EconomiaUSA
La “Dividendo da Dazi”: Trump rilancia e promette 2000$ (quasi) a tutti gli americani
: Trump lancia la “Dividendo da Dazi”: 2.000$ per gli americani (non ricchi) pagati dalle tariffe. I conti tornano? Il Tesoro stima 500 miliardi l’anno.

Una domenica di annunci per il Presidente Donald Trump, che ha lanciato una proposta destinata a far discutere: un “dividendo” di almeno 2.000 dollari per la maggior parte degli americani, finanziato interamente dai proventi dei dazi doganali.
L’annuncio è arrivato, come di consueto, tramite un post su Truth Social. Ecco qui il messaggio:
La proposta, nei suoi punti chiave, prevede:
- Chi: La maggior parte degli americani (esplicitamente “non le persone ad alto reddito!”).
- Quanto: “Almeno” 2.000 dollari a persona.
- Come: Utilizzando i proventi dei dazi doganali.
Nel suo stile caratteristico, Trump ha magnificato i risultati delle sue politiche tariffarie, sostenendo che hanno portato “trilioni di dollari” nelle casse dello stato, contribuito a 401(k) “ai massimi STORICI” e, soprattutto, il tutto senza generare “Nessuna inflazione”. Chiosa finale: “Le persone che sono contro i Dazi sono PAZZI!”.
I numeri del Tesoro
Qui i numeri si fanno interessanti, ed è utile distinguere le dichiarazioni politiche dai dati di bilancio. Se Trump parla di “trilioni”, i dati più recenti del Dipartimento del Tesoro (settembre) indicano una raccolta ufficiale da dazi di 195 miliardi di dollari nel 2025. Una cifra comunque interessante.
Tuttavia, il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, guarda al futuro con maggiore ottimismo. Intervenendo domenica mattina su “This Week” della ABC, Bessent ha dichiarato che l’amministrazione si aspetta di raccogliere 500 miliardi di dollari o più all’anno dai proventi delle tariffe.
Bessent: The $2,000 dividend could come in in lots of forms. It could be just the tax decreases that we are seeing in the President's agenda— no tax on tips, no tax on overtime, no tax on social security, deductibility of older loans— those are substantial deductions.
LOL!… pic.twitter.com/XRl5uTvzrn
— Ron Smith (@Ronxyz00) November 9, 2025
Bessent ha però voluto precisare la logica dell’amministrazione: l’obiettivo primario dei dazi non è semplicemente “fare cassa” per finanziare dividendi, quanto piuttosto quello strategico di “riequilibrare il commercio” (rebalance trade). E comuqneu i soldi potrebbero fluire nelle tasche dei cittadini in vari modi, anche con tagli fiscali, non solo con bonifici diretti.
Un’idea non nuova e l’incognita delle Corti
L’idea di una “distribuzione al popolo” non è completamente nuova. Già durante un’intervista a ottobre, Trump aveva ventilato la possibilità di distribuire tra i 1.000 e i 2.000 dollari, sostenendo che i dazi avrebbero portato “oltre un trilione di dollari all’anno”.
Ora la promessa si fa più concreta. Resta da vedere la fattibilità finanziaria (500 miliardi di entrate stimati coprirebbero a malapena i costi, come vedremo) e, soprattutto, la tenuta legale.
Sorge infatti una domanda, per nulla ironica: quanto sarà difficile “richiedere indietro” (claw back) i 2.000 dollari distribuiti ai cittadini, nel caso in cui la Corte Suprema dovesse intervenire e respingere le tariffe, sottoposte ora a una contestazione legale? Dopotutto, il ricorso alla magistratura sembra essere diventata la strategia preferita dall’opposizione Democratica per fermare le politiche di Trump, specialmente quelle più gradite ai cittadini. Un dividendo da 2.000 dollari rientra sicuramente in questa categoria. Se i soldi fossero stati già distribuiti ai cittadini, come farebbe la Corte Suprema a cancellare i dazi in modo retroattivo?
Domande e risposte
Ma i dazi non causano inflazione, come sostiene Trump? Trump nel suo post afferma “Nessuna inflazione”. Questa è una dichiarazione politica. Generalmente, i dazi possono aumentare i prezzi dei beni importati. Tuttavia, l’impatto complessivo sull’inflazione dipende da molti fattori: se i consumatori si spostano su prodotti nazionali, se i produttori esteri assorbono il costo (riducendo i margini) e dalla politica monetaria generale. L’amministrazione scommette che i benefici (come il dividendo) superino i costi, o che la concorrenza interna e il calo dei prezzi di altri beni possano neutralizzare gli aumenti.
I conti tornano? 500 miliardi di dazi bastano per 2.000 dollari a testa? Facciamo un rapido calcolo. Gli Stati Uniti hanno circa 330 milioni di abitanti. Se escludiamo, per esempio, il 20% più ricco (66 milioni), restano circa 264 milioni di persone idonee. Un dividendo di 2.000$ per ciascuno costerebbe circa 528 miliardi di dollari. La cifra è molto vicina ai 500 miliardi di gettito annuo stimati dal Segretario Bessent. I conti sono molto tirati e dipendono dalla correttezza delle stime sui dazi, ma non sono tecnicamente impossibili.
Cosa significa esattamente “riequilibrare il commercio”? Significa ridurre il deficit commerciale, ovvero la differenza (negativa) tra quanto un paese importa e quanto esporta. Gli Stati Uniti importano strutturalmente molto più di quanto esportano, creando un disavanzo. L’idea dei dazi è rendere le importazioni più costose, spingendo consumatori e aziende a comprare prodotti nazionali (Made in USA) o da paesi alleati. Questo, in teoria, dovrebbe ridurre le importazioni e “riequilibrare” la bilancia commerciale, anche se l’efficacia reale di questa strategia è da sempre molto dibattuta tra gli economisti.







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