

 

Monti a Rainwes24 il 4 febbraio 2013:

“Com’è mai possibile che il Cavaliere sia ancora protagonista del palcoscenico della politica nonostante le grane serie che ha dovuto passare e, invece, di me nessuno ne parla più o quasi?

 

Semplice, sta pagando a caro prezzo la folle scelta di massacrare l’economia domestica al fine di generare crisi industriali e commerciali e, da queste, passare a quella deflazione salariale e a quella desindacalizzazione del paese finalizzata all’attrazione degli IDE.

 

E ora veniamo alla favoLETTA!

Leggiamo su:

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Il Fatto Quotidiano di oggi, 06 febbraio 2013:

“Letta: “Kuwait investe 500 milioni in Italia. Confindustria dia segnali di fiducia”

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Ora voglio rammentarvi la dimensione del PIL: 1560 miliardi circa (dieci più o dieci meno poco importano).

Come sappiamo bene, il delta (aumento) di ogni macrovoce del PIL genera una spinta al PIL medesimo rispetto all’anno prima che poi, per effetto del moltiplicatore Keynesiano, si trasformano in un ulteriore aumento del medesimo.

Bene, abbiamo già avuto modo di vedere in passato quali fossero i driver della crescita di Letta e SaccoDanni per il 2014:

–         i 20 miliardi previsti in pagamento per i debiti verso le imprese (dai quali si spera di ottenere una spinta alla crescita tramite maggiori investimenti – I – da parte delle imprese e maggiori consumi – C – da parte dei cittadini che riceveranno pro-quota tali pagamenti); in questo caso, dato che normalmente si tratta di soldi già spesi verso il sistema bancario o al massimo da utilizzare per rimborsare i fornitori ai quali sovente si “tira il collo”, voglio essere buono, io metterei quel 20%  dei medesimi qualora le banche abbiano anticipato l’80% e basta!

–         il 20% del delta crescita del PIL mondiale (che dovrebbe esser previsto in crescita incrementale di uno 0,7%.

 

Ora, finalmente, possiamo aggiungere un altro supertassello ai driver della crescita Letta-SaccoDanniana:

–         500 milioni di euro di IDE!

 

Dunque, se la mente non mi tradisce, 500 milioni sono 0,5 miliardi di euro, quindi circa lo 0,032%!

 

Ora possiamo avere il quadro effettivo degli elementi (driver) della crescita del 2014:

 

ELEMENTO CONTRIBUTO PERCENTUALE AL PIL
RIMBORSO DEBITI ALLE IMPRESE                   0,260% (*)
DELTA CRESCITA PIL MONDIALE                   0,140%
I.D.E. ARABI                   0,032%
TOTALE STIMA CRESCITA MASSIMA                   0,432%

(*) = 20% dei 20 miliardi che saranno distribuiti alle imprese quale rimborso dei crediti da mesi scaduti.

In un mondo essenzialmente ricardiano, dobbiamo sperare nei moltiplicatori Keynesiani perchè si possa superare lo 0,5% che le agenzie di Rating (sicuramente più precise di UE, FMI e OCSE) stimano!

Valore assunto dai Driver della crescita: 0,432%:

Valore moltiplicatore Keynesiano: 1,2

Valore finale massimo a dicembre 2014: 0,518%!

 

Adesso io mi chiedo, ma è mai possibile tollerare che simili incompetenze e incapacità, se denunciate, evidenziate, portate in luce, vengano bollate come “gombloddismo” antigovernativo?

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Il Fatto Quotidiano di oggi

“Il presidente del Consiglio a Confindustria: “Dia segnali di fiducia, non solo di disfattismo”

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Caro Premier, se ancora non l’ha capito, siamo costretti e ripetergli le cose per l’ennesima volta:

1)      Solo uno Shock da Svalutazione del 20-30-40% “potrebbe” essere in grado di smuovere il PIL, grazie alla Marshall-Lerner di quei 100-200 miliardi di euro che servono per riassestare il rapporto debito/pil;

2)      Gli IDE sono debito….debito….debito…debito…..

Sono anni che il nostro amato, stimato, coccolato e riverito Prof. Bagnai lo ripete all’infinito:

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“…un afflusso di capitali è un debito…”

(Prof. A. Bagnai – http://goofynomics.blogspot.it/2012/07/lapproccio-cda-agli-ide.html)

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Caro Premier, vuole curare un elevato debito pubblico con afflussi di capitali che altro non sono che altro debito?

Fossi in Lei ricomincerei dall’ABC degli studi economici perché, francamente, l’Italia intera ritiene che Lei sia oltremodo deboluccio in materia ed è anche leggermente preoccupata.

Caro Premier, mentre c’è un paese da ricostruire Lei se ne va in giro per il mondo a piangere la questua (di porta in porta ad elemosinare offerte) raccapezzando l’elemosina!

elemosina

Ed ha pure il coraggio di twittare il fatto come un colossale successo del suo impegno nel ruolo di Satrapo dell’antica Persia di Dario!

i satrapi

Caro Premier, voglio salutarla stimolandole una riflessione:

 

“L’unico pericolo sociale è l’ignoranza.”

(Victor Hugo – I miserabili)

les miserables 

 

Maurizio Gustinicchi

Economia 5 Stelle

 

 

 

 

 

 



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