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LA DOPPIA MONETA ? UNA PESSIMA IDEA (A MENO CHE NON VENGA CORRETTA…)

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Il ritorno sulle scene politiche di Silvio Berlusconi non poteva che avvenire con qualche nuova trovata. Del resto l’uomo è conosciuto, nel bene e nel male, per cui, come un vecchio detersivo la cui linea debba essere rinnovata, ecco che c’è la necessità di trovare qualcosa per aggiornare l’immagine di Forza Italia, che deve “Lavare sempre più bianco”.

Ora il nostro sicuramente legge i sondaggi  da cui ha scoperto che gli italiani ritengono l’euro un fallimento (64%), ma, per paura, non sono ancora la maggioranza (pare….) quelli che vogliono uscire all’euro (41%, ma in crescita), per cui l’idea è stata: facciamo uscire e rimanere gli italiani nell’euro nello stesso tempo.

Ecco quindi nascere la soluzione della “Doppia moneta” . Ecco le sue parole dal “Giornale”: “Serve un tasso di cambio dell’euro più competitivo – spiega il leader di Forza Italia – si potrebbe adottare una moneta nazionale da affiancare all’euro per facilitare i consumi interni degli italiani ed il loro potere di acquisto”.  “Ne ho discusso con tanti professori e economisti. Dopo la guerra in Italia c’era l’Am-Lira. Quando mia madre mi mandava a fare la spesa, pagavo con quella moneta. Funzionava benissimo”.

Aggiungiamo che per Silvio l moneta complementare dovrebbe essere una sorta di operazione temporanea , da riassorbirsi dopo un paio di anni e che il debito pubblico dovrebbe rimanere espresso in euro.

Probabilmente e ha discusso con i professori sbagliati perchè la soluzione in questione presenta grossi problemi di ordine giuridico e di ordine economico.

Iniziamo

Problemi legali : dato che Berlusconi pare voglia rispettare il TFEU, il trattato europeo, anche per salvare la sedia a Tajai , vi porto l’articolo 128, comma 1:

1. La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.

Quindi se si emette moneta complementare si viola l’articolo 128 TFEU. Attenzione che ad esempio la proposta di Borghi , che prevede una ri-cartolarizzazione dei BOT, è diversa: non è una moneta complementare, ma , appunto , un’emissione cartacea di titoli di stato in euro.

Quindi la proposta Berlusconi viola il trattato europeo. A questo punto tanto varrebbe trovare soluzioni che, violando il trattato, fossero a noi più convenienti…

Problemi economici : 

  1. Temporaneità: se l’obiettivo è quello di rimborsare queste banconote in euro dopo 2-3 anni , bisogna procurarsi gli euro necessari. Dato che non vi è potestà monetaria o le si procura con nuove tasse, annullando qualsiasi stimolo alla crescita , o con nuovo debito, andando a pesare sui bilanci in un momento di tassi crescenti. Oppure , dopo due anni, si dice che non si possono rimborsare e chi ha avuto , avuto avuto…..
  2. L’effetto della Legge di Gresham. Paradossalmente il suo successo sarebbe il suo problema. La legge di Gresham, a cui abbiamo dedicato diversi articoli e che è stata modellizzata da Bernholz e Gersbach nel 1992, afferma che la moneta buona viene cacciata, nell’uso, da quella cattiva. In generale fra due valute di cui una abbia, o venga ritenuta avere, un vantaggio marginale sull’altra, quella ritenuta di maggior valore sarà tesaurizzata, e quella meno valutata sarà utilizzata negli scambi. La Lira di Berlusconi quindi prevarrebbe sull’euro nell’uso comune. Però questo avrebbe come risultato che la lira  verrebbe anche usata nel pagamento delle tasse. Se il suo uso fosse rilevante, e dovrebbe esserlo per avere un’influenza nella crescita economica, una fetta consistente delle entrate fiscali sarebbe espressa in “Lire”. Benissimo direte , le si usa per pagare dipendenti pubblici, e servizi…. Ok, ma noi dobbiamo pagare anche il debito pubblico, sia nei capitali sia negli interessi. Se le Lire avessero successo si rischia di non poter più garantire il servizio al debito, oppure di avere un bilancio bislacco in cui tutto il debito, e gli interessi, sono espressi, a quel punto in una moneta “Straniera”. Si creerebbero gravi problemi di gestione del debito pubblico, meno sicuro perchè verrebba a mancare la base fiscale di appoggio. Problemi che non si creano con l’uscita dall’euro. La Lira Berlusconiana per essere realizzabile dovrebbe avere una prospettiva temporale più lunga , quasi permanente, e dovrebbe portarsi dietro una fetta del debito pubblico (da esprimersi in lire, quindi, anche in modo graduale) proporzionale al volume delle entrate fiscali realizzate nella nuova moneta stessa.
  3. La proposta prevede che la moneta resti una moneta interna. Però questa è un’utopia, perchè prima o poi, volenti o nolenti, la Lira verrà scambiata in modo più o meno scoperto. Parliamoci chiaro: nonostante le leggi draconiane scambiavano i rubli, i pesos cubani ed ora i bolivar venezuelani sul mercato nero non ufficiali cosa potrebbe impedire un mercato più o meno legittimo della nuova lira verso le altre valute ? La moneta verrebbe a fluttuare in modo tanto più irrazionale quanto il mercato stesso fosse opaco. Curioso che tutti questi liberisti poi siano così contrari alle soluzioni di mercato.

Insomma una soluzione che pone, alla fine , molti più problemi di quanti ne possa risolvere. Una soluzione puramente politica, fatta contro la logica del mercato per non spaccare Forza Italia e che rischia di restare fumo negli occhi. Speriamo che qualcuno ancora usi la testa e se ne renda conto.

 

 

 


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